La serie TV TheSerpent è sicuramente tra i maggiori successi della stagione di Netflix.
Casa di produzione Mammoth Screen.
Diretto da Tom Shankland, il serial, in 8 puntate, vanta un cast di ottimo livello con Tahar Rahim ( The Mauritanian) che indossa con malvagia e perfetta disinvoltura i panni del criminale Charles Sobhraj.
Si narra delle “gesta” de ” il Serpente”, un trafficante di gemme, ladro nonché temibile serial killer francese di origini indiane e vietnamite. Tra gli anni 60 e 70, con la sua complice e compagna Marie-Andreé Leclerc ( Jenna Coleman) , l’uomo drogava e derubava i turisti stranieri di passaggio a Bangkok.
Impadronitosi dei passaporti e delle identità delle sue vittime, Charles e la sua donna viaggiavano per tutto il mondo, accumulando ricchezza e potere vendendo le gemme rubate.
In seguito alla scomparsa di due turisti olandesi, sulle sue tracce si mette Herman Knippenberg , un ostinato diplomatico olandese. Superando la noncuranza della polizia locale e andando oltre le reticenze e i pregiudizi dell’ambasciata, l’uomo inizia una sua indagine personale più approfondita. Raccoglie prove su prove consapevole di poter non trovare comunque i colpevoli. Giustizia sarà fatta?
The Serpent: il gelo del male
Che fosse un bravo attore Tahar Rahim lo avevamo già compreso da tempo. Sia ne Il profeta che in TheMauritanian ( accanto a Jodie Foster) ha dato straordinarie prove interpretative, manifestando una capacità di ‘mutare pelle’ ed espressione, come un vero serpente, davvero impressionante.
Il viscido e subdolo rettile che si insinua nella vita dei turisti rubandone l’identità gli riesce benissimo e mai lo associeremmo al prigioniero della Mauritania condannato a morte e nominato ai Golden Globe.
Tutta la narrazione del serial si concentra e regge sulla sua interpretazione che, volutamente, qui spegne l’emozione e incarna il gelo di chi come un rettile striscia lentamente verso le sue vittime.
Il killer e la compagna
Richiamandosi per certi versi al classico tema della ” coppia del male” , Rahim e Coleman formano insieme un convincente duo e anche l’attrice ( vista in ruoli molto lontani da questo in The serpent) contribuisce al successo di una trama un po’ inizialmente farraginosa ma che decolla poi con energia trascinante.
Merito sicuramente di una sceneggiatura ben curata che usa in modo ottimale la tecnica sia del flashback che del flashfarward, avvincendo lo spettatore e creando la giusta suspense per le vittime.
L’ essere consapevoli di assistere ad una drammatica storia vera contribuisce inoltre a creare la giusta empatia, perché non c’è nulla di più terrificante di ciò che è davvero accaduto.
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