Squid Game, una nuova serie coreana targata Netflix

Una nuova serie originale dalle tinte survival sbarca su Netflix.

Si tratta di Squid Game, una produzione coreana diretta dal regista Hwang Dong-hyuk. È disponibile sulla piattaforma streaming dal 17 Settembre.

Rende più ricco il bouquet dei “survival game”, sottogenere dell’avventura che sta avendo sempre più successo in Asia, specialmente in Giappone. I protagonisti di questo genere sono  persone che, per necessità economica o per disprezzo del rischio, si rendono disponibili a partecipare ad una serie di giochi pericolosi con il solo fine di compiacere dei ricchi e di alimentare il loro giro di scommesse clandestine. 

Squid Game fa proprio parte di questo filone di prodotti, e la sua trama è tutta da scoprire.

La trama

Il protagonista si chiama Gi-hun (Lee Jung-jae di New World e Deliver Us from Evil). È un uomo buono e altruista, ma principalmente è un perdente: disoccupato di mezza età col vizio delle scommesse, viene ancora mantenuto dalla madre anziana. Sang-woo (Park Hae-soo, Prison Playbook), altro personaggio della serie, proviene da una famiglia alle prese con ristrettezze economiche. È, però, un genio della finanza che ha sfruttato le sue abilità per rubare milioni di won alla sua azienda.

Assieme alla ventenne rifugiata nordcoreana Sae-byook, all’anziano Il-nam e al clandestino pakistano Ali sono tra i partecipanti consenzienti di un survival game che mette in palio una cifra immensa al vincitore. Le prove consistono in semplici giochi d’infanzia come Un, Due, Tre, Stella, ma rivisitati in versione mortale.

Tematiche affrontate

La serie è una parabola sociale molto dura che mette sotto la lente d’ingrandimento il radicato classismo coreano. È anche la storia dell’amicizia e della solidarietà che unisce alcuni dei 456 partecipanti al gioco, in contrapposizione all’egoismo e alla crudeltà di altri contendenti. Con una scenografia quasi surreale ispirata agli asili, è una produzione originale bilingue: molte scene infatti sono in inglese.

Il regista è Hwang Dong-Hyuk, che ha già firmato The Fortress e Silenced per Netflix. Dai film citati, Hwang porta con sé le due guest prestigiose della serie, Gong Yoo e Lee Byung-hun, qui in due agghiaccianti ruoli chiave. Insolitamente per una serie coreana, le scene di sesso e splatter sono molto presenti all’interno delle puntate, come lo richiede il genere stesso.

In conclusione

Altro tema molto forte è quello del dio denaro, tanto potente da arrivare a distruggere l’esistenza di una persona e la sua umanità. La critica quindi, oltre al classismo della società coreana, va anche verso il rapporto che ha l’uomo con i soldi. La tematica che riesce meglio nella serie è quella del binomio mancanza di soldi/disperazione, quando l’essere umano arriva ad un punto in cui non ha veramente nulla da perdere.

Dopo un inizio a ritmo lento, la storia principale inizia a catturare e intrattenere, viaggiando nei nove episodi in un clima di curiosità e di perenne attesa. Con un finale che lascia spazio a dei colpi di scena interessanti, Squid Game è un’opera godibile, nonostante non del tutto originale.