Disponibile in prima assoluta su Sky Cinema e su NOW dal 7 giugno 2021, Security di Peter Chelsom è tratto dall’omonimo romanzo di Stephen Amidon (edito da Mondadori).
Il nuovo film Sky Original porta le firme di Tinker Lindsay, Silvio Muccino, Michele Pellegrini e Amina Grenci alla sceneggiatura. I produttori sono Marco Cohen, Benedetto Habib, Fabrizio Donvito, Daniel Campos Pavoncelli.
Una produzione Indiana Production e Vision Distribution, in collaborazione con Sky Cinema.
Security | La trama
Una notte Roberto Santini (Marco D’Amore) viene contattato per una possibile infrazione in una delle abitazioni di cui gestisce il sistema di sicurezza. Dalle videocamere cerca di risalire agli eventi che hanno portato al ricovero di Maria Spezi (Beatrice Grannò) e all’arresto del padre di quest’ultima, Walter (Tommaso Ragno).
Nel frattempo, la moglie Claudia (Maya Sansa) è impegnata a farsi eleggere come sindaco, affiancata dall’ambiguo Curzio Pilati (Fabrizio Bentivoglio), e dalla figlia Angela (Ludovica Martino). Claudia frequenta di nascosto il suo professore di scrittura creativa (Silvio Muccino).
Le indagini di Roberto riporteranno a galla anche il suo affetto per Elena (Valeria Bilello) e per suo figlio Dario (Giulio Pranno), allontanati dalla sua vita anni prima, dopo la fine della sua relazione extraconiugale con la donna.
Forte dei Marmi e il mare d’inverno
Forte dei Marmi offre uno scenario perfetto per dare vita a un progetto originale nelle intenzioni, un po’ meno nella resa.
La sequenza di apertura esibisce il luogo di villeggiatura in (quasi) tutto il suo splendore. La spiaggia spaziosa, con gli ombrelloni allineati, il pattino del salvataggio a pochi metri dalla riva, i bar e i locali che organizzano serate sotto le stelle. Una vera e propria cartolina.
Ma questa messa in scena a un certo punto si trasforma, lascia il posto a qualcosa di meno limpido, di meno sereno. Arriva l’inverno, e l’atmosfera cambia. Quando le giornate si accorciano e le notti si allungano, anche la più ridente delle cittadine modifica il suo aspetto.
«Questa storia è una storia invernale.»
Forte dei Marmi appare un luogo fantasma, svuotato dei suoi ospiti stagionali. Ed è così che Security assume i tratti del thriller, strizzando addirittura l’occhio al genere horror.
Security | Il peso della verità
Una sensazione di freddo tagliente si insinua sotto la pelle di chi assiste alla scena. Attraverso i filmati di sicurezza, osserviamo la fuga di una ragazza sanguinante e disperata, impassibili ma morbosamente attratti e curiosi di conoscerne la storia. Eppure la verità tarderà a mostrarsi, portando con sé ferite forse mai rimarginabili.
Spesso la loro origine risale ai rapporti tra genitori e figli, da cui dipendono le sorti della crescita e della stabilità individuale, perché ogni decisione sarà in qualche modo frutto di quanto imparato o recepito durante l’infanzia.
Angela Maria e Dario, teenager alle prese con momenti particolari della loro esistenza, rappresentano facce diverse di una stessa medaglia. Chi nel pieno della ribellione, chi in quello della scoperta o dell’autodistruzione. Le regole non bastano ad arginare istinti e bisogni, venendo bypassate senza troppi ripensamenti.
Nessuno è (veramente) al sicuro
Tutto ruota attorno al tema della sicurezza – da cui il titolo – declinato sotto vari punti di vista. Per Roberto è il campo di lavoro; per i suoi clienti il massimo esperto è lui, ed è a lui che si rivolgono per sentirsi tutelati.
L’uomo deve occuparsi anche di proteggere la figlia e la moglie. Quest’ultima fonda la sua campagna elettorale sulla volontà di rendere più sicura Forte dei Marmi. Ma in realtà, nel suo passato, i punti fermi sono venuti meno, causando una reazione a catena imprevedibile e devastante.
Così Security mette insieme tanti tasselli, ciascuno portato avanti dalle numerose figure in campo e dalle relazioni che intercorrono tra loro. La piccola comunità descritta permette di forzare il discorso, incentrato com’è sugli effetti dell’isolamento, del far parte di un’elite, del nascondere la realtà dei fatti.
Se però il film funziona nella creazione dell’atmosfera, ben equilibrata e sostenuta da un’ottima fotografia (a cura di Mauro Fiore, premio Oscar per Avatar), la costruzione narrativa sembra peccare di scarsa immaginazione. Prevedibilità e indifferenza sono nemici di un genere quale il thriller, per quanto promettenti siano i presupposti di partenza.
*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.