Nelle sale italiane dal 14 ottobre 2021, Days: il nuovo lungometraggio del regista taiwanese Tsai Ming-Liang, con Lee Kang-Sheng e Anong Houngheuangsy.
Il film è prodotto da Homegreen Films e distribuito da Double Line, una società torinese che punta sui film usciti dai festival internazionali, in collaborazione con Lo Scrittoio.
Days ha partecipato alla settantesima Berlinale e ha vinto il Teddy Award.
Rizi, questo il titolo originale di Days, racconta la storia di due uomini profondamente soli che si incontrano in una seduta di agopuntura. Subito nasce tra loro una grande intesa.
La trama del film appare estremamente semplice per un lungometraggio di 127 minuti di proiezione. Nessun dialogo.
La scelta del regista di Days è quella di affidare tutto agli occhi e alle orecchie, per arrivare a stimolare persino il tatto, uno dei sensi fortemente acuiti dai personaggi del film.
I personaggi di Days sono Kang (Lee Kang-Sheng), che vive da solo in una casa molto grande e attraverso una vetrata ama guardare vento e pioggia che sferzano gli alberi, e Non (Anong Houngheuangsy) che abita invece in un piccolo appartamento, nella grandissima Bangkok, dove si diletta nella cucina di piatti tipici del suo villaggio natale. Da queste solitudini nasce una spontanea intesa che porterà per una notte i due a dimenticare tutto e assaporare la vita con la pienezza dei propri sensi. Poi di nuovo la quotidianità.
Il regista Tsai Ming-Liang
Days è narrato da Tsai Ming-Liang in maniera minimale. La scelta di non includere dialoghi (salvo sporadiche battute) è uno degli elementi più evidenti di questo minimalismo, accanto ad una regia che utilizza inquadrature fisse e lunghe con la presenza di soli due personaggi.
Tsai Ming-Liang ha iniziato le riprese di Days nel 2014, senza una sceneggiatura e così ha deciso di proseguire. Una scelta che segna la volontà dell’autore di voler uscire dagli schemi tipici delle produzioni industriali.
“Mi sono liberato di quel processo che concerne realizzare film prodotti industrialmente. Ora voglio usare un team più piccolo e con budget molto più limitato. Ecco come ho desiderato realizzare la mia pellicola”.
Tsai Ming-Liang
Nel 2014 non c’è ancora un’idea chiara della storia, Tsai Ming-Liang procede mosso solo dalla necessità di raccontare una vicenda semplice, quotidiana, valorizzando – senza il vincolo di una sceneggiatura – la prestazione degli attori.
Il regista, prima di Days, aveva già lavorato con Lee Kang-Sheng, protagonista de Il gusto dell’anguria (2005), la storia di un attore che vive in una Taipei senz’acqua ma in compenso ben fornita di angurie, e Che ora è laggiù? (2001), in cui un venditore di orologi, invaghito di una parigina, imposta tutti gli orologi di Taipei all’ora di Parigi.
Nel 1994 vince il Leone D’Oro con Vive L’Amour: ancora una volta l’amore e la solitudine, in questo caso di tre abitanti di Taipei che condividono un appartamento utilizzato per incontri sessuali.
Ha partecipato al settantaseiesimo Festival di Venezia con Goodbye, Dragon Inn, un film sull’ultima proiezione di uno storico cinema cinese.
L’ultimo lavoro di Tsai Ming-Liang è un cortometraggio: The Night, in cui documenta la città di Hong Kong.