Il film documentario si sofferma su materiali di repertorio relativi alla vita e alla carriera del compositore: un viaggio alla scoperta della sua musica, e del suo rapporto con l’arte.
Ezio Bosso, le cose che restanoil focus è la musica
C’è un leggero filo conduttore che lega due documentari presentati a Venezia.
Il focus è lo stesso, la musica, e le storie, seppur distanti, sono più vicine di quanto si pensi. Hallelujah: Leonard Cohen, A Journey, A Song ed Ezio Bosso – Le cose che restano ci raccontano quanto a volte il talento non basti a determinare il successo di un autore.
Il caso è l’ottava nota che segnerà la svolta di un artista poliedrico, geniale, passionale come Ezio Bosso. Uno che ricorda il numero di sinfonie suonate, e che non ha bisogno di un leggio da sfogliare durante l’esibizione.
È tutto qui, nella sua mente e nel suo cuore, due elementi che nella musica si completano e che Bosso, da quando suonava il contrabbasso, lo sapeva bilanciare come nessun altro.
Musica e individuo
Ezio Bosso è stato un artista, compositore, ma prima di tutto un amante della musica a tutto tondo.
Le sue forme, rigorose, potenti, sono capaci di trasformare un suono in un sentimento profondo e personale, senza per forza usare la parola per trasmettere il messaggio.
Il film, del resto, è una continua ricerca della forma contenuta nei suoi concerti. Un’impresa impossibile, non tanto per demerito del regista Giorgio Verdelli, quanto per la capacità dell’artista di non lasciarsi mai incasellare dentro alcuni preconcetti.
Le stesse parole dell’autore racchiudono tutta la sua vita dentro e fuori dal palco, alternate da una lunga serie di concerti che lo hanno portato a vivere il sogno di un’intera vita.
In questo grande spartito di pensieri intimi e profondi, il pubblico scopre la sua idea di musica, che non è semplicemente un mezzo per trasmettere emozioni, ma l’espressione di se stessi.
Musica e ricordi
Ezio Bosso, le cose che restano è un documentario che sa essere didascalico nel raccontare tutta la carriera del musicista, ma sa allo stesso tempo scavare in profondità, grazie agli interventi di chi lo ha conosciuto, da Gabriele Salvatores, con cui ha lavorato nei film Io non ho paura e Il ragazzo invisibile, a Paolo Fresu, Silvio Orlando, Diego Bianchi, Luca Bizzarri e Paola Turci.
Un viaggio alla scoperta della sua musica e del suo talento, che dimostra come l’arte non conosce limiti, se alla base c’è una storia e un sentimento da raccontare.
Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers