In concorso alla 57esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, il lungometraggio d’esordio di Fern Silva, Rock Bottom Riser. Un ibrido a metà strada tra saggio e videoarte che è anche un originale studio etnografico su un popolo e il suo sentire.
Rock Bottom Riser: Sinossi
Mentre un fiume di lava minaccia un villaggio delle Hawaii, voci e immagini si alternano per raccontare i misteriosi legami tra un popolo e gli elementi naturali che lo circondano. La costruzione di un enorme telescopio, proprio sul monte più sacro per i nativi, Mauna Kea, rischia però di minare questo magico equilibrio.
Tutto si tiene
Lo scontro tra Natura e Cultura prende strade insolite e imprevedibili nel primo lungometraggio del regista sperimentale Fern Silva. Un rapporto che attraversa il tempo, lo spazio e gli elementi per dare dignità all’essenza stessa di un intero popolo.
Dai primi navigatori che arrivarono alle Hawaii guidati dalle stelle fino agli scienziati che proprio in quei luogo decidono di costruire un osservatorio per guardarle, tutto, in Rock Bottom Riser, si tiene insieme in un equilibrio inaspettato. Un rapporto che pone le sue basi su un legame ancestrale del tutto particolare tra umanità, natura e cosmo, ma che non ignora le contrapposizioni.
Il fantasma del colonialismo
È così che in questo documentario dall’andamento psichedelico, alle parole di un popolo, al suo retaggio culturale e al suo rapporto peculiare con la natura si affianca una riflessione critica sullo sguardo occidentale e il suo desiderio di fagocitare qualsiasi realtà differente. Una contrapposizione tra colonialismo (anche scientifico) e nativi che condiziona un ibrido, dove a digressioni su geologia, religione e astronomia si alternano immagini spettacolari di eruzioni, volte celesti e foreste incontaminate.
Nessuno è un’isola
In nome del rispetto di un popolo, Rock Bottom Riser, si fa così documento umanista su un sentire esclusivo. Un saggio in 16mm contro l’omologazione culturale pronta a calpestare ogni cosa. Ma anche un viaggio che colpisce grazie a suoni e immagini (lo stesso Fern firma fotografia, montaggio e sound design) vive e suggestive. Consapevoli di non bastare a se stesse ma di avere valore e dignità solo quando concatenate le une alle altre.
Quasi a smentire i versi di “I am a Rock” di Simon & Garfunkel che risuonano in sottofondo: ..and a rock feels no pain, and an island never cries.