107 Madri (Cenzorka ) di Peter Kerekes viene oggi presentato nella sezione Orizzonti alla 78 Edizione del Festival di Venezia.
Nel cast: Maryna Klimova, Iryna Kiryazeva, Lyubov Vasylyna
107 Madri: la storia di Lesya
Lesya ha commesso un delitto passionale in seguito al quale deve scontare sette anni di reclusione in uno degli istituti femminili di correzione di Odessa. Ha appena messo al mondo il suo primo bambino e ora sta per fare il suo ingresso in un mondo popolato esclusivamente da donne: detenute, infermiere e guardie carcerarie, donne di tutte le età, mogli e vedove, figlie, sorelle, donne incinte e altre con bambini. Se non fosse per il colore dell’uniforme, a volte risulterebbe difficile distinguere le une dalle altre.
107 madri il regista definisce il film
Per il film il regista, tra le numerose storie di donne recluse nella Colonia 74, si è ispirato maggiormente alla vicenda di una donna che, dopo avere assassinato il marito per gelosia, è arrivata in carcere incinta.
Abbiamo trascorso diversi anni in una prigione reale con carcerati veri cercando di avvicinarli e riprenderli come soggetti attivi piuttosto che come oggetti passivi. Poiché la maggior parte delle detenute era in attesa della libertà condizionata o avrebbe potuto essere trasferita in un altro carcere in qualsiasi momento, ho deciso di scritturare un’attrice professionista per impersonare Lesya, sapendo che non potevo rischiare di perdere la mia protagonista.
Maryna ha partecipato a tutti i colloqui preliminari e ha trascorso molto tempo con le detenute.
Non volevo che si limitasse a imitare i loro comportamenti: volevo che le ascoltasse e provasse a comprenderle.
Inoltre, volevo che il film rappresentasse una testimonianza autentica e collettiva delle madri recluse non solo attraverso i loro dialoghi con Iryna; ma anche attraverso le scene silenziose: la solitudine che queste donne vivono e provano quando si vedono portare via i propri figli e finiscono la loro torta di compleanno in preda alla disperazione; i rari barlumi di felicità che le donne vivono quando dimenticano, anche solo per un breve momento, di essere in prigione. Visivamente, queste scene sono trattate quasi al pari di una fotografia: il ricordo di un momento al di fuori della dimensione spazio-temporale.
Produzione
Punkchart films (Ivan Ostrochovský), Radio and Television of Slovakia (Ivana Kurincová), Endorfilm (Jiří Konečný), Arthouse Traffic (Denis Ivanov), Peter Kerekes, Hypermarket Film (Vít Klusák, Filip Remunda).
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