La ragazza con il braccialetto di Stéphane Demoustier. è un film francese di genere giudiziario del 2019.
Miglior Sceneggiatura non originale ai Cesar, il film è stato un successo di pubblico al Locarno film Festival. Il lungometraggio è stato recentemente rilanciato su Raiplay. Vi basterà iscrivervi gratuitamente per vederlo.
La ragazza con il braccialetto – la trama
Lise è un’adolescente accusata dell’omicidio della sua migliore amica. In attesa del giudizio in Corte d’ Assise, è costretta ad indossare alla caviglia un braccialetto elettronico. La ragazza ha il sostegno dei genitori, che cercano di rimanere compatti al suo fianco. Durante il processo, emergono però aspetti della personalità di Lise sconcertanti, che destabilizzano la ricerca della verità.
La verità che sfugge e muta
Oscillando tra lo psicologico ed il courtroom drama, la pellicola di Stéfane Demoustier mette sul piatto una serie di temi: quello processuale, per l’accusa di omicidio che colpisce un’adolescente nel confronto in Corte di Assise tra le rispettive parti; il rapporto articolato, differenziato, dei due genitori nell’addentrarsi emotivamente nel mistero di un delitto e di una personalità (quella della figlia) che si prende atto di non conoscere nella sua essenza; quella sociale, schiacciata da una morale che può crocifiggere un giovane ed i suoi comportamenti senza realmente comprenderli; della stessa Lise, l’imputata, emotivamente approfondita nelle sue inquietudini senza filtri e giudizi, fino alla ricostruzione dei fatti, basati esclusivamente sulle prove raccolte.
La ragazza con il braccialetto prende spunto dalla pellicola dell’argentino Gonzalo Tobal Acusada (2018). A spiegare il perché di un film del genere è lo stesso Stéfane Demoustier:
Le dichiarazioni del regista
“Fin dall’inizio, ho trovato il progetto tanto eccitante quanto rischioso. Avrei dovuto girare un film su un processo che avrebbe instillato nello spettatore una sorta di dilemma pavloviano portandolo a voler conoscere dapprima i fatti e poi a rifiutare la verità. La ragazza con il braccialetto suggerisce a tutti noi che, nel ricostruire la verità, potremmo anche fare a meno dei fatti. Se non si vuole deludere il pubblico, però, è meglio distrarlo e portare la sua concentrazione altrove. In questa storia, quell’altrove è qualcosa di molto profondo e primordiale e risiede nella relazione che Lise ha con la sua famiglia. Dal momento in cui inizia il processo il dubbio si insinua pian piano in tutti. Anche Bruno, il padre, vede aprirsi delle crepe nelle sue certezze. Non mette però in discussione l’innocenza di Lise ma l’immagine che di lei si è creato nella testa. Man mano che il processo avanza, emerge la domanda centrale: Lise ha ucciso Flora? E prima di trovare ancora la risposta ne emerge un’altra ancora più complicata: Lise verrà condannata?“.
Il concetto di alterità: chiave del film
“Rifiutando di voler presentare colpi di scena all’offrire una soluzione chiara, ho preferito concentrarmi sui personaggi secondari – persone che non conoscono e non possono conoscere tutta la verità – e trasformarli in protagonisti. In questo modo, mi sono liberato dai vincoli del genere. Da quando sono diventato padre, ho sentito crescere il peso della responsabilità e l’ansia. Vedendo i miei bambini crescere, sono rimasto sconcertato dalla loro alterità: ho visto la carne della mia carne diventare altro rispetto a me. Esiste ovviamente una differenza tra ciò che io volevo per loro e ciò che loro sono diventati: credo che ciò sia alla base del rapporto tra genitori e figli. In La ragazza con il braccialetto l’atmosfera è aggravata dalle domande dei genitori di Lise: fino a che punto loro conoscono la figlia? La domanda si estende ovviamente a tutti noi: quanto capiamo i nostri figli? L’amore dei genitori è incondizionato o ha un limite oltre il quale non può più andare?”.
Soggettiva degli spettatori: la prospettiva
“Dal punto di vista della narrazione, ho scelto di partire dal processo, a due anni dagli eventi”, ha concluso Demoustier.
“E ho scelto di raccontare la vicenda attraverso il punto di vista degli osservatori in aula e non attraverso gli occhi dell’imputata.
In sostanza, volevo che fosse un film su un processo visto da coloro che erano lì presenti a guardare da dietro il banco degli imputati. L’aula di un tribunale è il posto in cui la verità deve essere trovata, scovata e rivelata. Eppure, nel caso di Lise, la verità cambia spesso versione e forma. I fatti è come se fossero scomparsi e solo il verdetto potrà ridefinire gli eventi, ponendo la parola fine a interpretazioni e incomprensioni. Il dubbio, però, rimarrà in tutti quanti”.
La locandina de La ragazza con il braccialetto
L’inquadratura della locandina del film è volutamente legata a ritratti come La Dama con l’ermellino” di Leonardo da Vinci e La ragazza con l’orecchino di perle di Jan Vermeer, i cui volti incarnano l’enigma dell’imperscrutabilità.
Lise è l’empatica ed enigmatica Melissa Guers, attrice esordiente che vanta già due nomination come miglior attrice esordiente ai Lumiere Awards 2021 e ai César 2021.
Nel ruolo della madre di Lise, Chiara Mastroianni (L’hotel degli amori smarriti 2019).
Stéphane Demoustier, regista e produttore con la società Année Zéro. Terre battue, il suo primo lungometraggio, coprodotto dai fratelli Dardenne, (2014, interpretato da Olivier Gourmet e Valeria Bruni Tedeschi) è stato ben accolto alla Settimana Internazionale della Critica della Biennale del Cinema di Venezia.
Fonte per DICHIARAZIONI Film tv