Biennale del Cinema di Venezia

‘Nuestros días más felices’ la vita adulta nel corpo di una bambina a Venezia 78

Una donna che si sveglia nel corpo di una bambina è al centro di ‘Nuestros días más felices’.

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Nuestros días más felices è il film di Sol Berruezo Pichon-Rivière, nella sezione Biennale Cinema College alla mostra del cinema di Venezia.

Nuestros días más felices: la trama

Agatha, settantaquattro anni, ha con il figlio Leonidas, trentasei anni, un legame simbiotico: la donna non si è più innamorata e Leonidas non osa costruirsi una vita al di fuori delle mura di casa. Un giorno Agatha si sveglia e si ritrova all’improvviso nel suo corpo di bambina di otto anni. Dopo aver bruscamente tagliato i legami con il mondo esterno per paura di dover dare spiegazioni, l’unica soluzione di Agatha sarà chiamare Elisa, la figlia di trentotto anni, che sebbene sia indipendente ormai da molto tempo, tornerà a casa per curare le ferite rimaste ancora aperte.

Le dichiarazioni della regista

La vecchiaia come un ritorno all’infanzia e alla dipendenza fisica ed emotiva. La paura di tutta una vita: morire soli.

È questo quello che ha deciso di fare Sol Berruezo Pichon-Rivière nel suo film, nella sezione Biennale College Cinema. Come da lei dichiarato ha giocato con questa paura alla quale fa riferimento. L’ha afferrata, rimossa e poi presentata in una situazione surreale.

I quesiti che ci si pone

Così facendo la regista ha realizzato un’opera prendendo spunto da alcune domande e quesiti:

Esplorare i legami familiari e i loro limiti: fino a che punto io esisto al di fuori dei miei genitori e del contesto familiare? Cosa succederà quando moriranno i miei genitori?

Ma anche dal punto di vista opposto. Dal punto di vista dei genitori: cosa succederà quando i figli saranno cresciuti e non ci sarà più bisogno che il genitore se ne prenda cura e provveda a loro? Quando ci si potrà riprendere la propria vita? E se sarà possibile, sarà ormai troppo tardi? Tre protagonisti che non sono riusciti a portare avanti la loro vita, che non hanno trovato, o non osano, guardare in faccia la felicità: quel sentimento sfuggente cui dedichiamo tutta la vita per cercare di afferrarlo.

Il trailer di Nuestros días más felices

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