Lo stesso De Giovanni, insieme a Gassmann e ad Andrea Ozza, ha curato la sceneggiatura della riduzione cinematografica, realizzando un film a forte impatto emotivo che non potrà lasciare indifferenti.
Il silenzio grande: la trama
La vicenda si svolge a Posillipo verso la metà degli anni Sessanta. Villa Primic è una maestosa dimora un tempo lussuosa ma, ormai, con evidenti segni di decadimento. Qui vive il celebre scrittore Valerio Primic (Massimiliano Gallo) insieme alla moglie Rose (Margherita Buy), ai figli Massimiliano (Emanuele Linfatti) e Adele (Antonia Fotaras) e alla domestica Bettina (Marina Confalone).
La fortuna dilapidata dalla famiglia ha indotto Rose a mettere in vendita la magione, spalleggiata dai figli. Unico a essere contrario, insieme a Bettina, è Valerio, che tenterà inutilmente di opporsi a tale decisione e che si renderà amaramente conto di aver vissuto accanto ai propri cari senza, in realtà, averli mai conosciuti per davvero. Così come, probabilmente, non ha mai realmente conosciuto se stesso.
Un film fatto di molte parole che non riescono a nascondere il silenzio grande che si crea intorno ai protagonisti
“Tanti piccoli silenzi fanno un silenzio grande” dice, a un certo punto Bettina.
I tanti silenzi sono i non detti fra i vari componenti del nucleo familiare che, nel corso degli anni, si sono accumulati sino a formare, per l’appunto, un silenzio più grande, ormai difficile da colmare.
E nel film di Alessandro Gassmann i discorsi, seppur preponderanti, non fanno altro che far da megafono all’incapacità da parte dei personaggi di comunicare fra loro.
Il silenzio grande, concepito con un impianto decisamente teatrale che ne tradisce le origini, rappresenta una immersione totale all’interno di una famiglia che, a un certo punto del proprio percorso, si trova a dover affrontare una scelta tanto necessaria quanto dolorosa.
Opera fatta di ricordi, di rimpianti, di allontanamenti e riavvicinamenti. Il film di Gassmann riesce a catturare lo spettatore con la sua trama ma, soprattutto, con la fotografia di Mike Stern Sterzyński che gioca molto sulla desaturazione dei colori, facendo così apparire tutto come vecchio, privo di vita: i luoghi come i protagonisti.
Non per nulla, vedendo Il silenzio grande, viene subito alla mente la commedia di Eduardo De Filippo I nostri fantasmi perché, forse, coloro che si muovono all’interno della vicenda sono tutti fantasmi. Donne e uomini uccisi dal peso del proprio passato, dei propri rimpianti.
Un film bello e importante, egregiamente interpretato da tutti gli attori. Ambientato, come dice lo stesso regista:
“in un’epoca senza cellulari e social dove parlarsi era l’unico modo per cercare di capirsi, amarsi, odiarsi”.
Un film, afferma ancora Gassmann,
“sulle cose non dette, e sul desiderio di parlare e ascoltare, in un momento in cui è molto difficile, o perché non ti fanno esprimere o perché, se lo fai, vieni insultato”.
Il silenzio grande, distribuito da Vision Distribution, sarà nelle nostre sale a partire dal 16 settembre.