The Lost Daughterè il film che segna l’esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal, che l’attrice ha deciso di presentare in concorso alla 78esima mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film è tratto dal romanzo La figlia oscura di Elena Ferrante.
The Lost Daughter: la trama
Sola in una località di mare, Leda osserva ossessivamente una giovane madre e la figlia in spiaggia. Turbata dalla complicità del loro rapporto (e dalla loro chiassosa famiglia), Leda è sopraffatta dai ricordi legati allo sgomento, allo smarrimento e all’intensità della sua maternità. Un gesto impulsivo la getta nello strano e minaccioso universo della sua stessa mente, in cui è costretta a fare i conti con le scelte anticonformiste di quando era una giovane madre, e con le loro conseguenze.
Il cast
Fanno parte del cast di The Lost Daughter:Olivia Colman (La favorita, The Father), Jessie Buckley, Dakota Johnson, Peter Sarsgaard(I magnifici 7), Oliver Jackson-Cohen, Paul Mescal, Ed Harris.
Dalla carta allo schermo: la copertina dell’ebook
Interessante, per capire meglio anche la storia, è la copertina dell’ebook della scrittrice napoletana. Ritrae un’immagine di Camogli pubblicata da textpublishing.com.au. Poi è stata ripresa da diversi siti online, del tipo books.apple.com, e quotidiani in lingua inglese, come il prestigioso Sydney Morning Herald. Ve la presentiamo qui sotto:
Le dichiarazioni di Maggie Gyllenhaal
Ecco quanto dichiarato dalla regista esordiente:
«Quando ho letto il romanzo La figlia oscura, mi sono sentita pervadere da una sensazione tanto strana e dolorosa quanto innegabilmente vera. Una parte nascosta della mia esperienza di madre, compagna e donna stava trovando voce per la prima volta».
Fin da subito è nato in lei il desiderio di portare sullo schermo questa storia, non tanto per lo schermo, quanto per le emozioni del pubblico in sala. E lo ha spiegato così:
E ho pensato a come fosse entusiasmante e pericoloso dare vita a un’esperienza come quella, non nella quiete e nella solitudine della lettura, ma in una stanza piena di esseri umani dotati di vita pulsante e sensazioni. Come ci si sente a essere seduti accanto alla propria madre, al proprio marito, alla propria moglie o figlia nel momento in cui sentimenti ed esperienze comuni a lungo taciuti, trovano invece voce?
The Lost Daughter: l’importanza dello schermo cinematografico
Pur con alcuni dubbi e con mille domande, la Gyllenhaal ha voluto portare avanti la sua idea e realizzare questo film:
«Ovviamente esiste una sorta di sgomento e pericolo nel relazionarsi a qualcuno alle prese con cose che ci sono state dipinte come vergognose o sgradevoli. Ma quando quelle esperienze vengono portate sullo schermo, esiste anche la possibilità di trovare conforto: se qualcun altro formula quegli stessi pensieri e prova quelle stesse sensazioni, forse non si è soli. Questa è una parte della nostra esperienza che di rado trova espressione e, quando ciò accade, è per lo più attraverso l’aberrazione, la dissociazione o il sogno».