Biennale del Cinema di Venezia

“Bodeng Sar” l’aspro confronto generazionale tra le strade di Phnom Penh

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Bodeng Sar (White Building) è il primo lungometraggio di finzione del regista cambogiano Kavich Neang.

Il film, una co-produzione cambogiano-francese, è stato presentato in anteprima il 7 settembre 2021 a Venezia 78, nella sezione Orizzonti.

Bodeng Sar: una multiforme Phnom Penh come luogo di confronti generazionali

Il ventenne Samnang (Piseth Chhun) si allena ogni giorno sulle sue coreografie insieme ai due migliori amici, sognando di partecipare ad un talent show televisivo. Quando però uno di loro annuncia la sua partenza dalla Cambogia, il giovane dovrà fare i conti con l’asprezza della realtà, dovendo fronteggiare anche lo sfratto della sua famiglia dallo storico edificio noto come White Building.

Dopo una produzione principalmente documentaria, il giovane regista Kavich Neang gira il suo esordio nel lungometraggio di finzione, primo film cambogiano mai presentato in selezione alla Mostra del Cinema di Venezia.
Il tema del confronto generazionale presente in Bodeng Sar contrappone, in una Phnom Penh in continua mutazione, i sogni dei giovani protagonisti alle scelte di vita più tradizionali dei loro genitori.

“Come la generazione dei miei genitori ha sofferto per il travagliato passato della Cambogia…”

dice il giovane regista,

“…così la mia generazione porta con sé i traumi del presente. I giovani come Samnang, protagonista del mio film, sognano qualcosa di meglio in una nuova Cambogia. Le decisioni più importanti però non dipendono ancora da loro, e genitori come quelli del mio protagonista rimangono testardamente legati alla tradizione.”

Le alte aspirazioni di Samnang, che sogna di solcare i migliori palchi della Cambogia – e non solo -, si scontrano con l’ardente tradizionalismo del padre, che arriva a non fidarsi neanche dei medici.

Un divario, questo, che in un certo senso rispecchia quello sociale ed economico della capitale cambogiana.

Bodeng Sar: un approccio personale dal gusto documentaristico

Il White Building, che dà il nome alla pellicola, è un edificio realmente esistito, così sono reali lo sfratto degli inquilini e la sua demolizione. Per la sceneggiatura, quindi, Neang attinge a piene mani dalla sua storia, con l’aiuto del co-sceneggiatore Daniel Mattes.

Si tratta di un film molto personale, che riesce a trasmettere la sua impronta soggettiva anche grazie all’inserimento di una serie di sequenze più prettamente oniriche, che accompagnano i capitoli in cui è suddiviso.
Il personaggio di Samnang ha molto in comune col regista, che ha studiato Musica e Danza prima di laurearsi in Design:

“Il film però mi ha dato di nuovo la possibilità di immaginare. La finzione libera Samnang dalla strada percorsa da me: lui si sveglia da un lungo sonno, rievoca il passato ma progetta il proprio futuro.”

Per il cast di Bodeng Sar, gli autori hanno scelto di servirsi di interpreti non professionisti, che hanno garantito a Neang una certa spontaneità nelle interpretazioni.

L’intento “documentaristico” del regista è ravvisabile nelle sequenze di apertura e di chiusura del film, entrambe immagini del White Building prima e durante la sua demolizione, e in una regia fatta di numerosi campi lunghi che indugiano sulle strade, i palazzi e la periferia di Phnom Penh.

Il protagonista Samnang, interpretato da Piseth Chhun.

Bodeng Sar cambia rotta a metà dell’opera

Kevich Neang ha lavorato al suo Bodeng Sar per sei anni. L’idea iniziale, ha detto, era quella di realizzare un film di finzione incentrato sul White Building e i suoi inquilini, la sua casa per tutta la vita.

La notizia della demolizione l’ha profondamente sconvolto, e ha fatto sì che il film prendesse una direzione diversa in corso d’opera, documentando lo sfratto e tutti i disagi che ciò ha portato con sé.

Questo cambio di rotta è sicuramente ravvisabile nella frattura tra la prima e la seconda parte del film. Inizialmente sembra che la storia si concentri sui tre protagonisti e i loro sogni per il futuro, salvo poi focalizzarsi esclusivamente su uno di loro e le sue vicende personali e familiari.

Bodeng Sar è quindi un film un po’ incerto, ma che disvela un autore che sembra avere ancora molto da dire.

Come tantissimi giovani, Samnang è un sognatore, costretto a scontrarsi con una realtà dura come l’asfalto delle roventi strade di Phnom Penh.

Non sono molte, nel panorama cinematografico contemporaneo, le storie ambientate in Cambogia ed è per questo che abbiamo bisogno di sentirne ancora.

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La clip del film

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