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Mubi Film

‘Fellinopolis’ di Silvia Giulietti, dietro la camera delle meraviglie di Fellini

Con i materiali d'archivio di Ferruccio Castronuovo, dietro le quinte de La città delle donne, Ginger e Fred, E la nave va, il documentario rivela e rivive l'ispirazione di Federico Fellini

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Fellinopolis di Silvia Giulietti

Benvenuti a Fellinopolis. È Silvia Giulietti, per questa volta, ad avere le chiavi della città di Federico Fellini, calandosi col proprio documentario nel mondo poetico del regista. Tre i sentieri da esplorare: La città delle donne, Ginger e Fred, E la nave va. Per ognuno dei film del Maestro, la regista si avvale degli inediti materiali di archivio derivanti dalle straordinarie riprese di Ferruccio Castronuovo. Fu quest’ultimo, infatti, a godere del privilegio di poter visitare i set di alcuni film di Fellini con l’autorizzazione a effettuare riprese di backstage. Erano i cosiddetti special, destinati alla promozione dei film. Guide di eccezione nella topografia dei luoghi creativi felliniani: i collaboratori storici, tra cui i Premi Oscar Lina Wertmüller, Nicola Piovani e Dante Ferretti. Fortuna che la mappa non è concettuale: sconfinando da ricostruzioni didascaliche, nel dedalo di aneddoti e curiosità, si rivive la stessa magia surreale che animò i set, le invenzioni, l’immaginario di Fellini.

Il trailer

Ecco il trailer del film distribuito prodotto da iFrame Srl in associazione con Libera Università del Cinema e distribuito da Officine Ubu.

Le città delle meraviglie di Fellini

Quante città invisibili, nella Fellinopolis di Silvia Giulietti. Oltre alla città delle donne, l’incrocio di suggestioni è prima di tutto con Cinecittà, con cui l’opera di Fellini sembra fare corpo e crocevia.

Il Teatro 5 di Cinecittà è il posto ideale, l’emozione assoluta. Uno spazio da riempire, un mondo da creare.

Il set di Fellini appare come il luogo dell’happening costante, della performance involontaria, dell’imprevedibile sussulto. Fellinopolis non poteva speculare sulla fredda ricostruzione d’archivio, a dispetto della straordinarietà dei materiali di Ferruccio Castronuovo. Per molte strade il clima irripetibile delle quinte felliniane sembra sublimare l’idea stessa di Cinecittà come luogo dei sogni, spazio e non-spazio.

 

Nella galleria di volti e comparse, per esempio: Fellini ne vien fuori quasi come un feticista della fisiognomica, uno scopritore di lineamenti unici. Ci sono poi macchinari, marchingegni e altre diavolerie scenografiche. Ne parla molto Dante Ferretti, e si vedono: la nave è una mirabilia, l’effetto dell’acqua un gioco di prestigio su grande scala. Avanti e dietro la telecamera, tutto è camera delle meraviglie.

Le favole dell’affabulatore Fellini

C’era, naturalmente, un mestiere oculato, un controllo rigoroso accanto ai colpi di genio e agli istrionismi di Fellini. In Fellinopolis è soprattutto il versante delle interviste e rendere conto di come professionismo e scanzonatura, allo stesso tempo, colorissero il processo di filmmaking. In molte testimonianze si rivive un’esperienza da notte prima degli esami: il regista chiedeva, il cast artistico e tecnico cerca di capire e accontentare. Spassosa, in tal senso, la fifa di Castronuovo (qui la clip). A volte si trattava persino di decifrare un enigma. Come quando per le musiche di Ginger e Fred Fellini chiede a Piovani:

una musica tronfia, spocchiosa, ripetitiva, cinica. Ma mi raccomando: falla anche bella.

Un altro tratto del Maestro è profilato dal racconto dei suoi collaboratori, tra cui anche il costumista Maurizio Millenotti e la storica segretaria di edizione Norma Giacchero: il grande gioco delle bugie. Innocue, naturalmente: per lo più piccoli trucchi del regista per costruire relazioni, motivare, gestire. Più che bugie bianche, bugie variopinte, anch’esse parte della creazione artistica, del racconto favolistico.

Il linguaggio fellinizzato di Silvia Giulietti

Non è pertanto un documentario passivo, Fellinopolis di Silvia Giulietti. Il film cerca di fellinizzarsi, di arricchirsi esso stesso di qualità linguistiche del cinema di Fellini. L’archivio vi contribuisce in larga parte: non è un caso che Castronuovo avesse il placet del Maestro. Ma c’è di più. Senza cristallizzarsi in una rigida struttura per capitoli, il documentario presenta degli interludi con animazioni di Luca Siano, “sceneggiatura nella sceneggiatura”, secondo le parole della stessa autrice (qui l’intervista esclusiva). Alla vivacità quasi circense del linguaggio grafico, nonché al film nella propria interezza, si sposa la musica di Rocco De Rosa. Nell’insieme, nemmeno una stonatura.

Con Fellinopolis, Silvia Giulietti immerge nel mondo di Fellini, ascoltandone la polifonia delle voci, mostrandone l’azione prima del ciak. Fellini – genio, affabulatore e umano – è ad honorem il primo cittadino di una città del cinema, o Cinecittà, che è Storia, che è contenitore di storie.

Fellinopolis è ora su Mubi

Fellinopolis

  • Anno: 2020
  • Durata: 80'
  • Distribuzione: Officine Ubu
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italiana
  • Regia: Silvia Giulietti
  • Data di uscita: 10-June-2021

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