Un mare di polemiche aveva investito il Festival di San Sebastian in seguito alla sua decisione di assegnare il Donostia Award – un premio alla carriera – a Johnny Depp, definendolo ‘uno degli attori più talentuosi e versatili del cinema contemporaneo’.
L’attore è da qualche tempo nell’occhio del ciclone dopo che un tribunale inglese ha dato ragione al tabloid The Sun, che lo accusava di ripetuta violenza domestica.
Nonostante, infatti, la smentita delle sue precedenti compagne, la causa contro il The Sun si è conclusa con una sconfitta e il tribunale ha confermato la versione dell’ex-compagna Amber Heard, che ha dichiarato di aver subito dall’attore numerose aggressioni.
La polemica dell’Associazione spagnola delle donne di cinema
La presidentessa dell’Associazione spagnola delle donne di cinema, Cristiana Andreu, aveva commentato così la scelta di San Sebastian:
“Questa è una pessima pubblicità per il festival e per la sua dirigenza e trasmette un terribile messaggio al pubblico: Non importa se sei un violento se sei un bravo attore.”
A qualche mese di distanza arriva un’altro riconoscimento: due dei film prodotti da Depp saranno presentati durante il festival ceco di Karlovy Vary.
Si tratta di Crock of Gold: A Few Rounds with Shane MacGowan e Minamata, in arrivo in Italia a novembre.
I direttori del festival, Krystof Mucha e Karel Och, dicono:
“Siamo incredibilmente onorati di dare il benvenuto al festival ad un’icona del cinema contemporaneo. Ammiriamo il signor Depp da tantissimo tempo e siamo felicissimi di tributargli questo onore.”
Ad oggi, Johnny Depp è ancora persona non grata nell’ambiente dello spettacolo statunitense.
In molti ritengono si tratti di una situazione inaccettabile, soprattutto in seguito alla scelta della Warner Bros di sostituirlo con Mads Mikkelsen nel ruolo di Gellert Grindelwald nel terzo capitolo di Animali Fantastici. Allo stesso modo, però, continuare a lavorare con personaggi che si sono macchiati di delitti – e che, per questo, sono stati processati – costituisce inevitabilmente una presa di posizione da parte delle major. Fino a che punto, quindi, è giusto separare l’arte dall’artista?
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