Il filmEmergency Declaration (Jae-Rim Han, 2021) è una delle otto pellicole, tra cui From Africa with Love (Nicolas Bedos, 2021), Peaceful (Emmanuelle Bercot, 2021), Where is Anne Frank (Ari Folman, 2021), The Velvet Underground (Todd Haynes, 2021), Bac Nord (Cédric Jimenez, 2020), Aline, the Voice of Love (Valérie Lemercier, 2020), Stillwater (Tom McCarthy, 2021) ad essere proiettata fuori concorso alla 74a edizione del Festival di Cannes.
La prima mondiale del film è prevista per oggi.
La trama del film
All’aeroporto Incheon, Jae-hyuk (Lee Byung-un) è un giovane padre, che soffre di aerofobia. Nonostante la paura di volare, però, egli decide di imbarcarsi per le Hawaii con la figlia malata, dove la piccola potrà ricevere le migliori cure. Nel frattempo, il giovane Jin-seok (Kim Si-wan) si comporta in modo minaccioso nei confronti degli altri viaggiatori.
In-ho (Song Kang-ho), invece, èun detective della polizia, costretto a rinunciare ad una vacanza in famiglia per motivi di lavoro. Riceve una soffiata. Sul volo diretto alleHawaii, su cui si è appena imbarcata anche sua moglie, c’è un passeggero che rappresenta una reale minaccia terroristica. Durante il volo, un passeggero muore in circostanze misteriose. Il terrore dei tanti innocenti a bordo e una escalation di fatti, porta il pilotaHyun-soo (Kim Nam-gil) del KI501 a richiedere un atterraggio d’emergenza.
Intanto, a terra, davanti alle drammatiche notizie dei telegiornali, il panico dilaga tra i familiari dei passeggeri a bordo, mentre il Ministro dei TrasportiSook-hee (Jeon Do-yeon), informata dell’accaduto, organizza una task force antiterroristica per andare in soccorso all’enorme velivolo.
Da una scena del film, i passeggeri atterriti capiscono la gravità della situazione venutasi a creare bordo.
Un microcosmo terrorizzato a bordo
Il film è costellato da mini-storie dei tanti passeggeri a bordo dell’aereo, che in un attimo diventa un microcosmo affascinante, ma il regista non punta agli individui, ma al gruppo, accomunato dall’essere protagonista di un unico grande obiettivo, uscire vivi da questo incubo ad alta quota. Una vena di claustrofobia, isolamento ed un forte senso d’impotenza, di cui lo stesso regista Jae-Rim Han dice di soffrire da sempre, caratterizzano ogni sequenza del film.
Lo stile documentaristico
Ogni scena è studiata per interpretare nel modo più realistico possibile le emozioni dei tanti innocenti in pericolo. Il regista dichiara, infatti, di aver perseguito uno stile quasi-documentaristico per realizzare il suo film. Dal set, che è un vero aeroplano, alle consulenze con profiler e detective dell’antiterrorismo, piloti ed esperti di situazioni di crisi, tutto è studiato e pianificato con maniacale perfezione. Innegabile è la straordinaria interpretazione di un cast selezionato meticolosamente, che, con l’impeccabile continuità del montaggio di Kang-Il Lee, ha contribuito ad aggiungere verosimiglianza alla sceneggiatura. Un film da vedere.