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‘Ouistreham’ Juliette Binoche in una storia alla Ken Loach

Con il film si è aperta ufficialmente la Quinzaine ª Cannes

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Con l’assegnazione al documentarista americano Frederick Wiseman della Carrosse d’Or, il prestigioso riconoscimento che la Quinzaine (una delle più importanti sezioni parallele del Festival di Cannes organizzata dalla Société des Réalisateurs de Films) attribuisce ogni anno a una personalità importante del mondo della cinematografia, si è aperta ufficialmente la Quinzaine 2021 a Cannes presso il Théâtre Croisette – JW Marriott.

Ouistreham (Tra due mondi): il film di apertura della Quinzaine

Per la sua storia e per lo stile impegnato che da sempre la contraddistinguono, la Quinzaine non poteva scegliere un film più adatto di Ouistreham (Between Two Worlds) per la serata di apertura, portando sul palco, oltre alla protagonista Juliette Binoche in collegamento video dagli Stati Uniti, e al regista Emmanuelle Carrère, un gruppo di bravissime attrici non-professioniste che rappresentano il cuore della storia, incentrata sulle drammatiche condizioni di lavoro e sfruttamento delle donne delle pulizie sui traghetti in Normandia e, per estensione, di tanti altri lavori precari.

 Due artiste impegnate nel sociale

Ouistreham è liberamente ispirato a una storia vera, quella della giornalista e scrittrice Florence Aubenas, raccontata nel suo libro Le Quai de Ouistreham, che decise nel 2009 di installarsi a  Caen, in Normandia, sotto falsa identità, iscriversi all’ufficio di collocamento, e vivere ‘fra due mondi’ (quello di appartenenza, borghese ed intellettuale, e quello acquisito temporaneamente di operaia precaria) per poter realizzare un’inchiesta sulla situazione dei disoccupati in Francia.

Anche l’attrice francese Juliette Binoche – nel film in doppia veste di attrice e produttrice – da anni si batte per raccontare storie di donne che vivono, a vari livelli, situazioni di disagio sociale. Dall’incontro di queste due artiste dallo sguardo impegnato è nato il film, affidato non  a caso ad un regista come Carrère.

Una storia alla Ken Loach

Vedendo Ouistreham non si può non pensare, mutatis mutandis, a “Bread and Roses” e a tanti altri film di Ken Loach, che denunciano le condizioni precarie e drammatiche di tante lavoratrici (e lavoratori) privi di contratto, con salari minimi e famiglie a rischio di povertà sociale.

Dunque nel film Marianne Winckler (Juliette Binoche), una scrittrice affermata, decide di dedicarsi a un libro sul lavoro precario e si stabilisce a Caen in Normandia sotto falso nome. Dopo una lunga trafila di umiliazioni subite già presso gli uffici di collocamento locali, si unisce stabilmente a un gruppo di donne dalle storie difficili, che fanno le pulizie sulle navi traghetto fra la Normandia e l’Inghilterra. In particolare Marianne farà amicizia con una di loro, una madre single con tre figli, che percorre chilometri a piedi alle quattro di mattina per raggiungere il posto di lavoro, dove bisogna pulire una stanza in un minuto e mezzo e sopportare in silenzio ogni umiliazione per non essere licenziati. Quando, dopo essere entrata nelle loro case ed aver conquistato la loro fiducia, le colleghe di Marianne scopriranno per caso la sua vera identità, la reazione non sarà del tutto tranquilla.

 Rendere visibili le persone invisibili

Il film mette in luce, oltre alla fragilità economica, anche l’aiuto reciproco e la grande solidarietà che unisce queste lavoratrici-ombra. Ma lo scopo della pellicola è anche quello di far uscire dall’invisibilità sociale alcune difficili situazioni di precariato e abbandono sociale.

La cosa più importante è rendere visibili queste persone invisibili – afferma Juliette Binoche – anche per sviluppare rispetto verso di loro e verso il loro lavoro. Bisogna ricordarsi che ogni volta che gettiamo una carta per terra o lasciamo sporco un luogo, qualcuno dovrà pulire e non bisogna creare situazioni umilianti per nessuno”.

Ouistreham di Emmanuel Carrère inaugura la Quinzaine des Réalisateurs a Cannes

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