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‘Vortex’ il film di Gaspar Noé dal Locarno Festival

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Vortex di Gaspar Noé, dopo la presentazione al Festival di Cannes 2021 e alla 74esima edizione del Festival di Locarno, arriva su Mubi.

Dopo Irréversible (2002), Enter the Void (2009), Love (2015), Climax (2018) e Lux Aeterna (2019), Vortex è l’ultimo lavoro del regista, scritto, diretto e completato in meno di 4 mesi durante il lockdown.

Il film è composto da soli due personaggi, interpretati da Dario Argento e Françoise Lebrun, che saranno una coppia e brevemente si vedrà loro figlio, Alex Lutz.

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Vortex, la trama

Una coppia di due anziani vive in un piccolo appartamento di Parigi. Il marito è un critico cinematografico, mentre la moglie una terapista in pensione. La donna è affetta da una sempre più crescente demenza senile, che le fa scordare le cose e perdere oggetti. Nonostante loro figlio cerchi di convincere la coppia ad andare in una casa di riposo, i due si rifiutano e continuano ad affrontare una vita resa sempre più difficile dalla malattia dell’anziana donna.

Un film atipico per Gaspar Noé

Nei suoi precedenti lavori, Gaspar Noé ci ha abituati a colori pop e prodezze visive, nonché a provocazioni e scene violente e crude, soprattutto in Enter the Void e Climax, entrambi disponibili su Prime Video.

Vortex non è nulla di tutto ciò, ma vuole essere una riflessione sulla vecchiaia e l’avvicinarsi alla morte. Questo è sottolineato anche con la  frase posta ad inizio film:  la pellicola è dedicata a coloro “il cui cervello si decomporrà prima del cuore“.

Durante il film vediamo quasi sempre due personaggi, ciascuno protagonista della propria parte di schermo in inquadrature in split screen, presenti per quasi tutto il film, fatta eccezione per una ripresa della coppia seduti su un terrazzo fra i tetti di Parigi. Lo spettatore avrà quindi il compito di scegliere quale delle due storie seguire e con quale protagonista immedesimarsi.

Il vortice che fa da titolo al film è dovuto alla scena più suggestiva visivamente in cui seguiamo un mucchio di carta buttato giù da uno sciacquone, con alcune parole scritte e ancora visibili. Il significato è: siamo tutti trascinati dal vortice della vita e la lucidità dei nostri pensieri è spinta verso quell’ “insalata di parole”, che è uno dei primi sintomi della demenza senile.

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