Disponibile anche in Italia Zack, cane eroe, il film per ragazzi ambientato nella Berlino della seconda guerra mondiale, che racconta una storia di amicizia e indissolubile fedeltà tra un ragazzo e il suo migliore amico a quattro zampe.
Le vicende si basano sull’acclamato libro The Jewish Dog, dell’autore israeliano Asher Kravitz.
Alla regia l’esperta Lynn Roth, che si è occupata anche della sceneggiatura.
Zack, un adorabile Pastore Tedesco, è separato dalla sua famiglia quando le leggi di Norimberga vengono messe in atto nella città di Berlino durante la Seconda Guerra Mondiale: gli ebrei non possono più avere degli animali.
Un ufficiale delle SS decide di adottarlo, per trasformarlo in un cane da combattimento, capace di attaccare e di mantenere l’ordine dentro i campi di concentramento. Zack compie alla perfezione il suo lavoro, fino a che un giorno sente un odore familiare…
Il suo padroncino originario, un ragazzo di nome Joshua, viene deportato nel suo stesso campo di concentramento. Zack ha mantenuto salda la lealtà nei suoi confronti e non esiterà nell’aiutarlo quando questo deciderà di cercare di fuggire dalla prigionia, dovendosi scontrare con inevitabili ostacoli per provare a conquistarsi la salvezza.
Il cast del film
Joshua, protagonista del film insieme al suo amico canino, è interpretato dal giovanissimo August Maturo (classe 2007).
Altri membri del cast sono Ken Duke, nella parte di Ralph e Ayelet Zurer, (nota per per il suo ruolo in Angeli e Demoni, 2009) che nel film impersona Shoshanna.
Accoglienza della critica
Il film ha raccolto pareri contrastanti:
Isabelle Anguiano di Irish Film Critic ha assegnato un punteggio di 2½ su 5:
“Se ami le storie sui cani è un film che vale la pena di vedere perchè basato su una storia incredibile.”
Leslie Felperin di The Guardian ha assegnato un punteggio di 3 su 5:
“E’ un film disegnato per un pubblico multigenerazionale. Utilizza adorabili cuccioli per attrarre i bambini, ma poi offre una storia sull’Olocausto onesta ed emozionante.”
Gary Goldstein del Los Angeles Times scrive:
“Raccontare l’Olocausto attraverso il punto di vista di un Pastore tedesco conferisce al film un tocco di realismo poetico e fantastico. Il film si scontra però con elementi un po’ troppo convenzionali.”