Of Freaks and Men di Aleksey Balabanov si presenta sulla carne. I titoli di testa, in rosso sangue, appaiono e scompaiono su foto d’epoca di corpi nudi e frustini: la preistoria della pornografia sadomaso.
Ma l’ultimo scatto è su San Pietroburgo. Lì, nel prologo simil-muto in bianco e nero, arriva Johann: l’anima nera come il soprabito, lo sguardo glaciale di certi inverni in Russia. Sempre lì, vediamo, il dottor Stasov adotta due gemelli siamesi, che l’algida moglie cieca addestrerà al canto, per il buon gusto dell’agiata borghesia.
E una foto, ancora: la piccola Lisa, sguardo smarrito, è in posa per un ritratto voluto dal padre, l’ingegner Radlov. Ancora tutto innocente, ma solo per poco. Gli anni passano. La fotografia di Of Freaks and Men vira in seppia. La storia vira al viscido, tra intrighi erotici, rivoltelle e una rivoluzione in arrivo nella nascente industria del porno: arriva il cinema. Su MUBI dal 24 agosto.
La trama di Of Freaks and Men
San Pietroburgo, inizi del XX secolo. Il bello e riservato Johann è specializzato nella ripresa di immagini erotiche che ritraggono le fustigazioni di donne a sedere nudo. Con l’aiuto dei suoi assistenti, le creazioni fotografiche penetrano gradualmente nelle pacifiche famiglie russe dell’alta borghesia. (fonte: MUBI)
L’età senza innocenza
Aleksey Balabanov, scomparso nel 2013, in venticinque anni di carriera è stato autore di realismo crudissimo e acuto, capace di intonazioni ironiche e occasionalmente poetiche. Con Brat (1997) e il fortunato sequel Brat 2 (2000), si è immerso brutalmente nel gangsterismo post-sovietico.
Of Freaks and Men (1998; qui un raro trailer) è un’altra history of violence, meno pirotecnica ma più crudele. Da un lato, c’è una pulsione erotica malsana che si esprime con toni disturbanti, dallo sfruttamento della coppia di gemelli siamesi al feticismo di Johann (Sergei Makovetsky) con l’anziana bambinaia. Dall’altro, sembra che ogni patologica bizzarria sia generata da una società perbene nelle apparenze, ma marcia nell’animo.

Of Freaks and Men: Johann, a destra in primo piano, osserva Putilov alle prese con foto sadomaso
Incontri sotto ai ponti, stanze chiuse a chiave, scantinati presi in affitto per riprese pornografiche: è tutto un corrompere e un corrompersi. È la società stessa ad essere freak, ma in gran segreto. Il veleno può entrare nel sangue da un bicchiere di cristallo: i gemelli costretti a bere l’alcol. La violenza esplode tra i merletti: di una tenda o di un reggicalze. L’età dell’innocenza è finita troppo presto.
La camera oscura
L’età del cinema è ai primordi, ma sembra un seme del progresso gettato nel terreno inquinato. Il padre di Lisa, Stasov, dice al giovane fotografo e futuro regista Putilov, venuto in visita per corteggiare la ragazza:
Siamo all’alba di qualcosa di più grande, di nuovo. Il cinema è solo l’inizio.
Questo idealismo positivo – anzi, positivista – si affida al progresso tecnico, ma si scontra con la decadenza morale. Appena nato, il cinema è già pervertito al voyeurismo e all’exploitation: ecco servito il cinema freak. Lo stesso Putilov (Vadim Prokhorov) è un puro che non sarà mai puro. Costretto per necessità economiche a dipendere dai loschi affari di Johann, non fa che ripetere a Lisa (Dinara Drukarova): io ti salverò. Salvo essere lui stesso l’operatore di camera, sia delle foto che dei filmini. Anche lui ha la sua camera oscura; anche la sua Russia è senza amore.
Anime morte
Il mélange dei toni di Of Freaks and Men include anche più morbide allusioni da commedia deadpan, come nell’aguzzino dal ghigno buffo di Viktor Sukhorukov. Cita il muto, ovviamente, nelle didascalie e nella fotografia, e lo stesso Freaks di Tod Browning nel titolo. Le sue corde, però, sono più affini a certo grottesco malato del Lynch di Blue Velvet: Johann ricorda a tratti il Frank Booth di Dennis Hopper. Il dramma da camera, che fa affiorare dalla penombra l’opacità morale della classe media, induce persino ad associazioni col cinema di Michael Haneke, molto prima di un film come Il nastro bianco (2009). Balabanov, però, è tra gli autori capaci di interpretare la cosiddetta anima russa. San Pietroburgo s’inneva; un giradischi gracchia un canto uggioso; Lisa ha negli occhi un mesto abbandono. S’intuisce nel film la malinconia di certe epopee, piccole o grandi, della letteratura nazionale.

Of Freaks and Men: Johann fissa l’orizzonte di San Pietroburgo
Tra erotismo disturbante e antieroi senza redenzione, Of Freaks and Men di Aleksey Balabanov racconta l’esplosione del porno, anche violenta, nella San Pietroburgo d’inizio ‘900, senza rinunciare alla dolcezza malinconica dei segreti inconfessabili.