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Far East Film Festival

“Inu-oh” e l’intrinseca potenza delle storie mai narrate

Il regista Masaaki Yuasa, assieme ai suoi personaggi, riscrive la tradizione del teatro Nō rendendolo glam rock.

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Inu-oh

Inu-oh è l’ultimo lungometraggio animato del regista giapponese Masaaki Yuasa. L’autore – già noto per il suo Mind Game (2004) e per aver diretto l’anime Devilman Crybaby (2018) – ha presentato in anteprima il suo film a Venezia 78, nella sezione Orizzonti, e adesso lo ripropone al Far East Film Festival.

Inu-oh: la narrazione come ricompensa per gli sconfitti

Ambientato nel Giappone del XIV secolo, Inu-oh narra le vicende dell’omonimo protagonista, nato con una strana malformazione che gli ha distorto volto e arti. Per nasconderlo al mondo, gli adulti l’hanno coperto con un lungo abito e una maschera che gli occulta costantemente il viso.
Quando, però, Inu-oh fa la conoscenza di Tomona, suonatore di biwa divenuto cieco, i due scoprono di avere un talento eccezionale pronto a sconvolgere le fondamenta del teatro Nō.

Il personaggio di Inu-oh è basato su una figura realmente esistita. Un drammaturgo e attore del teatro Nō che aveva raggiunto un incredibile successo in Giappone, ma del quale non è rimasta più alcuna traccia.
È proprio su questo che si è concentrato il regista nella realizzazione del film, che diviene effettivamente un inno alle storie mai raccontate: Tomona e Inu-oh raccontano la loro storia, rivendicandone il valore e la bellezza.

Inu-oh, sostiene il regista:

“È però una storia moderna: o ci si adatta al fato e alle mode per raggiungere la gloria o si rinuncia ai riconoscimenti per vivere secondo i propri principi. I due offrono una ricompensa agli sconfitti raccontando la propria storia. Questo film offre la stessa cosa, ma sostiene anche chi soffre per aver vissuto secondo i propri principi.”

Tomona e Inu-oh sono infatti due facce della stessa medaglia. Entrambi raggiungono il successo infrangendo le regole, ma il destino ha in serbo un epilogo molto diverso per ognuno dei due.

inu-oh

Il suonatore di biwa Tomona, in una sequenza del film.

Inu-oh: una squisita commistione tra presente e passato

La scelta di ambientare il film nel Giappone del 1300 trasporta immediatamente lo spettatore in un immaginario che Masaaki Yuasa, da bravo artigiano, scardina lentamente, pezzo per pezzo.
È questo uno degli aspetti più interessanti della pellicola, che ci mostra col personaggio di Tomona un suonatore di biwa trasgressivo, dalla lunga chioma che oscilla al vento e trucco e abiti eccentrici. La figura del musicista tradizionale si trasforma quindi in una sorta di icona glam rock, genere che si riflette anche nella musica di Yoshihide Otomo.
È proprio la musica a dominare le sequenze di Inu-oh, tanto che la parte centrale del film diviene un vero e proprio musical, nel quale Tomona e Inu-oh tramandano le proprie storie attraverso canti e danze nuovi e sconvolgenti.

L’accostamento tra presente e passato non è nuovo al regista giapponese. Il suo Devilman Crybaby serie anime presente sulla piattaforma streaming di Netflix – è di fatti una modernizzazione dello storico manga di Go Nagai, la cui storia viene traslata nel contesto e nell’immaginario contemporaneo.
Ma la modernità, in Inu-oh, sta anche nel tema del riconoscimento personale. I due protagonisti sono chiamati a compiere una scelta: adattarsi ai dettami dello shogun, oppure vivere secondo i propri principi, ma morire nell’oblio.

Inu oh: potenziale inespresso nelle sequenze più surreali

Il mezzo espressivo dell’animazione offre a chi se ne serve libertà che sono precluse a chi invece sceglie di girare in live action. Masaaki Yuasa lo sa bene, e si dimostra un artista capace e incredibilmente creativo. Sfortunatamente, le stupende sequenze oniriche e surreali si limitano alla parte finale del film.
Un peccato, considerando quanto la storia sia strettamente legata alla musica, e che ciò avrebbe permesso all’autore di liberarsi in un’esplosione di colori, suoni e forme, così come accade nelle magnifiche e orrorifiche sequenze psichedeliche di Devilman Crybaby.

Inu-oh e Tomona sono diversi, eccentrici, rivoluzionari. Ed è fondamentale raccontare la loro storia.
Inu-oh ribadisce l’importanza del non dimenticare, e le imprescindibili responsabilità di chi ha la possibilità di essere ascoltato.

Tornando alle parole dell’autore:

“Forse, come gli OOPArt, Inu-oh e la musica di Tomona sono veramente esistiti. Ci sono storie che non conosciamo, ma questo film testimonia la loro.”

Trailer:

Leggi anche: Far East Film Festival 2022: in apertura ‘The Italian Recipe’

Inu-oh

  • Anno: 2021
  • Durata: 98'
  • Distribuzione: Mai Kato – Asmik Ace. Inc. (Internazionale), Gabrielle Rozing - Fortissimo Films (Europea)
  • Genere: Musical, Drammatico, Avventura
  • Nazionalita: Giappone, Cina
  • Regia: Masaaki Yuasa

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