Il primo giorno del Bari International Film Festival, nella sezione ItaliaFilmFest, viene presentato Sulla giostrache arriverà nelle sale il 30 settembre.
Diretto da Giorgia Cecere, che ne ha curato la sceneggiatura insieme a Pierpaolo Pirone, il film è stato prodotto da Anele, Rai Cinema (con il sostegno di Apulia Film Commission) e verrà distribuito da Notorius Pictures.
Sulla giostra Giorgia Cecere torna in Salento
Torna in Salento, Giorgia Cecere, dieci anni dopo il delizioso e delicato suo primo film, Il primo incarico con Isabella Ragonese.
Sempre con lei nel 2011 Giorgia Cecere gira In un posto bellissimo, ambientato nelle piogge e nelle nebbie di Torino.
Ed ora, con il suo terzo film, Sulla giostra, ritrova gli accenti del Sud, il calore e i colori, la stessa nitidezza che ce l’ha fatta amare.
Sulla giostra trama
Irene (Claudia Gerini) è una donna bella e di successo, che dopo gli studi ha abbandonato la campagna salentina per trasferirsi nella capitale. Una vita sempre di corsa, tra tanto lavoro, un figlio adolescente e un ex marito assente, Filippo (Paolo Sassanelli), finché, in un momento di difficoltà economica, non sarà costretta a tornare.
Non sarà semplice prendere possesso della villa di famiglia, perché l’anziana governante senza marito e figli, Ada (Lucia Sardo), si rifiuta di lasciare quella che sente come casa sua dopo anni di cura e lavoro. A rivoluzionare la vita di Irene sarà anche l’incontro con Gianni (Alessio Vassallo), agente immobiliare che si occupa della vendita della casa. Uomo semplice che apprezza le piccole cose della vita, porterà Irene a recuperare il senso delle sue radici con il tono leggero dell’ironia (Da Filmitalia).
Sulla giostra Il trailer
Lucia Sardo, perfetta nel ruolo di Ada
Chissà se Giorgia Cecere e Pierpaolo Pirone, mentre scrivevano Sulla giostra, pensavano agli attori che lo avrebbero interpretato! Se avevano già in mente Lucia Sardo quando definivano il personaggio di Ada. Immaginiamo di sì, perché lei, Lucia Sardo, quando deve fare la donna ostinata, riesce benissimo. L’abbiamo vista l’ultima volta due anni in Picciridda di Paolo Licata. Era una nonna severa, vestita di nero per un lutto dell’anima, di quelli senza fine: una ferita che l’aveva resa così, anche se solo in apparenza, anaffettiva.
Ora, meglio di lei nessuna potrebbe essere la governante fedele alla casa, fedelissima come un gatto, e un gatto in effetti è presente per tutta la durata della storia. L’unica creatura per la quale manifesta affetto incondizionato. Gli abitanti della casa l’hanno tradita, andandosene a Roma; e Ada si sente in diritto di applicare i sotterfugi più fantasiosi, per poter rimanere ancorata al giardino, alla sua camera, (se pure fatica a salire le scale), alla cucina e alle sue ricette.
E Alessio Vassallo in quello di Gianni
Alessio Vassallo è un attore teatrale che passa da Sofocle a Jonesco, da Victor Hugo a Dostoevskij, a Majakovskij. Eppure, è il sorriso sornione di Mimì Augello ne Il giovane Montalbanoche molti di noi non hanno dimenticato. Qui non è altrettanto divertente, ma mantiene quello sguardo un po’ complice, solo più affidabile e meno malandrino. Buffo, quando dice a Irene che per liberarsi di Ada può fare un lavoro pulito pulito: “Cento euro e faccio scomparire anche il cadavere”, mentre con la dolcezza degli occhi e del viso comunica tutt’altro.
La sua pacatezza è estranea alla vita nevrotica di Irene: Gianni va a pescare i polpi da solo e gliene offre uno in regalo, fingendo, divertito, che sia un gesto romantico. Le sue giornate sono fatte di pesca, un lavoro modesto, una macchina scalcagnata, e una solitudine per cui non si piange addosso.
Il personaggio di Irene e il rapporto con Ada
Sulla giostra. Foto ufficiale del film
Sono le figure di Ada e Gianni, legate ai ritmi tranquilli del Sud, che smuovono le certezze di Irene, una Claudia Gerini perfetta come donna di successo, con tutte le insoddisfazioni del ruolo e dell’età. Ada sa quanto Irene sia sola e cerca di irretirla con il cibo, con gesti di accudimento che devono apparire del tutto casuali. Perché Irene riscopra il legame profondo con il luogo, che nasca da bisogni autentici e non indotti.
Il confronto tra donne così diverse
Ada e Irene sono diverse per età, cultura ed estrazione sociale. Due mondi e due modi di vederlo, il mondo. Sappiamo già fin dall’inizio però che i loro dissidi sono finalizzati all’incontro, e al cambiamento, come spesso cinema e letteratura ci hanno insegnato. E siamo curiosi di vedere attraverso quali passaggi, e quali scambi, avverrà il processo di consapevolezza di entrambe.
I personaggi femminili di Giorgia Cecere
Dopo Nena (Il primo incarico) e Lucia (In un posto bellissimo), Irene è il terzo personaggio femminile dei film di Giorgia Cecere. La terza donna che vive un viaggio psicologico fino all’inizio dell’emancipazione. Ma se Nena e Lucia dovevano affrancarsi prima di tutto dai condizionamenti esterni (l’ambiente per Nena, il matrimonio per Lucia), Irene deve liberarsi dai fardelli che si è costruita da sola. Quella rigida maschera di finta realizzazione, di efficienza e autonomia a tutti i costi.
E se per Nena ci è voluto un intero anno scolastico, per Lucia forse qualche mese, Irene riesce ad avviare il suo personale processo in pochi giorni. Forse, chissà, era già iniziato ancor prima del suo arrivo nel Salento, se ha potuto sopportare le stravaganze di Ada, le furberie per rimanere, alle quali, lei, guarda caso, ha sempre fatto finta di credere.
“Il film racconta il viaggio di formazione di Irene e di (ri)scoperta di se stessa: giorno dopo giorno, grazie allo scontro e al confronto con Ada, questa donna così determinata e concentrata sui suoi obiettivi sceglierà di salire anche lei sulla ‘giostra’ dell’anziana governante, quella dell’accettazione dei giochi del destino e di saperne sorridere. Si ritroverà così più forte e allo stesso tempo anche più tenera e, soprattutto, più libera”. (Giorgia Cecere)
A riprova del fatto poi che si possa cambiare a qualsiasi età, anche Ada vive il suo percorso, tutto riassunto nel sorriso finalmente benevolo e trasparente che ci regala nella penultima scena.
Il linguaggio della regista
In apertura abbiamo detto che tornano i colori del Salento. Vero. Armonie che sanno contenere le inquietudini, smorzandole, questa volta anche con l’aggiunta piacevolissima del mare. E tornano le inquadrature che nel cinema di Giorgia Cerere sanno essere così rasserenanti. E ancora, come nel primo film, molte scene con la compostezza di bei dipinti, immagini riprese sui confini: il cancello, le porte, le finestre.
Ada, alla fine, è ancora sulla soglia, quando risponde alla ragazza che le spiega il suo tatuaggio: Tutto passa.
“Io, se mi facessi un tatuaggio invece di tutto passa ci farei scrivere niente passa!”.
Per il Bari International Film Festival, leggi anche
Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers