Nella sezione Fuori Concorso della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia è presente Becoming Led Zeppelin, documentario sulla storica band britannica, diretto da Bernard MacMahon e prodotto da Paradise Pictures.
Becoming Led Zeppelin è un film che nessuno pensava si sarebbe potuto mai realizzare. L’ascesa alla celebrità della band fu rapidissima e praticamente non documentata.
Grazie all’accesso esclusivo al gruppo e ai suoi archivi personali, al pieno sostegno della band e alla disponibilità di filmati mai visti prima, il documentario conduce nelle immagini e nei suoni dei loro esordi.
Per tutti i milioni di persone che non vedranno mai la band dal vivo, questa è l’esperienza che più si avvicina alla partecipazione a un loro concerto.
Prima di Starway to Heaven e della chitarra Dragon, prima dei dischi d’oro e delle ragazze, c’erano semplicemente quattro uomini e il loro amore per la musica.
Becoming Led Zeppelin ci svela i loro percorsi individuali mentre si muovono sulla scena musicale degli anni Sessanta, suonando alcuni dei più grandi successi dell’epoca nei piccoli club della Gran Bretagna, finché nell’estate del 1968 si incontrano per provare insieme e le loro vite cambiano per sempre. I quattro percorsi si fondono in uno quando partono alla conquista dell’America in un giro sulle montagne russe che culmina nel 1970, nel momento in cui diventano la band numero uno al mondo.
Le dichiarazioni del regista
Il regista Bernard MacMahon ha dichiarato:
“Con Becoming Led Zeppelin il mio obiettivo era quello di realizzare un documentario che sembrasse un musical.
Ho voluto intrecciare le quattro storie dei componenti della band, prima e dopo la fondazione del gruppo, con ampie parti nelle quali la storia dei Led Zeppelin è raccontata solo attraverso l’uso della musica e delle immagini, in modo da contestualizzare il loro sound nei luoghi dove è stata creato e nelle situazioni che l’hanno ispirato. Ho utilizzato solo pellicole e negativi originali, con oltre 70.000 fotogrammi di repertorio restaurati manualmente, nonché sequenze di fantasia ispirate a Singin’ In The Rain, dove
momenti inediti di esibizioni dal vivo si sovrappongono a immagini di manifesti, biglietti e viaggi, volendo ricreare quel senso di frenesia che ha segnato quella fase della loro carriera.”
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