Nanni Moretti, regista ormai amatissimo sia in Francia che in patria (almeno da tutti coloro che lo seguono dai tempi di Io sono un autarchico), non delude i suoi fan neanche coi suoi ultimi film.
Tre Piani (2021), uno di questi, è stato recentemente rilanciato su Raiplay. Vi basterà iscrivervi gratuitamente per vederlo.
La trama
Le vite degli inquilini di tre piani di un condominio romano. Al piano terra troviamo Lucio e Sara: troppo impegnati nel lavoro per occuparsi a tempo pieno della figlia, costantemente parcheggiata dai vicini. Monica, al secondo, deve crescere la sua di figlia senza l’aiuto del marito, smepre via per lavoro. Al terzo, una austera coppia di giudici, sempre pronti a mettere al banco degli imputati loro figlio.
Un incidente stradale notturno sotto strada mischierà e travolgerà le loro vite.
In Tre Piani, come in molti dei film più recenti di Nanni Moretti, cambia il registro narrativo. Non più l’ironia ed il grottesco come cifra per raccontare il destino cinico e baro, che gestisce le umane vicende, ma la grave serietà. A volte un po’ ottusa, di un mondo adulto complesso e sgomento, spesso impreparato alle scelte e ai comportamenti delle nuove generazioni, convinto della necessaria bontà delle proprie idee e quasi mai disposto a mediare.
Personaggi universali, con responsabilità individuali
Il regista per la prima volta non basa il film su una sceneggiatura originale. Tre Piani è ispirato al romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo . I personaggi rappresentano stereotipi dell’Italia e forse del mondo intero, fatte salve le differenze proprie di ogni società, ma lasciando a ciascuno di loro libertà di scelta e assunzione di responsabilità individuali.
S’intrecciano le storie di tre famiglie, che abitano nella stessa palazzina (l’ambientazione è trasportata da Tel Aviv a Roma) su tre piani differenti. Ciascuna sarà chiamata ad affrontare, nel corso degli anni, dilemmi e drammi imprevisti e a gestire eventi di ogni tipo. Quasi tutti drammaticamente tristi e spesso al limite del tollerabile.
Un tango ‘anarchico’ come segno di speranza
Moretti, che firma la sceneggiatura del film con Federica Pontremoli e Valia Santella, è certamente più portato in Tre Piani a riflettere sui grandi temi dell’esistenza e della morte, della colpa e del castigo (con chiari echi dostojevskiani), della giustizia e della compassione, di conseguenze e responsabilità delle nostre azioni, che ricadono su noi stessi e su chi ci sta vicino.
Intanto, la colorata scena di tango ‘anarchico’ ballato per la strada da tanti danzatori insieme, proprio mentre il personaggio della Buy esce indossando finalmente il vestito nuovo a fiori, che simboleggia la ritrovata autonomia, non può non infondere speranza. Invita a uscire da noi stessi e dai nostri drammi, per un respiro collettivo e solidale (anche il piccolo scontro fra stranieri e cittadini del quartiere romano ‘bene’ ha il suo significato), che le nuove generazioni (tanti i bambini, ragazzi e figli del film) potrebbero decidere di raccogliere, se avremo la giusta cura nel proporglieli.
“Tre piani è un film doloroso e in parte drammatico – afferma il regista – ma è anche un inno alla vita e alla pietà: i personaggi femminili si aprono al cambiamento e cercano di guardare avanti, quelli maschili invece si chiudono nella loro ostinazione. Volevo che il film finisse con un sorriso al futuro”.
Il film é prodotto da Sacher Film, con RAI Cinema e Fandango.
Il Sol dell’ Avvenire Tutto il cuore di Nanni Moretti