‘Old Henry’, il tragico splendido ultimo atto dell’epopea del West
Agli albori del '900, mentre tramonta un'epoca, nell'America delle grandi praterie la pistola fa ancora sentire la sua voce e quella delle sue leggende
Old Henry reinterpreta un pezzo di una storia del West mai passata nel dimenticatoio. Potsy Ponciroli dirige con estrema accuratezza quella che parrebbe una delle ultime fiammate di un mondo che per quasi un secolo negli Stati Uniti è stato il Mondo. La regia, attenta a ogni dettaglio, tratteggia le scene come ritratti nei quali le sequenze diventano pennellate di grande intuizione cromatica e spunto emozionale. Ma non c’è enfasi. Ponciroli si limita a mettere in campo tutto quello che ama e che sa di una stagione complicata, affascinante e irripetibile della storia americana. E mentre il sipario si chiude per l’ultima volta diventa persino difficile applaudire quello che è stato raccontato con la tensione che irrigidisce ancora i tendini per uno spettacolo che è stato unico. Old Henry è stato presentato fuori concorso alla 78 Biennale del Cinema di Venezia. È prodotto da Hideout Pictures e Shout!Studios.
Old Henry, la trama
Henry è un agricoltore che nonostante l’età matura conserva ancora un ottima forma. Con Wyatt, il figlio adolescente, è impegnato a mandare avanti la fattoria che ha faticosamente messo in piedi. I suoi confini sono segnati dalla proprietà del cognato e dalla tomba in ricordo della defunta amata moglie. Una traiettoria di pace e serenità che di colpo cambia direzione quando un giorno un cavallo con la sella sporca di sangue giunge nella sua proprietà. Henry si mette alla ricerca di chi lo cavalcava trovandolo poco distante, quasi in fin di vita, riverso accanto a un albero. Pur non fidandosi della sua identità gli dà cura e riparo. Ancora non lo sa, ma dall’armadio dei ricordi dovrà riprendere qualcosa che credeva aver dimenticato per sempre.
Cowboy Shot
La macchina da presa di Ponciroli da subito regala un segnale identitario mostrando la sua riserva di anime nella quale vige la libertà che tutto possa accadere, non tanto per un’espressa volontà di qualcuno in gioco, ma perché un verdetto inappellabile è già stato emesso. Così le inquadrature respirano e non stringono mai troppo sui tanti volti vissuti che si procacciano i primi piani. Le sparatorie sono un tutt’uno con quello che attorno è fasciante e ventosa natura. I piani americani del Vecchio West sono rarità e abbondano le figure intere e i campi lunghi che prefigurano fughe, morte e un qualche futuro lontano da un presente ormai quasi scomparso.
Knockin’ On Heavens Door
Le porte del paradiso si sa che non fanno distinzione tra santi e reietti, persino in un West che, superato il crinale del ‘900, sbuffa ancora i suoi ultimi sospiri in una remota porzione del suo immenso territorio. Tra falsi uomini di legge, veri criminali, nuove identità e ragazzi ancora in cerca di se stessi, si consuma il Fato che tinge di sangue la terra e redime le coscienze di coloro che sopravvivono. È così che Old Henry diventa un unico incommensurabile punto di svolta, il passaggio obbligato per un paradiso ancora difficile da intravedere ma già presente nei campi lunghi di Ponciroli e nella dosata e folgorante fotografia di John Matysiak. In questa spudorata e irrefrenabile tensione, con il tintinnio degli speroni e l’eco del rumore delle Colt che piomba all’improvviso lì dove l’Inferno era recluso, sfilano ad uno ad uno tutti i bravissimi interpreti capeggiati da Tim Blake Nelson, l’impavido ed enigmatico Henry.
Mamma, toglimi questo distintivo di dosso
Non posso più usarlo.
Sta diventando buio, troppo buio per vedere.
Mi sento come se stessi bussando alla porta del paradiso.
Bob Dylan
Le donne
Old Henry non prevede personaggi femminili ma non a caso l’immagine del sepolcro della defunta moglie di Henry apre e chiude la pellicola. Una scelta ben precisa che definisce ancor di più un territorio nel quale la brutalità dei conflitti e dei regolamenti di conti era riservata, salvo rare eccezioni, all’universo maschile. È questa la cornice della sceneggiatura di Ponciroli, adagiata su di una pagina bianca nella quale raccogliere e preservare tutta la poesia di una femminilità silenziosamente presente nel ricordo del protagonista e nel conflitto generazionale con il figlio Wyatt. È il battito dell’umanità del quotidiano che pervade l’epica e non cessa di esistere nemmeno nell’ultimo tragico atto di una stagione al tramonto.
Anno: 2021
Durata: 99 minuti
Distribuzione: Blue Swan Entertainment
Genere: Western
Nazionalita: USA
Regia: Potsy Ponciroli
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