Marco Filiberti, noto al pubblico e alla critica per i film “Il Compleanno” e “Poco più di un anno fa – Diario di un pornodivo”, è giunto al suo quarto film.
“Il Parsifal è un importante e appassionato progetto “d’opera d’arte totale, un viaggio iniziatico che conduce dritto al centro del mistero delle nostre esistenze, dove spiritualità e desiderio non sono mai stati così prossimi l’uno all’altro.”
Dopo le precedenti opere teatrali e cinematografiche e, soprattutto, dopo la costituzione di Le Vie del Teatro (2013), il “Parsifal” è una tappa fondamentale nel percorso artistico, personale, spirituale e produttivo di Filiberti.
![](https://www.taxidrivers.it/wp-content/uploads/2021/08/Parsifal.jpeg)
Gli attori sono stati scelti con estrema cura e chiamati a un’immersione totale.
Il film è girato in parte in un “deserto di rovine” (location toscane rappresentate in maniera metafisica) e in parte in teatro di posa, dove ha avuto luogo la ricostruzione poetica di un porto ed un bordello. L’impatto visivo del film, che è stata la maggiore fatica produttiva insieme alla scenografia, ha lo scopo di fare emergere il Vero e smascherare ciò che il reale cela ai nostri occhi.
La trama in breve…
“In un tempo oltre il tempo, nella terra desolata ha luogo il viaggio apocalittico del puro folle, l’uomo
che, smarrita ogni certezza – perfino quella di una propria identità biografica o di una memoria storica – può inconsapevolmente forgiare un nuovo modo di “essere nel mondo” nella fiduciosa rinuncia alla
propria volontà, attraverso la compassione. Un’esperienza totale della pratica dell’essere, antagonista a quella del fare, dèmone dell’Occidente”
Marco Filiberti
In un imprecisato porto del Nord, in un luogo senza tempo, Palamède e Cador, due marinai, ingannano il tempo scrutando l’orizzonte dalla prua della loro imbarcazione, il Dedalus.
Cador, giovane ed emotivo, è pervaso da visioni fantastiche che gli ricordano l’esistenza di una bellezza scomparsa; Palamède prova a riportare l’amico alla realtà, invitandolo a resistere al tempo che ha legittimato il nulla. Nel frattempo sopraggiunge un ragazzo, Parsifal, che distrattamente scioglie il nodo che mantiene l’imbarcazione ancorata alla bitta d’ormeggi.
Palamède e Cador sottopongono lo straniero a una raffica di domande. Il ragazzo Sembra ignorare tutto di sé, persino da dove venga e quale sia il suo nome.
Palamède ordina al ragazzo di andarsene mentre si avvicinano due donne, Elsa e Senta. Sono due prostitute conosciute nella taverna-bordello del porto, gestita da Kundry, una donna che ammalia e seduce donne e uomini, tra cui il misterioso Felipe. È l’unica ad avvicinare Parsifal, del quale lei sola sembra conoscere il passato.
Kundry parla un linguaggio arcano e oracolante. La dolce Elsa invita Cador a suonare qualcosa.
Tra paesaggi sconfinati e rovine del tempo storico, Parsifal lascia vagare il suo pensiero. Consapevole di “non sapere”, il ragazzo si interroga sul mistero del male nel mondo, percependo la presenza di ogni cosa in lui.
Senza rendersene conto, Parsifal è arrivato alle porte di un luogo solenne e rovinoso: Montsalvat.
Parsifal riprende il suo peregrinare, sempre più confuso e turbato, vagando in un interminabile flusso di coscienza che sembra abitare spazi e tempi tra loro lontanissimi e prossimi all’intuizione fondamentale dell’esistenza illuminata.
Parsifal, lasciato il porto, prosegue la sua peregrinazione fino ad incontrare Amfortas, ferito all’inguine, abitato da visioni apocalittiche e straziato dal dolore del mondo del quale si sente responsabile, poiché a dominarlo è ancora una volta il lancinante e insopprimibile desiderio. Parsifal, turbato da quella visione, si dirige inconsapevolmente nel tempo e nel luogo dove quella ferita ha avuto origine, la taverna-bordello di Kundry.
Ma cosa sarà il Graal nella riscrittura che Filiberti opera sul mito epico-cristiano? Proprio qui, forse, sta l’indubbia forza che fa di questo film un progetto unico.
“Trasmigrando dal mito al film, per quindi riconsegnarsi al suo archetipo cristico attraverso la carne e lo spirito del suo Autore, il Parsifal di Filiberti si staglia nel panorama contemporaneo come un possibile, compiuto, reciso e luminoso diniego al Sistema Mondo còlto nel suo crollo apocalittico.”
![Parsifal](https://www.taxidrivers.it/wp-content/uploads/2021/08/8M8A0474-Parsifal-Tier-1-scaled.jpg)
Il Parsifal di Marco Filiberti
Marco Filiberti, regista cinematografico e teatrale, attore, impresario, scrittore, drammaturgo e filologo, non è definibile in nessuno di questi ruoli né nella loro somma, così come la sua opera, Parsifal, non può ridursi nella definizione di opera cinematografica.
Entrambi rappresentano una condizione dell’anima e la risposta che il corpo, affaticato dalla realtà odierna, ne consegue.
Marco Filiberti dedica “un tempo anacronistico” al compimento delle sue opere. Il suo è un lavoro di ricerca filosofica e filologica per poi arrivare alla scrittura. Non mancano mai i riferimenti letterari e la selezione e preparazione degli attori è fine a far diventare essi stessi mezzo della poesia attraverso il loro corpo. Per concludere questo grande dipinto che Filiberti vuole creare, c’è la musica che crea un grande “affresco musicale” quasi fosse “un’opera nell’opera”.
Il suo approccio musicale si rifà a Richard Wagner (noto compositore, poeta e saggista tedesco). E’ dall’inizio della sua carriera che Filiberti ha reso “inscindibile” l’intreccio di musica e teatro, ma nel Parsifal raggiunge l’apice della sua forma.
Crea un abito sonoro naturale all’ascolto ma non scontato. Gli estratti da Wagner, Čajkovskij, Britten, R. Strauss, Dowland, Webern, Bartók, con incursioni nel grande jazz della Golden Age, sono tutti accuratamente amalgamati fra di loro da Stefano Sasso, collaboratore di fiducia di Filiberti, e dalle composizioni originali del pianista e compositore pesarese Paolo Marzocchi, sempre affiancato da Marco Filiberti.
“Il Parsifal segna un capitolo importante nella comunicazione non verbale per eccellenza, la musica.”
Il cast
Il cast artistico del film è costituito dagli attori della Compagnia degli Eterni Stranieri: Matteo Munari, Diletta Masetti, Luca Tanganelli, Giovanni De Giorgi, Elena Crucianelli, Zoe Zolferino (e lo stesso Marco Filiberti), condotti da Filiberti a questo appuntamento dopo un lungo lavoro formativo di tipo tecnico, artistico e spirituale.
Cast artistico
Parsifal: MATTEO MUNARI
Kundry: DILETTA MASETTI
Amfortas -Felipe: MARCO FILIBERTI
Palamède: GIOVANNI DE GIORGI
Cador: LUCA TANGANELLI
Senta: ELENA CRUCIANELLI
Elsa: ZOE ZOLFERINO
CAST TECNICO
Regia: Marco Filiberti
Soggetto e sceneggiatura: Marco Filiberti
Fotografia: Mauro Toscano
Scenografie: Livia Borgognoni
Costumi: Daniele Gelsi
Montaggio: Valentina Girodo
Musiche Originali: Paolo Marzocchi
Drammaturgia Musicale :Stefano Sasso
Prodotto da: Dedalus Srl
Produttore delegato Dedalus: Stefano Sbarluzzi
Produzione esecutiva: Alba Produzioni Srl
Produttore esecutivo: Sandro Frezza
Con il contributo della Regione Lazio
Con la partecipazione Le Vie del Teatro in Terra di Siena