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Sweet Tooth: la recensione della nuova serie Netflix scritta da Lemire

Il racconto segue le avventure di un ragazzo-cervo di nome Gus che dopo aver vissuto per molti anni in un bosco conosce il solitario Jepperd.

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Sweet Tooth è una serie originale Netflix tratta dal fumetto omonimo di Jeff Lemire composto da 40 albi divisi in sei archi narrativi (Fuori Dai Guai, In Cattività, Eserciti Animali, Specie In Pericolo, Habitat Innaturali, Caccia Grossa) che concludono l’intera storia.

La prima stagione Netflix è composta da otto episodi.

Un viaggio dell’eroe anomalo: può essere vista in quest’ottica la storia, straziante e dolorosa, intima ed epica, struggente e folle, che Jeff Lemire ha creato nella sua serie creator owned.

E non era facile né scontato riuscire a catturarne l’intima essenza, anche e soprattutto per la componente visiva dell’opera, con quei disegni (dello stesso Lemire) postmoderni e irrealistici, dalle linee ruvide e irregolari che restituiscono un percorso narrativo irregolare ed ellittico.

Gli otto episodi di Sweet Tooth sanno suscitare risate e lacrime occasionali grazie ad una dolcezza genuina e indiscutibile, perchè proprio in questo cortocircuito, in questa sua irregolarità asimmetrica e sorprendente freschezza, sta la componente vincente.

Non è il futuro ma il presente ad essere distorto, distopico nell’impianto scientifico quando propone una pandemia (sic) durante la quale, inspiegabilmente, inizia a nascere una nuova razza di ibridi, metà uomo e metà bestia.

La -parziale- delusione del recentissimo Jupiter’s Legacy potrebbe far storcere il naso: ma Sweet Tooth non è assolutamente superomistico, e pur nascendo da un fumetto (anzi, forse proprio grazie a questo) conserva un impianto favolistico favorito dalla voce narrante che accompagna la nascita di Gus, bambino con le corna di alce il cui padre porta a vivere e crescere in un bosco lontano da una civiltà che sta lentamente scivolando verso un’isteria precauzionale nei  confronti della nuova specie.

Il racconto conserva e custodisce gelosamente l’anima rozza, sporca e crudele degli albi originari, mantenendo persino -cosa sempre più insolita oggi, in periodo di adattamenti forsennati- lo stesso sviluppo e lo stesso impianto dei sei archi narrativi scritti dall’autore.

In questo modo, Sweet Tooth passa, dall’essere il racconto di un’Apocalisse con gli occhi di un bambino, a un delicatissimo e commovente racconto di formazione, intimamente legato all’immagine iconica del bambino protagonista che a tutti gli effetti diventa centro emotivo della serie, lasciando da parte gli orrori del mondo devastato dal Morbo pandemico.

Certo, non tutto funziona: se in assoluto Sweet Tooth rimane un’opera preziosa e imprescindibile, insospettabilmente legata alla nostra più urgente attualità, dall’altro non convincono fino in fondo alcune sottotrame che si snodano dal corpo centrale negli episodi di mezzo. I momenti filler sono sempre quelli più difficili da gestire con equilibrio, e allo scivolone non sfugge la nuova serie Netflix.

Ma resta intatta la sua originalità: che, insieme al quasi contemporaneo Anna di Ammaniti (che gli è però superiore in più di un senso), racconta o meglio torna a raccontare ancora una volta ma senza alcuna standardizzazione il genere post apocalittico, quanto mai fecondo e suggestivo dato il periodo in cui sono prodotti.

Ma facendo sì che i pericoli di una condizione epidemiologica possano essere avvertiti in maniera ancora più toccante e sulla nostra pelle, modellando il nostro presente e il nostro sentire con il fuoco del calore e del fattore umano, un fuoco che parte da fuori e arriva fino al cuore.

Sweet Tooth è disponibile dal 4 giugno 2021 su Netflix: tra gli interpreti, Christian Convery, Nonso Anozie, Will Forte.

 

sweet tooth

  • Anno: 2021
  • Durata: 1 stagione, 8 episodi
  • Distribuzione: netlifx
  • Genere: post apocalittico, fiaba
  • Nazionalita: stati uniti
  • Data di uscita: 04-June-2021

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