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UFO 20 Film da vedere, da X-Files a Tito e gli alieni

Presentiamo una breve lista di 20 film imperdibili, che trattano di UFO in modi e generi diversi.

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Curioso, diffuso e talvolta criticato, l’interesse per gli UFO ha dato origine a tantissime iniziative e opere, per cui abbiamo deciso di scegliere 20 film sul tema, assolutamente da vedere.

UFO – Unidentified Flying Object | 20 film da vedere

Prima di iniziare però, un piccolo accenno alle nozioni base. L’acronimo UFO sta a indicare l’espressione Unidentified Flying Object, ossia “oggetto volante non identificato”. Quando nei cieli appare un fenomeno aereo di cui non si conoscono la provenienza o la natura, viene immediato pensare a qualcosa di extraterrestre.

Il termine ha iniziato a circolare dal 1952, quando l’Areonautica Militare degli Stati Uniti d’America lo ha coniato. Se in principio, identificava solamente determinati oggetti, rimasti sconosciuti dopo attenti studi, oggi viene usato in maniera meno specializzata e più comune.

Nell’immaginario collettivo gli avvistamenti UFO sono diventati una sorta di moda, con tanto di fan club, eventi a tema organizzati in precise ricorrenze, culti religiosi.

Ecco allora che il cinema, la televisione e l’arte mediatica in generale, hanno sfruttato quella che è una vera e propria miniera d’oro. Tra rapimenti alieni e sperimentazioni sugli esseri umani, invasioni e guerre per il dominio del pianeta, incontri ravvicinati e connessioni necessarie.

X-Files | Capostipite del genere ufologico

Prima di addentrarci alla scoperta dei titoli, facciamo un breve accenno a uno dei capostipiti del genere: X-Files.

Per ben undici stagioni ha tenuto inchiodati sulle poltrone i fan da ogni parte del mondo, con le avvincenti e misteriose indagini degli agenti FBI Mulder (David Duchovny) e Scully (Gillian Anderson).

Il primo episodio è andato in onda da noi nel lontano 1994 su Canale 5. Due pellicole cinematografiche – X-Files – Il film (1998) e X-Files – Voglio crederci (2008) sono state tratte dallo show televisivo, oltre a una serie di altri progetti tra fumetti, videogame e giochi di carte.

Chris Carter è la mente dietro il progetto, che ha vinto tre Golden Globe come Miglior serie drammatica e ben sedici Emmy Awards.

UFO | Ecco i primi 10 film da vedere:

LA GUERRA DEI MONDI (1953 – 2005)

Due sono le pellicole ispirate all’omonimo romanzo di H.G. Wells del 1897. La prima risale al 1953, diretta da Byron Haskin e premiata con il Premio Oscar per i Migliori effetti speciali.

Considerato un classico della fantascienza e inserito nel National Film Registry, La guerra dei mondi degli anni Cinquanta ha sfruttato l’esperienza del suo regista per dare forma all’invasione aliena nel miglior modo possibile (all’epoca). Tra modellini, esplosioni controllate, filmati d’archivio ed elaborati progetti.

Il secondo titolo, uscito nel 2005 per la regia di Steven Spielberg, omaggia il precedente in un paio di occasioni. Segno evidente di quanto il cineasta originario di Cincinnati sia stato influenzato dal lavoro di Haskin.

Ma non solo: tra le dichiarazioni rilasciate a ridosso della produzione, ha anche sottolineato il suo grande interesse per il capolavoro letterario di Wells e per l’adattamento radiofonico a cura di Orson Welles (1938).

La guerra dei mondi di Spielberg ha ricevuto tre nomination agli Academy Awards (per il sonoro, il montaggio e gli effetti speciali).

L’INVASIONE DEGLI ULTRACORPI (1956)

Tratto dall’omonimo romanzo di Jack Finney del 1955, L’invasione degli ultracorpi è oggi un cult del genere.

Probabilmente all’epoca Don Siegel non avrebbe potuto rendersi conto della portata del suo progetto. Girato a basso budget, in bianco e nero, senza effetti speciali, col tempo il film è diventato comunque un classico.

Tre sono i remake apparsi sugli schermi nel corso degli anni: Terrore dallo spazio profondo (1978) di Philip Kaufman, Ultracorpi – L’invasione continua (1993) di Abel Ferrara, Invasion (2007) di Oliver Hirschbiegel.

Come ben indicato dal titolo, la trama è incentrata sull’arrivo di extraterrestri, in grado di duplicare sin nei dettagli gli esseri umani, a cui si sostituiscono mentre dormono. Caratteristica degli alieni è la mancanza di sentimenti ed emozioni. Il dottor Bennell (Kevin McCarthy), l’unico a rendersi conto della reale e pericolosa situazione, ovviamente sarà ritenuto pazzo.

In origine, secondo le idee di Siegel, il finale non prevedeva uno spiraglio di speranza per l’umanità, ma la produzione gli impose un cambio di prospettiva.

INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO (1977)

Torniamo a parlare di Steven Spielberg e del fascino esercitato su di lui e sul suo lavoro dal tema extraterrestre.

Conservato nel National Film Registry e inserito tra i migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, Incontri ravvicinati del terzo tipo racconta le vicende di un gruppo di personaggi (umani), alle prese con un primo contatto alieno.

A differenza di altri precedenti sul tema, le creature provenienti da un altro pianeta non tentano di invadere, conquistare e sottomettere, quanto piuttosto di conoscere e apprendere.

L’idea nasce da un’esperienza vissuta dal regista in tenera età: osservare una pioggia di meteoriti deve essere qualcosa di incredibilmente suggestivo e memorabile. Ecco perché, da quel momento, l’ufologia è entrata nella mente del giovane Steven e non l’ha più abbandonata.

Una particolarità della pellicola riguarda il tema musicale, composto da John Williams. Quest’ultimo si è infatti occupato anche di ideare la sequenza di cinque suoni che permette agli alieni di comunicare con l’umanità.

Incontri ravvicinati del terzo tipo ha vinto due Premi Oscar (fotografia ed effetti sonori), un BAFTA e un David di Donatello come Miglior Film Straniero.

ALIEN (1979)

Alien di Ridley Scott è, senza alcun dubbio, uno dei migliori titoli sul tema extraterrestre e nel genere della fantascienza. Non a caso ha dato origine a una serie di sequel, prequel, crossover, fumetti, videogiochi. Eppure all’epoca della sua uscita in sala – 27 maggio 1979, negli States – le critiche non furono del tutto positive.

Sigourney Weaver ha inoltre raggiunto la notorietà, grazie al ruolo della badass Ripley, tenente dell’astronave Nostromo. Durante il viaggio di rientro sulla Terra, dal lontano pianeta Thedus, la donna e il suo equipaggio incroceranno la strada di un parassita alieno.

Inconfondibile e inimitabile, l’aspetto della creatura è frutto di un lavoro di collaborazione quanto mai elaborato e lodevole. Le visioni di Scott, dello sceneggiatore Dan O’Bannon, degli artisti Ron Cobb, Hans Ruedi Giger e Carlo Rambaldi (già sul set di Incontri ravvicinati del terzo tipo) portano a una soluzione senza precedenti.

Inserito al 33esimo posto tra i più grandi film di tutti i tempi dalla rivista Empire, Alien ha infatti meritato il Premio Oscar per i Migliori effetti speciali.

E.T. L’EXTRATERRESTRE (1982)

Con E.T. Steven Spielberg confeziona uno dei suoi capolavori. Tra i migliori cento film statunitensi – è al ventiquattresimo posto – per l’American Film Institute, la storia del piccolo extraterrestre e della sua amicizia con Elliott (Henry Thomas), Michael (Robert MacNaughton) e Gertie (Drew Barrymore), commuove ancora oggi.

Alla base del progetto si trova di nuovo una vicenda molto personale: quando il piccolo Steven visse la separazione dei genitori, immaginò accanto a sé un alieno. L’idea aveva così gettato i primi semi nella mente dell’apprezzato cineasta, deciso a realizzare un’opera in qualche modo autobiografica.

Ci sono voluti un po’ di anni, tanto impegno e determinazione, ma alla fine è riuscito nell’impresa, dando forma ai suoi sogni, canalizzando certe emozioni nel racconto, esorcizzando paure e ferite.

E.T. L’Extraterrestre ha reso Spielberg pronto a diventare padre e ha scaldato il cuore di milioni di persone in tutto il mondo.

Scelto come film di chiusura al 35esimo Festival di Cannes, dove si meritò una standing ovation, ha vinto 4 Premi Oscar – tra cui quello per i Migliori effetti speciali, al già noto Carlo Rambaldi, Dennis Muren e Kenneth Smith.

LA COSA (1982)

Uscito in contemporanea con E.T., La cosa di John Carpenter ha fornito numerosi spunti di discussione. Soprattutto per il raffronto con un altro classico della fantascienza, La cosa da un altro mondo (1951) di Howard Hawks, anch’esso basato sul racconto di John W. Campbell dal titolo Who goes there?

Il gruppo di protagonisti, intrappolato e isolato in una base nell’Antartide, si ritrova a dover fare i conti con una minaccia aliena che mette l’uno contro l’altro. La diffidenza, la disgregazione, l’impossibilità di fuggire, forzano le situazioni, facendo sì che il peggio di ognuno emerga e prenda il sopravvento.

Ecco allora che “la cosa” non rappresenta più solo l’essere alieno, ma assume significati nuovi e aperti a varie interpretazioni.

Nel 2011 un prequel – anch’esso intitolato La cosa – ha visto la luce sul grande schermo, mentre nel 2007 è stata inaugurata una casa dell’orrore a tema, The Rhing – Assimilation, presso il parco divertimenti Universal Studios Florida.

COCOON – L’ENERGIA DELL’UNIVERSO (1985)

Ron Howard adatta per lo schermo il romanzo di David Saperstein, aggiudicandosi due Premi Oscar – per il Miglior Attore non protagonista (Don Ameche) e per i Migliori effetti speciali (Ken Ralston, Ralph McQuarrie, Scott Farrar, David Berry).

Con Cocoon – L’energia dell’universo si prefigura e cristallizza l’idea di alieno buono, in grado di regalare agli uomini la vita eterna. In realtà, dietro la semplice storia di un gruppo di anziani che scopre una piscina miracolosa, si cela un discorso ben più ampio e stratificato.

La caducità dell’esistenza, il valore delle emozioni, l’importanza del libero arbitrio, sono alcune delle riflessioni offerte dalla vicenda.

Dagli anni Ottanta ad oggi, la pellicola resta un must del genere, avendo stabilito dei parametri a cui rifarsi, in un senso o in un altro.

Cocoon – Il ritorno (1988) è il sequel diretto da Daniel Petrie, ispirato ai personaggi creati da Saperstein. Ma non ha ricevuto i medesimi riconoscimenti dell’originale.

NAVIGATOR (1986)

Prodotto e distribuito in accordo con Walt Disney Pictures, Navigator racconta la storia di David Freeman (Joey Cramer), un dodicenne rapito da una navicella aliena e riapparso otto anni più tardi.

Se sulla Terra il tempo è trascorso come di consueto, nello spazio sembra invece essersi completamente bloccato. Quando il ragazzino torna infatti a casa, ha le medesime sembianze del giorno in cui l’ha lasciata.

Ci troviamo qui dinanzi al caso di un rapimento in piena regola, con tanto di test ed esperimenti, che da sempre esercitano uno strano fascino e una comprensibile fobia.

Oggi considerato un classico del genere, il film è stato tra i primi a fare un uso massiccio della CGI e di particolari effetti speciali, oltre ad avere una colonna sonora interamente composta di musica elettronica. Alan Silvestri è l’autore dei brani, generati tramite il Synclavier.

Dal 2017 circolano voci circa un possibile reboot, ma all’orizzonte ancora nulla appare.

MARS ATTACKS! (1996)

Arriva anche per Tim Burton il momento di cimentarsi con gli extraterrestri. E quale modo migliore se non appellarsi alla black comedy?

Il prolifico e visionario regista conosce bene il mestiere ed è indiscutibile suo amore per l’arte cinematografica (e non solo).

Con Mars Attacks! celebra un certo tipo di genere fantascientifico, impostando il look e lo stile del film sull’omonima serie di figurine degli anni Sessanta. Tante sono le citazioni e i richiami, vere e proprie leccornie per i più esperti e appassionati.

Tra i cast più eccentrici e ricchi di tutti i tempi,  troviamo schierati i nomi del calibro di Jack Nicholson, Danny DeVito, Natalie Portman, Jack Black, Annette Bening e Glenn Close.

Oltre ad avere una personalità come Burton dietro la macchina da presa, il progetto viene quindi arricchito da camei e contributi eccezionali. Un esempio è dato dalla colonna sonora di Danny Elfman.

CONTACT (1997)

Con Contact è il turno di Robert Zemeckis di parlare di alieni e trattare tematiche ad essi legate.

Adattando l’omonimo romanzo di Carl Sagan – che ha collaborato alla stesura del film – il cineasta di Chicago realizza un’opera impegnata e impegnativa, con Jodie Foster e Matthew McConaughey protagonisti. La prima nei panni di una scienziata di onde radio che non crede più in Dio, il secondo in quelli di un eccentrico predicatore sicuro della sua dottrina.

L’esperienza di entrare in contatto con entità extraterrestri si sovrappone alla fede religiosa, dando origine a un accostamento estroso e stimolante. La pellicola sfrutta il genere di appartenenza per spingere alla riflessione su questioni che solitamente esulano dalla pura e semplice fantascienza.

Dopo aver incassato quasi il doppio del budget di partenza (90 milioni di dollari), Contact ha ricevuto molteplici critiche positive, oltre a numerosi riconoscimenti tra i festival a cui ha partecipato.

UFO | I film da vedere dagli anni 2000 a oggi

SIGNS (2002)

Cosa si nasconde dietro il fenomeno dei cerchi nel grano? Da qui prende avvio la pellicola diretta da M. Night Shyamalan, anch’essa in qualche modo connessa alla perdita di fede.

Mel Gibson interpreta Graham Hess, un pastore che ha deciso di lasciare il sacerdozio in seguito alla tragedia che lo ha privato dell’amata moglie. Tutto cambia il giorno in cui scopre, insieme ai suoi due figli e al fratello (Joaquin Phoenix), delle misteriose figure geometriche nel loro campo di frumento.

Il regista, nato in India ma di nazionalità statunitense, si diverte qui a giocare con l’ufologia, per confezionare un’opera perfettamente nelle sue corde. La suspense la fa da padrona, grazie anche alla scelta di non mostrare mai chiaramente gli alieni.

Alternando la drammaticità della situazione che vivono i protagonisti a momenti comici, entrati per sempre nel cuore del pubblico – impossibile dimenticare Phoenix con la carta stagnola sulla testa – Signs è probabilmente tra i titoli più remunerativi e famosi sul tema.

PAUL (2011)

Di tutt’altro genere Paul di Greg Mottola, che racconta le vicende di una coppia di amici nerd (interpretati da Simon Pegg e Nick Frost), alle prese con un viaggio on the road, in compagnia di un simpatico alieno.

A dargli la voce nella versione originale Seth Rogen, mentre in quella italiana Stefano Belisari, in arte Elio di Elio e le Storie Tese.

Un’altra commedia a tema ufologico, meno “nera” rispetto a quella di Burton, ma altrettanto demenziale. A differenza del precedente però, Paul mostra una creatura amichevole e bisognosa di aiuto. Una sorta di E.T. cresciuto e inciampato di nuovo nell’umanità.

Nel corso della narrazione, Paul dice di aver dato consigli proprio a Steven Spielberg, per la realizzazione del suo capolavoro. Ma questa è solo una delle varie citazioni, disseminate qui e là, che evidenziano l’influenza e l’interesse nei confronti dell’argomento. E, al tempo stesso, danno origine a una parodia quanto mai riuscita, divertente e geniale.

SUPER 8 (2011)

Se due personalità come J.J. Abrams e Steven Spielberg – in veste di produttore – collaborano, il risultato finale ha del magico. Super 8 potrebbe benissimo essere considerato l’erede di E.T., non tanto per la storia in sé, quanto per le emozioni che riesce a regalare.

Il quattordicenne Joe (Joel Courtney) ha da poco perso la mamma, quando accade un evento straordinari e gli sconvolge ancora di più l’esistenza. Mentre è impegnato a dirigere un film horror con i suoi amici, assiste a un incidente che provoca l’intervento dell’esercito e innesca una serie di misteriose sparizioni.

Ambientato a fine anni Settanta, il film elabora il tema extraterrestre per parlare di perdita, di responsabilità, del percorso di crescita che ciascuno di noi deve compiere nel corso della propria vita.

Se a livello visivo Abrams ha ben pochi rivali, narrativamente parlando il discorso non cambia. Con Super 8 il cineasta newyorchese conduce lo spettatore dentro a un sogno, il suo, e lo invita a condividerlo, a goderne, lasciandogli un ricordo indelebile.

THE HOST (2013)

Con The Host di Andrew Niccol anche il genere young adult si avvicina al tema extraterrestre. E lo fa grazie al romanzo di una maestra quale Stephenie Meyer (autrice di Twilight), di cui il film è l’adattamento.

Melanie (Saoirse Ronan), il fratellino Jamie e Jared (Max Irons) vivono sempre in fuga, costretti a nascondersi dopo l’arrivo sulla Terra delle “Anime”. Queste ultime sono creature aliene che hanno colonizzato il pianeta, rendendolo più pacifico ma portando, al tempo stesso, a una quasi estinzione della razza umana.

Quando Melanie viene presa e utilizzata come tramite per un’Anima, tra le due si crea un canale di comunicazione tanto speciale quanto inatteso.

Un nuovo tipo di incontro ravvicinato si configura sullo schermo, sollevando riflessioni differenti e gradevoli. Il fatto che entrambe le specie agiscano in funzione della sopravvivenza, che adottino metodi spesso violenti e istintivi, spinge al confronto e a domandarsi quali siano i valori giusti da trasmettere a chi verrà dopo.

EDGE OF TOMORROW – SENZA DOMANI (2014)

Adattamento del romanzo illustrato All You Need Is Kill (2004) di Hiroshi Sakurazaka e Yoshitoshi Abe, Edge of Tomorrow vede schierati, su due fronti, un esercito di extraterrestri e plotoni di soldati umani.

Per competere con le incredibili abilità aliene, gli scienziati hanno elaborato nuovi equipaggiamenti, ma nulla sembra essere in grado di portare la vittoria dalla loro parte. Eccezion fatta per le imprese di Rita Vrataski (Emily Blunt), soprannominata l’Angelo di Verdun.

Quando nel suo battaglione viene inviato il maggiore William Cage (Tom Cruise), tra i due si instaura gradualmente, e dopo un evento eccezionale, un profondo rapporto, che li porterà a ribaltare le sorti del conflitto.

La pellicola, diretta da Doug Liman, è incentrata su scene d’azione ed effetti speciali, più che sulle suggestioni e sulle stratificazioni offerte dal tema ufologico.

Sebbene sia il regista che gli interpreti abbiano, in varie occasioni, sollevato la questione di un possibile sequel, ad oggi ancora non si hanno conferme. Pare che uno dei problemi sia il budget, troppo elevato per far sì che il progetto possa avviarsi.

ARRIVAL (2016)

Una strada simile a Contact percorre Arrival di Denis Villeneuve.

Basato sul racconto Storia della tua vita di Ted Chiang e presentato alla 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film narra le vicende di un’affermata linguista (Amy Adams), chiamata a comunicare con una specie aliena. Nel corso dell’incarico, tornano a galla i ricordi della figlia, morta a soli dodici anni a causa di una malattia.

Oltre al discorso sul valore di ciò in cui si crede, e sulle conseguenze che ha nelle scelte di ognuno, in Arrival subentra quello sulla temporalità. La percezione del presente, passato e futuro, cambia grazie all’incontro con gli extraterrestri.

Come alcuni dei precedenti titoli illustrati, Arrival coniuga i topoi della fantascienza con i temi attinenti all’esistenzialismo. Prendendo talvolta spunti dalla filosofia, dalla religione, dalla cronaca, si costruisce una narrazione che intrattiene e che invita al confronto.

Candidato a ben otto Premi Oscar, il film ha meritato la statuetta per il Miglior montaggio sonoro (a cura di Sylvain Bellemare).

UFO 20 Film da vedere | CAPITOLO ITALIA

Sebbene in Italia non si abbia una tradizione forte nel genere della fantascienza, a volte qualche cineasta si cimenta con progetti tanto rischiosi quanto interessanti.

Molto dipende dalla possibilità di avere a disposizione budget sostanziosi ed esperti nel campo degli effetti speciali. Situazione, questa, non sempre verificabile.

Ciò che di certo non manca sono la creatività e le menti geniali capaci dar forma a opere di tutto rispetto. In esse non saranno quindi la spettacolarità o il contributo della computer graphica a lasciare sbalorditi, ma piuttosto la poetica e il modo di affrontare alcuni argomenti.

Ecco perché tra i 20 film da vedere sul tema UFO non potevamo tralasciare i seguenti titoli nostrani, tre dei quali risalenti al 2011 – anno probabilmente proficuo per il genere.

6 GIORNI SULLA TERRA (2011)

Titolo poco noto, ma selezionato dal Festival Internazionale del Cinema di Mosca, 6 giorni sulla terra di Varo Venturi narra la storia del professor Davide Piso (Massimo Poggio), esperto ufologo con una personale teoria sui rapimenti alieni.

Insieme alla sua squadra di scienziati, mette in atto un’innovativa tecnica, ma le cose si complicano con l’ingresso in scena di Saturnia (Laura Glavan). La giovane diventerà un ponte di collegamento tra la Terra e un’entità aliena chiamata Hexabor di Ur.

Dietro la cara e vecchia ufologia, la pellicola cela un discorso ben più ampio e approfondito, frutto di un lavoro di ricerca e di consulenza con Corrado Malanga (sostenitore della teoria del complotto sugli UFO e presente in un cameo).

Nel cast troviamo anche Piergiorgio Bellocchio, Francesco Venditti e Ludovico Fremont.

L’ULTIMO TERRESTRE (2011)

Affermato fumettista, Gianni Pacinotti in arte Gipi si cimenta qui con la regia, rifacendosi a una graphic novel di Giacomo Monti, Nessuno mi farà male.

Passato alla 68esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, L’ultimo terrestre ha riscosso un buon successo di pubblico e critica, donando al cinema nostrano una nuova corrente da percorrere.

Ambientato nel 2010, nel mezzo di una crisi economica che sta ancora mettendo in ginocchio l’Italia, il film presenta un personaggio tanto comune quanto interessante: Luca Bertacci.

Gabriele Spinelli presta il volto a quest’uomo misantropo e misogino, che trascorre le sue giornate sostanzialmente osservando e criticando l’umanità intorno a sé. Almeno sino a quando gli alieni non decideranno di scendere sulla Terra e spingeranno il protagonista a rivalutare il suo modo di stare al mondo.

L’ultimo terrestre è stato anche al centro di una campagna promozionale alquanto particolare, vicina per certi versi anche alla trasmissione radiofonica di Orson Welles.

L’ARRIVO DI WANG (2011)

Dopo vampiri e piani claustrofobici, i Manetti Bros. si rivolgono agli incontri ravvicinati del terzo tipo, riscuotendo un successo clamoroso in più di una manifestazione. L’arrivo di Wang è stato infatti premiato al Science Plus Fiction di Trieste e al Santa Marinella Film Festival, oltre che nominato al David di Donatello per i migliori effetti visivi.

Gaia Aloisi (Francesca Cuttica) viene assunta dal misterioso Curti (Ennio Fantastichini) come interprete di cinese. Ciò che però la giovane non sa, è che sta comunicando con un essere alieno. Sottoposta a un vero e proprio interrogatorio, la creatura afferma di essere venuto in pace. Ma Curti non gli crede, e così Gaia decide di salvarlo, prima che venga torturato.

Trattandosi dei celebri cineasti romani, non sorprenderà il fatto di trovarsi a un’opera quanto mai originale e surreale, arricchita da un capovolgimento finale degno di nota.

TITO E GLI ALIENI (2017)

Tra i migliori titoli sin qui presentati, sebbene sia forse il meno connesso, Tito e gli alieni è la storia di uno scienziato, chiamato il Professore (uno straordinario Valerio Mastandrea), incaricato di portare avanti un progetto per il governo statunitense. In realtà l’uomo sta affrontando la perdita dell’amata moglie, nel bel mezzo del deserto del Nevada, sdraiato su un divano. Quando nella sua routine piombano i due nipoti, di 7 e 16 anni, sarà costretto a “tornare in pista”.

La splendida pellicola firmata da Paola Randi, presentata al Torino Film Festival e premiata sia al Bif&est che ai Nastri d’argento, sfiora il tema ufologico per andare più a fondo a livello esistenzialista e intimista.

La morte, la malattia, il lutto, la separazione, vengono affrontati con spirito e originalità, anche grazie allo sguardo privilegiato dei bambini protagonisti. Un vero e proprio gioiello del cinema indipendente nostrano, debitore ai classici del genere, ma dotato di una sua indiscutibile e incantevole personalità.

*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.

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