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Documentari

‘Liam Gallagher: As It Was’: Liam the Good Brother

Come il cantante britannico si è saputo reinventare dopo la dissoluzione degli Oasis. Su Prime video

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In concomitanza dell’uscita nelle sale (il 27 settembre, in quelle italiane) del nuovo rockumentario Oasis Knebworth 1996, che racconta i due storici concerti da record tenuti dalla band di Manchester nell’estate di 25 anni fa, può essere utile recuperare l’ultimo docufilm sull’universo-Oasis, questo Liam Gallagher: As It Was del 2019, prodotto e distribuito (anche se per ora non in Italia) da Altitude Film Entertainment e diretto da Gavin Fitzgerald e Charlie Lightening, che racconta la caduta e la risalita di L il Terribile. Il Docuflm è disponibile su Prime Video.

 

Piaccia o no, Liam Gallagher è stato la voce degli anni ’90, ancora più di Kurt Cobain e di Billie Joe Armstrong. E che cosa fa una voce, quando viene separata dal corpo della band a cui è sempre appartenuta?

A volte la storia – anche quella piccola del rock – prende pieghe inaspettate. Chi avrebbe pensato che, una volta sciolti gli Oasis, sarebbe toccato al fratello cattivo (secondo l’opinione comune), quello meno dotato (sempre secondo la medesima opinione), di uscirne meglio? Eppure l’ultimo capitolo della saga dei Gallagher dice proprio questo:

“I ragazzini vogliono essere Liam, non Noel“.

E così quest’ultimo, iperegoistico leader della vecchia band, se ne sta a guardare il successo (temporaneo? Lo scopriremo nella prossima puntata) del fratello minore, probabilmente rosicando.

Dieci anni dopo l’improvvisa fine degli Oasis in una notte parigina del 2009 (anche se non erano certo mancati gli annunci di un temporale, nel burrascoso rapporto tra i due fratelli), il cantante racconta di come ha affrontato la difficile fase successiva allo scioglimento della band, di cui era parte da quando era ancora teenager. Difficile dal punto di vista artistico e, di conseguenza, anche personale: difficile rifarsi una carriera fuori e oltre il rock’n’roll per uno che non ha mai preso in mano nient’altro che un microfono (anzi, a pensarci bene, nemmeno quello).

Eppure, grazie a una nuova compagna e a un paio di buoni amici, Liam ce la fa: quando tutti lo danno per spacciato – il fratellone per primo – il cantante dà inizio a una carriera solista che ha successo di pubblico e di critica, col suo primo disco che si piazza subito in testa alla classifica.

Perché Liam alla gente piace, più del fratello. Il suo segreto? Semplice: è una gran testa di cavolo, ma è spontaneo e alla mano, dice sempre quello che pensa, anche se a volte pensa poco e male.

In fondo, è un grande cantante rock, benché con un gran brutto carattere (per sua stessa ammissione). Inoltre, riesce a infilare un f*ck ogni due parole, il che gli fa guadagnare un sacco di punti presso ogni genuino amante del r’n’r. E magari, con l’età e quel po’ di consapevolezza in più che le tiene dietro, ha pure smussato (perlomeno) la parte peggiore delle sue cattive abitudini.

Quindi beccatevi questa classica storia di redenzione, dove l’aspetto psicologico e affettivo (centrale il ruolo giocato dalla famiglia e dagli amici del Nostro, e ingombrante la presenza del fantasma di Noel, continuamente evocato da parole e immagini) è decisamente preponderante su quello più strettamente musicale. Per quello dovrete aspettare Oasis Knebworth 1996 oppure ripescare Oasis: Supersonic del 2016 e Oasis: Definitely Maybe del 2004. O magari direttamente l’ultimo disco solista di LG, degno dei migliori fasti della vecchia band.

Insomma, per dirla con le parole di Liam medesimo: live forever e halle-f*cken-luja.

Liam Gallagher: As It Was

  • Anno: 2019
  • Durata: 85'
  • Distribuzione: Altitude Film Entertainment
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: UK
  • Regia: Gavin Fitzgerald, Charlie Lightening
  • Data di uscita: 06-June-2019