Biohacker 2: il thriller tedesco di Christian Ditter, ritorna su Netflixdal 9 luglio con la seconda stagione. Nel cast ancora:
Luna Wedler: Emma “Mia Akerlund” Engels Jessica Schwarz: Tanja Lorenz Thomas Prenn: Niklas Adrian Julius Tillmann: Jasper Jing Xiang: Chen-Lu Caro Cult: Lotta Sebastian Jakob Doppelbauer: Ole
Biohacker 2 dove eravamo rimasti
La trama è un mix di tensione negativa ( con una presenza malvagia a volte troppo enfatizzata) e di riflessione “filosofica”, con pesanti domande esistenziali senza risposte certe.
La Novità proposta da Biohacker era stata quella di introdurre un mondo di scoperte scientifiche insieme alla tematica della segretezza di esperimenti genetici ‘ molto all’avanguardia’ , sulla linea sottile dell’etica riconosciuta.
Questa seconda stagione raddoppia i temi base esplorando ciò che il corpo umano può sopportare, come può essere cambiato in meglio e il costo umano di queste scoperte.
Al centro della storia c’è di nuovo Mia Akerlund (Luna Wedler), alias Emma Engels, una studentessa di medicina di 20 anni con un sistema immunitario perfetto.
Mia é il risultato della sperimentazione scientifica degli studi rivelati dalla professoressa Tanja Lorenz (Jessica Schwarz) . Dopo essere stata rapita alla fine della prima stagione, questa seconda stagione inizia dopo tre mesi nel futuro.
Mia si sveglia nel bel mezzo della classe, incapace di ricordare nulla dell’ultimo trimestre di un anno. La stagione sarà centrata sul ritrovare quei ricordi e sul fare i conti con quello che le è successo. Chi è il colpevole? Di chi può fidarsi? Aspetti che avrebbero in realtà potuto applicarsi anche alla prima stagione.
Esplorando il valore di una singola vita umana, Biohacker continua a porre grandi domande senza risposte certe, esistenti nelle aree grigie della scienza.
Qual è il costo del progresso?
Il sacrificio di una singola vita umana vale il salvataggio di 100 vite?
Nel mondo semi-futuristico dei Biohacker, chi ha potere prende queste decisioni, soppesando queste domande solo per scegliere il progresso su tutto.
La stagione 2 di Biohackers dà spazio anche ai personaggi secondari del mondo di Mia. Tra queste la sua coinquilina, Lotta (Caro Cult). Lotta e suo padre, il barone Wolfgang von Fürstenberg (Thomas Kretschmann), sono diventati fattori importanti nella vita di Mia, essendo due membri di una ricca famiglia che finanzia ricerche scientifiche non necessariamente legali. Lotta si trova costretta a decidere tra la sua famiglia o gli amici. Wolfgang, e il suo socio, il giornalista Andreas Winter (Benno Fürmann), sono personaggi negativi per cui “il fine giustifica sempre i mezzi”, un concetto contro cui Mia e Jasper si oppongono.
Mia: un’eroina d’azione
Biohacker2 continua a dipingere Mia come un’eroina d’azione: scala i pozzi di servizio, sopravvive alle peggiori circostanze di salute e sembra resistere anche più volte ad una prematura morte… Aumentando la tensione dalla prima stagione, Mia si è trasformata da studentessa di medicina a genio vero e proprio che la spunta (in modo spesso paradossale) su tutti quelli che la vogliono morta o vogliono usarla per i loro fini poco nobili.
I nemici diverranno amici e, con l’aiuto di coloro che l’hanno tradita nella prima stagione, tra cui Jasper (Adrian Julius Tillmann) e Lorenz, scopre un altro complotto , abbattendo ” i potenti” e scontrandosi con il sistema.
Rafforzando l’intensità interpretativa dei tre protagonisti, l’effetto sulla narrazione è positivo e, nonostante la “megalomania” di alcune situazioni, l’effetto voluto è raggiunto.
Sebbene sia una narrazione che può sembrare oscura e a volte un po’ forzata nella sua malvagità, il ritmo della serie ti costringe a trattenere il respiro, soprattutto dopo aver conosciuto questi personaggi durante la prima stagione.
Nonostante una terza parte della storia sia incerta (dopo un finale non proprio sospeso), Biohacker dovrebbe essere aggiunto al canone della lista televisiva tedesca di Netflix. Più vicina ad una versione più radicata e meno fantasiosa di Dark, la serie ha comunque ottenuto buoni consensi e non è affatto da escludere la realizzazione di una terza stagione.
La serie di Ditter (per lo più) permette a questioni metafisiche di combinarsi con l’action e la fantascienza, come due lati inscindibili di un’analoga struttura. Mia, Lorenz e il Barone sono personaggi che lottano per il progresso e l’avanzamento, ognuno disposto a sacrificare vita e amore per la scoperta scientifica ma il messaggio finale resta in realtà molto semplicistico e per nulla troppo “cervellotico”: c’è una scienza “buona” e una “cattiva” e la giovane Mia fa indubbiamente parte della seconda.
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