Dopo il passaggio fuori concorso al 74esimo Festival di Cannes, Bac Nord approda su Netflix, rappresentando il meglio del cinema francese degli ultimi anni.
Il noir è sempre stato uno dei cavalli di battaglia per i nostri cugini d’oltralpe, e davanti a simili prodotti non sussistono dubbi in merito.
Bac Nord | La trama
Tratto da una storia vera, di cui sono sono stati però inventati i protagonisti, il nuovo lavoro di Cédric Jimenez narra le vicende di Greg (Gilles Lellouche), Antoine (François Civil) e Yass (Karim Leklou), agenti della squadra anticrimine di Marsiglia, la BAC. La routine dei tre poliziotti consiste nell’effettuare arresti, anche di piccola importanza. Il minimo storico per non scendere sotto lo standard ed essere ripresi dai loro superiori.
Tu chi saresti senza distintivo?
Tutto cambia quando finiscono per scontrarsi con le note bande dei quartieri nord, nei quali è impossibile entrare senza rischiare letteralmente la vita, e decidono di dare il via a un’operazione che ha dell’incredibile. Mettersi contro i boss della zona, talvolta coperti anche da alti gradi della politica e della polizia, diventa per loro un obbligo morale. Oltre che uno sfizio da togliersi e un’occasione di prestigio.
Dopo aver organizzato una squadra di fiducia e un traffico non troppo legale, Greg, Antoine e Yass sono pronti ad aprire le danze. Ma li attenderà qualcosa ancora più inatteso del previsto.
Tra action movie e film d’inchiesta
A distanza di sette anni dal poco noto ma riuscito French Connection, il marsigliese Jimenez torna a dirigere un’opera intrisa della realtà che meglio conosce, affidandosi ancora una volta a Lellouche come protagonista. Il risultato è a dir poco eccezionale.
Bac Nord mescola sapientemente gli aspetti dell’intrattenimento e gli elementi drammatici a cui fanno eco tematiche importanti. Il piccolo gruppo di agenti è composto come una vera e propria famiglia: la condivisione di momenti al limite tra la vita e la morte stringe i legami, rendendoli indissolubili e preziosi. Eppure saranno messi a dura prova da sistemi corrotti e avvezzi a trovare capri espiatori a tutti i costi.
È così che il pubblico si affeziona ai personaggi sullo schermo, parteggia e si entusiasma per le loro azioni, sostenute e arricchite da un buon ritmo e da una colonna sonora meravigliosamente adattata.
Marsiglia come Baghdad: l’utopia della giustizia
La città di Marsiglia, a volte così simile alla Colombia di Pablo Escobar e addirittura paragonata a Baghdad, si mostra nelle sue sfumature, tra la bellezza degli scenari naturali e la brutalità dei quartieri.
I sobborghi non interessano a nessuno.
Le possibilità per gli abitanti del luogo sembrano essere solo due: la via della legge o quella della criminalità. Ma spesso i confini si confondono, facendosi talmente labili da creare scompiglio. Conta allora la propria integrità, quelle regole imposte da nessun altro se non da se stessi.
Greg, Antoine e Yass, ciascuno a suo modo, dimostrano di averne in abbondanza, ed è proprio da loro che scaturisce la forza del film. Colleghi, amici, fratelli, alle prese con responsabilità, frustrazioni, speranze, tradimenti: questi uomini devono affrontare (e agire in) situazioni ben più grandi di loro. Non sono solo il pericolo e l’adrenalina a spingerli avanti, ma anche il contesto che li circonda e, in qualche modo, condiziona.
Bac Nord evidenzia uno spaccato complesso e determinante, da cui in pochi escono davvero puliti e che non concede ampio margine a quella giustizia ormai sempre più utopistica.
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