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Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

‘Earthearthearth’ pura arte visiva sarà presente alla Mostra internazionale del Nuovo Cinema

È un’opera estremamente sperimentale, pura arte visiva, dove la parola è sostituita dall’improvvisazione libera e pulsante del sassofonista Jason Sharp.

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Earthearthearth

Earthearthearth di Daïchi Saïto sarà presente alla 57° Edizione della Mostra internazionale del Nuovo Cinema.

È un’opera estremamente sperimentale, pura arte visiva, dove la parola è sostituita dall’improvvisazione libera e pulsante del sassofonista Jason Sharp. La musica, però, non ha la semplice funzione di accompagnare le immagini, piuttosto realizza un affascinante e intrigante fusione tra il visivo e l’uditivo. Earthearthearth è una riflessione sulla natura del pianeta Terra, che cattura lo spettatore in un’esperienza ipnotica, con immagini che raggiungono l’astrattismo più estremo.

La trama

I vasti paesaggi montani delle Ande sono alla base di questo nuovo film di Daïchi Saïto. Si parte dal buio della notte che lentamente viene sostituito dai colori tenui dell’alba. Earthearthearth, della durata di trenta minuti, ripercorre l’arco temporale di un’intera giornata, offrendo allo spettatore esperimenti di luce, su belle immagini di paesaggi. Ma l’astrattismo è continuamente presente e la Terra sembra assomigliare sempre di più a un pianeta disabitato.

L’esistenza umana senza l’Uomo

Se c’è una costante nel cinema sperimentale è la costruzione di uno stato gassoso della percezione.”

Questa definizione di Giles Deleuze riesce a tratteggiare al meglio uno dei principali cardini del cinema sperimentale ed Earthearthearth rientra di diritto in questa categoria.

Daïchi Saïto, regista di origine nipponica, ma da anni residente in Canada,  realizza con questo film un’opera che esplora l’ambiente dell’esistenza umana, rinunciando alla presenza dell’Uomo.

Le sue immagini sono tutte rivolte alla natura: la Terra l’unica protagonista di Earthearthearth. Eppure lo spettatore percepisce la presenza umana, forse non ancora comparsa, forse già estinta.

Uno stato gassoso della percezione

Citando Giles Deleuze, possiamo dire che la visione di Earthearthearth costruisce uno stato gassoso della percezione

Allo spettatore è concessa solo l’illusione di cogliere il vero messaggio del film, che è in continuo mutamento, che si vaporizza senza  il tempo necessario per decifrarlo.

Tuttavia, siamo affascinanti dalla natura di queste immagini, che prendono vita con le note del sassofono, diventando il respiro e il battito della visione.

La catastrofe

 Earthearthearth non ha solo il potere di affascinare e ipnotizzare. Nelle pieghe dell’astrattismo più estremo si percepisce un evento catastrofico.

Dai colori tenui, che evocano una sensualità latente, si passa a un blu elettrico rapsodico, per poi giungere a un rosso sangue di natura tragica.

È su quest’ultima gamma di colori che si avverte la presenza della morte. Non è possibile stabilire di che natura sia e soprattutto se riguarda noi, i nostri antenati o i nostri posteri.

Ma la Terra assume una connotazione crudele, minacciosa, e diventa inospitale per l’essere umano. Un messaggio di matrice ambientalista? Impossibile esserne certi, ma Daïchi Saïto sembra volerci lasciare un avvertimento.

Le immagini del suo film sono un flusso continuo in mutazione. Come l’esistenza umana,  del resto. Ciò che è vivo oggi potrebbe essere morto domani.

Earthearthearth

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