Alle Giornate degli Autori 2021, nella sezione Notti Veneziane, sarà presentato Les enfants de Cain (I figli di Caino), esordio alla regia di Keti Stamo. Il film, scritto dalla stessa Stamo, è prodotto da Margo Cinema in coproduzione con Anima Pictures e Young Films e in collaborazione con Rai Cinema.
I figli di Caino: la trama
Nord dell’Albania. In un piccolo villaggio dove il tempo sembra essersi fermato, e la vita e la morte dipendono dalle regole severe di un antico codice, il Kanun, un gruppo di ragazzini si incontra e discute della storia di Caino e Abele. Cercano, così, un’analogia tra le proprie vicende personali e il racconto biblico: una delle poche possibilità, per loro, di affrontare i propri traumi e le proprie emozioni.
Il Kanun
Il Kanun è una legge consuetudinaria dell’Albania settentrionale, le cui origini potrebbero risalire al Medioevo o persino all’Età del Bronzo. Regola tutti gli aspetti della vita di montagna: dall’organizzazione economica della famiglia all’ospitalità, dai confini al lavoro, dal matrimonio alla fratellanza. La besa, l’onore personale, riveste un’importanza capitale nel codice, come pietra miliare della condotta personale e sociale. Alcune delle regole più controverse del Kanun riguardano l’omicidio: la legge sancisce infatti il principio della “vita per la vita”, obbligando i parenti della vittima a cercare gjakmarrja (vendetta di sangue). Le regole del Kanun sono riemerse negli anni ’90 nel nord dell’Albania. Alcune organizzazioni cercano di mediare tra le famiglie coinvolte in queste faide, e di far “perdonare il sangue”. L’unica alternativa alla morte, per gli uomini maggiorenni, è restare chiusi nelle proprie case, “tutelate” dal Kanun come luoghi sacri e inviolabili, finché il perdono non viene concesso.
Le dichiarazioni di Keti Stamo
«Les enfants de Cain è un film intenzionalmente anti-narrativo basato sulla struttura pre-grammaticale del sogno. E offre un diverso punto di vista a una vecchia questione sociale albanese. Tratta un tema grave per i bambini e le donne, usando i loro sogni come forma linguistica principale di comunicazione e costruendo visivamente un’atmosfera nostalgica e surreale. Rappresentando i personaggi non come vittime ma come esseri umani creativi, Les enfants de Cain apre una finestra su aspetti dei percorsi emotivi personali che raramente sono mostrati».
La regista
Keti Stamo (1982) è una sceneggiatrice e filmmaker, nata in Albania e cresciuta tra l’Italia e la Svizzera. Dopo aver conseguito la laurea in psicologia e un master in criminologia, ha studiato la relazione tra la psicologia e il cinema. Ha collaborato con diverse ONG promuovendo l’educazione attraverso le arti. Successivamente Amnesty International la coinvolge per creare dei laboratori sul sogno nei campi profughi presenti in Grecia. Insieme all’attore Ashraf Barhom, si è occupata dei diversi aspetti della migrazione coinvolgendo gruppi di bambini siriani bloccati nei campi profughi attraverso la tecnica dello psicodramma. I figli di Caino è il suo esordio alla regia.