Vi riproponiamo la recensione di Respect di Liesl Tommy. Il film è stato recentemente rilanciato su Raiplay. Vi basterà iscrivervi gratuitamente per vederlo.
Il film, prodotto da Metro-Goldwyn-Mayer, si pone l’obiettivo di raccontare, almeno in parte, la straordinaria vita di Aretha Franklin.
“Respect”: la trama.
Respect comincia col raccontare la travagliata infanzia della piccola Aretha, interpretata prima da Skye Dakota Turner (nel ruolo della Franklin bambina) e poi da Jennifer Hudson.
Pur non essendo un resoconto totalmente fedele della realtà, Respect narra alcune tappe importanti nella vita della cantante, dalle sue prime esibizioni nel salotto della casa paterna, ai grandi concerti che hanno reso Aretha Franklin la grande icona che è ancora oggi.
A queste esibizioni viene lasciato grande spazio e sono proprio le interpretazioni canore di Jennifer Hudson i momenti nel quale quest’ ultima risplende maggiormente.
Respect cerca di esplorare i demoni interiori che hanno attanagliato l’anima della cantante, prendendosi forse qualche libertà di troppo in alcuni passaggi che avvengono nella mente della protagonista.
A complicare maggiormente la vita della regina del soul, ci penseranno alcune figure maschili decisamente tossiche e oppressive, contro le quali la protagonista dovrà lottare per ritrovare finalmente sé stessa.
Il cuore della storia.
Tralasciando gli aspetti biografici, Respect racconta una storia con un tema ben preciso. Le figure oppressive del padre (Forest Whitaker) e del marito/manager (Marlon Wayanas) trattano Aretha come una loro proprietà. Parlano al posto suo, le dicono cosa cantare, diventano violenti se rivolge la parola ad altri uomini, impedendole di essere libera.
Respect non racconta soltanto la storia di un artista che lotta per raggiungere l’agognato successo, bensì il viaggio di una donna verso l’autodeterminazione.
Aretha si esprime attraverso la musica, che la salverà sia dai suoi demoni interiori sia da quelli che si trovano fuori. Riappropriarsi del controllo della propria carriera assume dunque un significato più profondo; non ci sono i dischi di platino in gioco, ma la stessa vita della protagonista.
Le canzoni di Aretha Franklin commuovono e toccano corde profonde dell’anima di chi soffre per mano di altri, poiché è da quel dolore che nascono pezzi come: Think e I never loved a man.
“Respect”: appunti.
Respect si presenta come un classico prodotto hollywodiano dedicato al grande pubblico. Una storia ben raccontata con una regia e un montaggio puliti, ma che talvolta provano a prendersi qualche libertà artistica in più.
Sicuramente lo svelamento ponderato di alcuni elementi tragici della vicenda contribuisce a rendere il film interessante per quasi tutta la sua durata, che non l’appesantisce, anche se supera le due ore.
Il merito della fluidità va sicuramente attribuito anche alla colonna sonora, che risulta ovviamente di prim’ordine data la protagonista.
;Respect nuova data di uscita per il biopic sulla regina del soul