Le perplessità iniziali di molta parte della comunità artistica, per l’avvio del Festival di Cannes 2021, a dispetto della ‘variante Delta’ del Covid, sono state fugate da un’ottima organizzazione, tipica della manifestazione cinematografica più famosa del mondo.
Il festival ha saputo rinunciare a qualche aspetto glamour, controllando con pazienza i pass sanitari e/o i tamponi per i giornalisti (ogni giorno del Festival sono stati trovati al massimo 2 o 3 casi di positività), individuando un sistema di biglietti elettronici per tutte le categorie di accreditati (stampa, professionali, cinefili) ed anche per il pubblico, che ha potuto accedere ad alcune proiezioni delle sezioni parallele e non solo.
Riportare i film nelle sale, dopo una lunga attesa
Molti sono stati gli attori e registi che hanno presenziato al 74° Festival di Cannes, col desiderio di presentare film che hanno atteso il grande schermo anche per due anni, terminati nel 2019, selezionati in primis a Cannes 2020 e, su richiesta del Festival, con piena libertà di scelta, rinviati a Cannes 2021, dove finalmente hanno trovato il loro sbocco naturale.
Tra questi anche il film di Nanni Moretti, Tre Piani.
Assenza imprevista, invece, quella di Léa Seydoux, l’attrice francese vincitrice della Palma d’Oro nel 2013, come protagonista del film La vita di Adele, presente virtualmente a Cannes con ben quattro film (di cui tre in concorso: France, The French Dispatch e The Story of My Wife), ma che ha dovuto purtroppo rinunciare al Festival perché risultata positiva al Covid, dopo un controllo sul set del suo ultimo film.
Era comunque importante, per il prestigio del Festival di Cannes e per il mercato di vendite e circolazione di film che da questa manifestazione dipende, tornare in pista, riaprire le porte dei Palais e riempire le sale, in sicurezza ma senza paura.
Cannes è e rimane la più grande platea dedicata alle opere cinematografiche di tutto il mondo ed il suo perpetuarsi, assicura la libertà di espressione e radica speranze e prospettive di cineasti, operatori e professionisti del settore.
A suggello di quanto sopra, nella città di Cannes, durante il Festival, è stato inaugurato anche un nuovo cinema, il Cineum multisala, che ha ospitato numerose proiezioni, anche della competizione, e che verrà consegnato al pubblico appena terminata la kermesse, andando ad aggiungersi alle piccole e grandi sale storiche (Liocorne, Ramu, Studio 13) sparse per la città che ospitano film di tutte le sezioni e favoriscono la loro visione anche a cinefili ed appassionati.
Non solo Concorso ma qualità delle sezioni parallele.
Quanto alle selezioni, certamente non facili, viene da dire che la Competizione ufficiale, nonostante la rosa di nomi illustri che hanno presentato i loro film a Cannes 2021 (tanti i registi famosi, da Audiard a Wes Anderson, da Leos Carax a Moretti, da Farhadi a Verhoeven, da Apichatpong Weerasethaku a Ozon, da Corsini a Dumont a Mia Hansen-Love, solo per citarne alcuni) abbia riservato, oltre ad alcune buone sorprese, anche qualche cocente delusione, a cominciare dal film di Sean Penn (Flag day) per terminare con il vincitore della Palma d’Oro, Titane di Julia Ducournau.
La sezione Un Certain Régard, invece, dedicata alle opere prime o seconde o a pellicole che offrono uno sguardo particolare sul mondo, ha mantenuto un livello di altissima qualità, a cominciare dai film vincitori dei principali premi della sezione: Unclenching the fists (I pugni disserrati), di Kira Kovalenko, a La Grande Libertà di Sebastian Meise, fino a La bonne mère dell’attrice-regista tunisina (naturalizzata francese) Hafsia Herzi.
In generale, i film scelti e proposti in questa sezione, che guarda il cinema di tutto il mondo da prospettive diverse, spesso legate a disparati temi sociali, familiari, politici, sono risultati i migliori film del Festival.
Quinzaine, Semaine, ACID
Ottima la selezione e le performance che hanno caratterizzato le opere della Quinzaine des Réalizateurs e della Semaine de la Critique, le due sezioni parallele del Festival che hanno acquisito negli anni sempre maggior autonomia e popolarità di pubblico e critica.
Quinzaine des Réalisateurs 2021: presentato il programma
L’Italia ha vinto ben due premi alla Quinzaine 2021 – che ha un nuovo Direttore, l’italiano Paolo Moretti, successore di Édouard Waintrop ed ex braccio destro di Marco Müller al Festival di Venezia – il primo, meritatissimo, è andato al film A Chiara di Jonas Carpignano, sui familiari delle mafie di casa nostra. Il secondo film premiato, con il Beatrice Sartori Award, il Premio della critica indipendente, è Europa, del regista Haider Rashid, di origini irachene, che narra la storia di Kamal, un iracheno che raggiunge l’Europa a piedi attraversando i Balcani.
Da segnalare fra i più interessanti titoli internazionali della Quinzaine, nella speranza di vederli distribuiti in Italia: Hit the road, di Panah Panahi, giovane figlio di Jafar Panahi; Le colline dove ruggiscono le leonesse, di Luàna Barjami; Medusa, della regista Anita Rocha de Silveira, un film brasiliano di grande impatto sui guasti del perbenismo religioso; Tra due mondi, di Emmanuel Carrère, con Juliette Binoche, sulle degradanti condizioni di lavoro delle donne che puliscono le grandi navi.
Ancora, tra i film italiani selezionati alla Quinzaine (in totale 4) Futura, un reportage realizzato a tre mani da Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e Francesco Munzi sul mondo degli adolescenti e sul loro immaginario relativo al futuro, Re Granchio di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, che racconta la storia di un presunto omicida costretto a emigrare nella Terra del Fuoco.
Film vincitore della Semaine de la Critique, che quest’anno ha raggiunto un traguardo importante, il suo 60° compleanno, mantenendo alta la guardia, è stato il film egiziano Feathers, di Omar el Zohairy, sulla trasformazione di una donna che, per salvare la sua famiglia, abbandona il suo ruolo passivo e diventa forte ed autonoma. Presidente della Giuria della Semaine 2021 è stato il cineasta rumeno Cristian Mungiu, Palma d’Oro a Cannes 2007: sette i film in concorso, opere prime anche candidate alla Camera d’Or (il premio per il miglior film esordiente trasversale a tutte le sezioni del Festival, ufficiali e collaterali) vinto dal film Murina, della regista croata Antoneta Alamat Kusijanovic, storia di un’adolescenza difficile e di una famiglia in crisi a causa del padre autoritario.
Tra i film più interessanti della Semaine, quasi tutti girati da registe donne: Amparo, di Simón Mesa Soto; Libertad di Clara Roquet; The Gravedigger’s Wife di Khadar Ayderus Ahmed; Small Body di Laura Samani ed il bel film di chiusura A Tale Of Love And Desir, della regista tunisina Leyla Bouzid.
Une histoire d;amour et de désir; chiude la Semaine de la Critique
Infine, in crescita esponenziale, già da alcuni anni, la sezione ACID, che ha saputo conquistare uno spazio non indifferente nel panorama festivaliero, col suo spirito trasgressivo e la ricerca di visioni nuove, presentando quest’anno 9 film. Fra questi, il bellissimo Aya, girato sull’isola di Lahou in Costa d’Avorio, e proiettato nella serata di chiusura alla presenza del regista Simon Coulibaly Gillard (nato in Romania ma cresciuto in Francia e Belgio), che racconta le disavventure della giovane Aya e del suo villaggio, destinato a sparire inghiottito dall’erosione del mare, ed i suoi abitanti costretti a vagare nelle periferie cittadine.
Incontri e riconoscimenti: “l’immaginazione e il coraggio”
Oltre al Premio alla Carriera assegnato a Jodie Foster proprio all’inizio del Festival, numerosi sono stati gli incontri dedicati a singoli artisti. Fra tutti ricordiamo quello con Marco Bellocchio, che ha ricevuto la Palma d’Onore ed una standing ovation che lo ha fatto commuovere durante la cerimonia di consegna del premio.
“Credo che per fare questo lavoro – ha commentato Bellocchio – servano due cose, l’immaginazione e il coraggio, entrambi obbligatori nel nostro cinema. Un regista deve avere coraggio: le cose di cui sono più soddisfatto sono state fatte con un atto di coraggio, se l’immagine non si sporca con la realtà, se non vi si oppone, è chiaro che non resta”.
Marco Bellocchio ha anche portato a Cannes, come proiezione speciale, il film Marx può aspettare, dedicato al fratello gemello morto suicida, che è uscito nelle sale in contemporanea con l’anteprima del Festival.
Fra le proiezioni speciali da segnalare, il biopic Jane by Charlotte realizzato da Charlotte Gainsbourg per raccontare sua madre Jane Birkin: un atto d’amore e devozione verso una grande artista ma anche un modo per fare i conti con le memorie della sua tormentata famiglia.
Infine, last but not least, protagonisti dei Rendez Vous, gli incontri pubblici del Festival di Cannes 2021 sono stati quest’anno: Marco Bellocchio, Jodie Foster, Isabelle Huppert, Matt Damon e Steve McQueen, che hanno portato la loro testimonianza di artisti, parlando con il pubblico delle proprie esperienze in relazione all’arte cinematografica.
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