In corsa al Far East Film festival di quest’anno, My Missing Valentine è una commedia romantica, diretta dal regista taiwanese Chen Yu-hsun, in cui si esaltano i buoni sentimenti. È una pellicola che piace e commuove in modo genuino.

Il poster della commovente commedia romantica My Missing Valentine del regista taiwanese Chen Yu-hsun.
Sempre un passo avanti agli altri
Yang Hsiao-chi (Patty Lee) è una giovane impiegata di un ufficio postale di Taipei che vive da sola in una stanza in affitto. È una tipa strana. Sin da piccola, è sempre stata un passo avanti agli altri. Nessuno riesce a batterla sul tempo. Anche solo scattarle una foto ad occhi aperti è impresa impossibile. Trascorre le sue serate ascoltando il dj Pixel Man alla radio.
Non ha un ragazzo e sa che, anche quest’anno, festeggerà in solitudine il giorno di San Valentino. Inaspettatamente, però, durante una pausa pranzo incontra Liu Wen-sen (Duncan Chow), aitante insegnante di danza, che dà lezioni gratuite ad attempate signore nel cuore verde della città. Seppur galante e bellissimo, l’uomo è invece uno gigolò truffaldino alla ricerca di donne da circuire. La giovane si invaghisce di lui e insieme progettano di trascorrere il giorno degli innamorati. Ciò, però, non succede.

Da sinistra, in una scena del film, il maestro di danza Liu Wen-sen e la giovane impiegata Yang Hsiao-ch.
Al mattino, quando Hsiao-chi esce per andare al suo appuntamento qualcosa non quadra. È abbronzata, ha inspiegabilmente della sabbia nelle scarpe ed è già vestita. Cosa ancora più strana, San Valentino è già passato. Allarmata, va al comando di Polizia per denunciare la perdita di un giorno della sua vita.
Non sa ancora di non aver perso nulla, ma di aver finalmente vissuto ogni istante senza subire il tempo che passa. Torna al lavoro e le stranezze continuano. Il solito sempliciotto, che acquista solo un francobollo al giorno per imbucare una lettera, arriva con il volto tumefatto, mentre Liu Wen-sen è introvabile.
Il mistero del giorno mancante
Qualcosa è successo e la giovane ha bisogno di capire. Hsiao-chi è tormentata. Nelle ventiquattro ore precedenti è accaduto l’impensabile. Il mistero si spiega piano piano nel corso di una sceneggiatura ben scritta. I dettagli sono svelati con le lettere, il voice-over, le fotografie e i disegni di A Tai (Liu Kuan-ting), un timido autista di autobus, innamorato della giovane da una vita.
Attraverso una serie di flashback e colpi di scena, scopriamo la genesi di una storia romantica dai tratti gentili scandita da un tempo la cui durata è del tutto relativa.

Da una scena del film, il primo piano di A Tai con in mano la sua amata macchina fotografica.
Il senso di perdita
Il film esprime il senso di perdita di una giovane, che, a causa del suo essere troppo veloce in tutto, non ha mai assaporato il presente prestandogli sufficiente attenzione. L’egocentrismo della giovane segna i suoi rapporti e fa soffrire chi le vuole bene, ma le rimane accanto nonostante tutto.
Il sacrificio è premiato e quando il tempo si congela per ventiquattro ore, finalmente è tutto chiaro. Ogni tassello va al suo posto. C’è chi ritorna inaspettatamente. Qualcuno guardandosi si riconosce dopo tanto tempo. Qualcun altro subisce un grave incidente, mentre c’è chi se ne va nuovamente per non tornare mai più.
Il dramma continua a complicarsi, ma il finale è meraviglioso nella sua semplicità.