Il regista filippino Erik Matti presenta a Venezia 78, in concorso, On the Job: The Missing 8, sequel del noir On the Job, acclamato dalla critica di Cannes nel 2013.
Tratto da una storia vera, il film ruota attorno alle vicende di un giornalista corrotto e di un detenuto, ingaggiato come sicario.
On the Job: The Missing 8, un film cinico su un mondo corrotto
Sisoy Salas è un giornalista radiofonico, strenuo difensore del governo e del sindaco di La Paz, Pedring Eusebio. Quando scompaiono i suoi collegi del giornale locale, tra cui un suo amico di vecchia data e il figlio, Sisoy rivede le sue posizioni politiche e si batte perché sia fatta giustizia.
Al contempo, il delinquente Roman Rubio viene condannato all’ergastolo per un crimine che non ha commesso e, non volendo passare più la sua vita come sicario occasionale, ingaggiato per eliminare personaggi considerati “scomodi” dai vertici del potere cittadino, inizia una sua personale riconquista della libertà.
A distanza di otto anni, Erik Matti realizza un sequel di tre ore e mezzo, riallacciandosi, senza troppa fatica, al primo capitolo dell’opera (On the Job, presentato nella sezione Quinzaine des realisateurs, a Cannes nel 2013).
On the Job: The Missing 8 è un thriller politico di ampio respiro, incentrato sulle organizzazioni criminali filippine che pianificano il rilascio temporaneo dei detenuti delle carceri locali, affinché commettano omicidi su ordine dei leader politici locali.
Non solo criminalità
Tuttavia, non si parla solo di criminalità in senso stretto; la corruzione è una piovra che con i suoi tentacoli abbraccia, o meglio tenta di strangolare, la società, nei suoi molteplici aspetti.
In questo sequel, il regista focalizza l’attenzione sulla cittadina di La Paz e amplia il tema, analizzando come l’establishment politico filippino intimidisca e corrompa i mass media: il personaggio del giornalista corrotto, Salas, è, infatti, il fulcro della vicenda.
Il film, pervaso di cinismo, non indugia tanto sull’azione quanto sull’analisi dei personaggi e di come essi si intreccino nei giochi perversi della corruzione locale, in un sistema sociale fondato sulla cultura dell’impunità, come quello filippino.
Chiaramente Matti subisce il fascino dei suoi personaggi, anche se sono dei criminali; ne fa emergere il lato umano e sospende i giudizi morali.
Il film, come lo stesso regista ha dichiarato, vuole essere un omaggio ai gangster movie americani, Coppola, De Palma e soprattutto Scorsese; non a caso, Matti sceglie di accentuare la potenza delle scene di violenza, utilizzando soundtracks (orientali) dalle sonorità tipiche degli anni’80 e ’90.
On the Job: The Missing 8, la storia continua nella serie HBO
On the Job: The Missing 8 nasce per il grande schermo e, successivamente, più per questioni logistiche di distribuzione che per una esigenza creativa, è diventata una serie; del resto il cinema e la serialità televisiva, di questi tempi, vanno di pari passo per l’alto standard dei prodotti realizzati.
A partire dal 12 settembre, i primi tre episodi di On the Job saranno disponibili per lo streaming su HBO Go, con un nuovo episodio in uscita ogni domenica.
Questa strategia distributiva sulla piattaforma streaming, non solo assicura un vasto pubblico globale per la “saga” di Erik Matti, ma ha anche dato a quest’ultimo l’opportunità di rivisitare e rielaborare il suo film precedente.
Nonostante l’eccessiva lunghezza del film, On the Job: The Missing 8 non presenta problemi strutturali o di coerenza narrativa; è un’opera fruibile e interessante che offre notevoli spunti di riflessione.
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