Denis Villeneuve prova a rompere la maledizione che accompagna la trasposizione cinematografica del più grande successo nella storia della letteratura di fantascienza, 20 milioni di copie vendute in tutto il mondo, con un’opera maestosa e rigorosa. Il suo Dune, molto fedele all’omonimo libro di Frank Herbert del 1965, si presenta come un lavoro che fa della solennità il suo segno distintivo. Un successo annunciato reso possibile anche dalla colonna sonora di Hans Zimmer.
Proiettato fuori concorso in anteprima mondiale alla 78 Mostra del Cinema di Venezia, prodotto dalla Legendary Pictures e dalla Warner Bros, dopo il successo in sala il film arriva ora su Prime Video.
Dune, la trama
Nell’anno 10191 la nobile famiglia degli Atreides viene incaricata dall’imperatore Shaddam IV di prendere possesso di Arrakis. È il pianeta della Spezia, la sostanza indispensabile per i viaggi interstellari e per la vita stessa dell’intero universo. Ma è anche la terra dei deserti di sabbia e dei suoi grandi e spaventosi vermi. Gli Atreides prendono il posto del casato degli Harkonnen, abile nel sfruttare al massimo i traffici con la Spezia e nel vessare gli abitanti del pianeta. A loro si erano inutilmente opposti i Fremen, il popolo guerriero che vive tra le rocce e le dune desertiche di Arrakis.
La casata degli Atreides comandata dal duca Leto comprende la concubina Lady Jessica, membro del misterioso ordine spirituale delle Bene Gesserit e dotata di straordinari poteri mentali, e Paul, il giovane erede guidato da una spiccata sensibilità e dalla tendenza ad avere sogni premonitori, in cui compare spesso Chani, una ragazza Fremen.
Una scommessa riuscita
Il Dune di Villeneuve vince la sua scommessa risultando molto più convincente dei suoi predecessori. I fallimenti di Alejandro Jodorosky, autore di una preparazione lunghissima e accuratissima, dal 1973 al 1977, conclusasi con un nulla di fatto e, soprattutto, di David Lynch nel 1984, sfociato in un clamoroso flop al botteghino, erano i segni tangibili della difficoltà della sfida. Villeneuve non sperimenta e segue quasi pedissequamente il testo originale. La sceneggiatura, scritta dal regista insieme a John Spaihts ed Eric Roth, si modella con estremo rispetto verso un’opera che per complessità rivaleggia solo con Il Signore degli anelli di Tolkien. La solennità è l’elemento che più marcatamente accompagna le vicende di tutti i suoi personaggi rivestendo di sé ogni punto di svolta del racconto.
Hans Zimmer
Non v’è dubbio che una parte della riuscita di questa versione di Dune vada attribuita alle musiche di Hans Zimmer, appassionato ed entusiasta lettore del capolavoro di FrankHerbert. Tanto più che non è l’unica musica scritta per l’occasione. Il compositore tedesco ne ha prodotto una seconda versione per il libro The Art and Soul of Dune, in pratica il making-off cartaceo della pellicola di Villeneuve. La colonna sonora di Zimmer è un mantello che avvolge l’intero film, fornendogli il giusto respiro per percorrere le impervie e scoscese vie dell’epica.
Dune, l’epica
La struttura narrativa originale di Frank Herbert ricalcava, sostanzialmente, i modelli dei classici dell’epica, poi ripresi da Vogler per il suo celebre manuale di sceneggiatura. Nel lavoro di Villeneuve c’è tutto questo: l’epica greca che si fonde con i cicli medievali per dare vita a una narrazione che celebra l’eroe trasfigurando continuamente la realtà attorno a lui. La versione cinematografica del regista canadese ha una notevole forza espressiva che trae proprio da questo continuo, e martellante, annuncio del compimento del mito. Rispetto alla grande saga di Guerre Stellari, che a sua volta attinse a piene mani dal romanzo di Herbert, è dotata di una marzialità e di un rigore che soverchiano largamente i rarissimi passaggi dediti all’ironia.
“Non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi. E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla. Soltanto io ci sarò.”
Paul Atreides
Il mestiere delle armi
Fermo restando i temi presenti nel romanzo di Herbert, integralmente ripresi da Villeneuve, visionari e precursori fino al punto di definire una fantascienza ecologica, è abbastanza chiaro che la trama di Dune trae le sue radici conflittuali nei contesti bellici che animavano il territorio italiano nell’Alto Medioevo. Descritto molto bene da Ermanno Olmi nel suo Ilmestiere delle armi, l’intreccio narrativo che governa la saga di Herbert è quello tipico che regolava le contese di quel tempo con i vari Duchi e Principi pronti a schierarsi con il Papa o l’Imperatore a seconda delle propria convenienza del momento. Uno scenario che l’opera di Villeneuve dispiega in maniera chiara nella sua tragica dinamica, delineando quelli che saranno gli schieramenti presenti all’interno dell’intero ciclo herbertiano.
Il trailer ufficiale italiano di Dune
Gli interpreti e la tecnica
Per questa gigantesca produzione Villeneuve si è affidato a un cast di assoluto livello che effettivamente non tradisce le attese. Il protagonista è l’enfant prodige Timothée Chalamet che veste i panni di Paul Atreides con grande autorità. Attorno a lui due figure femminili di enorme fascino e bravura: Rebecca Ferguson, Lady Jessica, e Zendaya, Chani.
Nella pletora degli altri personaggi maschili sicuramente da citare Oscar Isaac, il duca Leto Artreides, Duncan Idaho, Jason Momoa, e Javier Bardem, Stilgar.
Un ruolo importante, da non dimenticare, svolge la fotografia di Greig Fraser chiamata a gestire cambi di luce e di colore piuttosto complessi così come il montaggio di Joe Walker dedito ad assemblare con il giusto piglio le complicate sequenze di spazi e tempi differenti.
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