‘The French Dispatch’ l’omaggio di Wes Anderson al giornalismo e al cinema
Nostalgia della carta stampata e divertissement all’ennesima potenza nel nuovo, travolgente film dell’eccentrico regista americano. Visto a Cannes 2021
Vedere l’ultimo film del regista Wes Anderson, The French Dispatch, presentato in concorso a Cannes 2021, è un’esperienza multisensoriale: da un lato fortemente estetico-visiva, una gioia per gli occhi, all’interno di una vertigine a spirale cui si fatica a stare dietro, con una cura dei dettagli che fa impallidire il più ossessivo dei correttori di bozze.
Dall’altro uditiva, con una sceneggiatura senza pause, dentro un flusso ininterrotto di dialoghi. Infine quasi tattile e olfattiva, perché per buona parte del film sembra quasi di toccare luoghi e persone, annusare aromi e odori di cibo e di carta stampata, tanto la fusione degli ambiti artistici è riuscita, onnicomprensiva ed iperattiva.
Un’opera talvolta eccessiva in velocità, difficile da seguire se si tenta di non perdere particolari importanti; di certo da vedere almeno due volte. Il film, distribuito dalla Walt Disney Pictures, uscirà nelle sale italiane l’11 novembre.
The French Dispatch: versione francese del supplemento Picnic
Il film prende il via dalla morte di Arthur Howitzer Jr. (un Bill Murray in stato di grazia), direttore di una testata davvero singolare, The French Dispatch, titolo assunto dal supplemento domenicale Picnic, all’indomani del trasferimento in Francia (nel paesino immaginario di Ennui-sur-Blasé) del quotidiano “The Evening Sun” (ispirato al “The New Yorker”), periodico nato in Kansas ai primi del Novecento e fondato da Arthur Howitzer Senior, padre, per l’appunto, del neo-deceduto direttore – Arthur Howitzer Jr. – di cui si ‘celebra’ la morte in apertura del film.
Potrebbe essere il momento più triste del giornale, nonché quello finale, che ne segnerà la definitiva chiusura, ma non a caso si è usata l’espressione, ‘si celebra’: infatti i giornalisti attivi in The French Dispatch, le migliori penne del tempo, bando alle lacrime ed alla malinconia, decidono di realizzare un’ultima, memorabile edizione del giornale, in onore del loro beneamato, quanto folle, direttore, raccontando tre storie in tre lunghi articoli, anch’esse folli, geniali e strampalate quanto basta.
Un collage di storie, un puzzle di attori straordinari
La redazione del giornale è disegnata graficamente come fosse la casa di Barbie. Ad ogni piano si vedono in sezione i vari giornalisti nelle loro stanze, con mobilio e oggetti d’epoca – siamo a Parigi nel XX secolo – e la redazione decide di ristampare tre fra le storie più appassionanti degli ultimi dieci anni: quella di un folle artista condannato all’ergastolo per omicidio, un complesso rapimento risolto da uno chef ed una storia relativa ad alcune rivolte studentesche (‘Il Capolavoro di cemento’, ‘La sala da pranzo privata del commissario di polizia’ e ‘Revisioni a un manifesto’).
Ad ogni scena, impressiona la pletora di attori/ messi in campo come giornalisti/personaggi del film: Tilda Swinton, Bill Murray, Owen Wilson, Benicio del Toro, Léa Seydoux, Mathieu Amalric, Lyna Khoudri, Edward Norton, Elisabeth Moss, Frances McDormand, Timothée Chalamet, Adrien Brody, Jeffrey Wright, Liev Schreiber, Willem Dafoe, Saoirse Ronan, Elisabeth Moss, Anjelica Huston.
Il loro contributo, o come protagonisti in una delle storie principali, o come cameo passeggero, rende unico e irripetibile ogni fotogramma del film, opera difficile da gustare in lingua originale con sottotitoli, a meno di non possedere una conoscenza ottima della lingua, perché la sottotitolazione è velocissima e segue il ritmo frenetico del film (alcune scene in particolare), e si rischia di perdere battute e immagini.
Il Trailer di The French dispatch
Ironia, ritmo e poesia in stile Anderson
D’altra parte The French Dispatch ha avuto diverse gestazioni, in una delle quali – prima che fosse realizzato il montaggio finale – si era pensato di dividerlo in due parti che sarebbero uscite separatamente. Potrebbe ancora accadere – dicono i più informati – che i 108 minuti del film attuale subiscano un ulteriore director’s cut ma non si sa se la notizia sia attendibile e quando ciò dovrebbe accadere.
Sarebbe comunque un peccato perché, così com’è, il film emoziona, diverte, coinvolge e, con la delicata ironia che contraddistingue lo stile del regista (basti pensare anche a Grand Budapest Hotel), fa sognare, evadere e ricordare l’epoca d’oro della carta ‘stampata’ con nostalgia e poesia.
Prodotto da American Empirical Picturese Indian Paintbrush, con Studio Babelsberg, The French Dispatch (decimo film diretto dal regista Anderson, che ne ha scritto anche la sceneggiatura) è stato girato nella città francese di Angoulême, con un budget di circa venti milioni di dollari.
The French Dispatch
Anno: 2021
Durata: 108'
Distribuzione: Walt Disney Pictures
Genere: Commedia
Nazionalita: USA
Regia: Wes Anderson
Data di uscita: 11-September-2021
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