28 giorni dopo è un film del 2002, diretto da Danny Boyle con protagonista Cillian Murphy.
La trama di 28 giorni dopo
Un gruppo di animalisti irrompe in un laboratorio per liberare delle scimmie su cui si sta sperimentando una variante della rabbia. Il morso di una di loro scatena in pochi secondi un virus che trasforma i contagiati in aggressive e furiose bestie sanguinarie.
Passano 28 giorni: Jim (Cillian Murphy) si risveglia in un ospedale di Londra senza sapere nulla di ciò che è successo intorno a sé, completamente solo e nella desolazione totale. Incontrerà presto altri superstiti con cui si metterà in viaggio nella speranza di una salvezza.
L’evoluzione di Jim
Il film è idealmente suddiviso in tre parti, alle quali corrispondono gli incontri con i tre padri putativi di Jim. Egli, infatti, scoperta la morte dei genitori, cerca continuamente la figura del padre fino alla catarsi finale, quando sarà costretto a scatenare tutta la sua furia omicida per sopravvivere.
Ferocia, a tratti compiaciuta, affine a quella con cui gli infettati attaccano e uccidono le persone. E che è in netta contrapposizione all’umanità e alla fragilità che caratterizza il personaggio all’inizio del film.
I riferimenti e il genere horror
Reduce dal clamoroso insuccesso di The Beach e prodotto con un budget ridotto di 8 milioni di dollari, il fanta-horror inglese di Danny Boyle (insieme a Resident Evil di Paul W.S. Anderson) inaugura un fortunato filone di film con gli zombi che accompagnerà gli anni 2000 fino al culmine con la serie The Walking Dead.
A voler esser pignoli, però, qui non è di zombi che si tratta, bensì di infetti, pertanto sarebbe più corretto collocare 28 giorni dopo tra gli horror che alla base trattano il tema pandemico/apocalittico.
Il film di Boyle si aggancia a una tradizione horror che va dalla lezione “romeriana” (nel film sono inseriti omaggi voluti e non a Zombi e a Il giorno degli zombi, ma anche a La città verrà distrutta all’alba) a classici come Io sono leggenda dello scrittore Richard Matheson (e rispettivi adattamenti cinematografici del ’64 e ’71), a cult come Incubo sulla città contaminata di Umberto Lenzi e la serie tv I sopravvissuti.
Lo stile
Da questo citazionismo, in parte dovuto, ma che, a tratti, rende il film prevedibile, Boyle prende le distanze. E anzi rinnova il genere con una tecnica registica piena di trovate visive notevoli, alternando uno stile più posato a uno più epilettico e forsennato, sempre in funzione della narrazione (l’immagine in digitale è frutto della collaborazione con Anthony Dod Mantle), così come il montaggio concitato che gestisce le complesse scene d’azione.
Il film, inoltre, è stato girato quasi tutto in ordine cronologico per aiutare gli attori ad entrare meglio nei ruoli (Boyle dice di aver imparato questo metodo dal maestro Ken Loach che lo utilizza con gli attori non professionisti).
Le magnifiche location del film aiutano molto a creare l’atmosfera, inizialmente più affascinante e sospesa ma che diventa lentamente più oscura e claustrofobica.
La colonna sonora di John Murphy regala numerosi picchi emotivi. In particolare grazie alla musica ascendente dei Godspeed You! Black Emperor nell’indimenticabile scena di Jim che vaga nella Londra deserta e a Brian Eno che con An Ending (Ascent) accompagna una delle scene più calme ed estatiche del film.
Enorme successo di pubblico e di critica, il film ha portato alla realizzazione di un seguito diretto da Juan Carlos Fresnadillo: 28 settimane dopo.
Il film è disponibile su Prime Video e su Disney+.
Il trailer di 28 giorni dopo
28 Days Later
Anno: 2002
Durata: 113 min
Distribuzione: 20th Century Fox
Genere: Drammatico, Horror, Sci-fi
Nazionalita: UK
Regia: Danny Boyle
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