Gemini man: pregi ma soprattutto difetti del film di Ang Lee

Disponibile su Netflix, Gemini Man è un film del 2019, dal regista due volte premio Oscar Ang Lee (I segreti di Brockeback Mountain, Vita di Pi).

Protagonisti Will Smith, Clive Owen e Mary Elizabeth Winstead. Prodotto dalla Paramount Pictures, il film è distribuito dalla 20th Century Fox. 

Gemini Man: la trama

Henry Brogan (Will Smith) è il miglior sicario in circolazione. Per questo la Defense Intelligence Agency, servizio segreto americano, non rinuncia mai ai suoi servigi. A 51 anni Henry coltiva sempre più dubbi sulla vita condotta sino a qui e, dopo l’ultimo incarico, decide di abbandonare i panni del killer governativo. Ma i suoi superiori non si fidano e gli mettono alle costole degli agenti, fino a ricorrere al migliore di tutti, straordinariamente simile nelle fattezze proprio a Henry Brogan.

Gemini Man: un film senz’anima

Bastano due Will Smith a salvare il Film di Lee? Sequenze adrenaliniche, scene d’azione quasi “cliniche” e abilità tecnica digitale non riescono in realtà ad accendere le emozioni.
Il regista Ang Lee si avventura nella tendenza all’invecchiamento-ringiovanimento digitale del cinema moderno ( visto anche in The Irish man di Scorsese) per mescolare immagini realistiche e non, con una sceneggiatura sulla carta avvincente e ben congegnata. Ma è solo un’illusione. Il risultato è un agglomerato di tecnica che si scontra con una mancanza sostanziale di fondo.

Will Smith interpreta l’assassino delle Forze Speciali Brogan con poca enfasi, non aiutato affatto da una storia macchinosa e artefatta. La sceneggiatura, con dialoghi a volte imbarazzanti e al limite dell’ovvietà, si perde in artefatte conversazioni costruite su temi triti e ritriti dalla cinematografia degli ultimi anni.

Henry Brogan: Sta’ fermo lì! Chi sei?! Non ti voglio sparare!
Junior: Bene. Non spararmi, io ti sparo lo stesso.
Henry Brogan: Ti potevo uccidere sul tetto!
Junior: Meglio se lo facevi.

Questioni morali sulla biogenetica, conflitti di identità, drammi di coscienza e crisi esistenziali fanno da contorno ad improbabili sequenze di luoghi comuni che non ti aspetti da un regista del calibro di Ang Lee.

Gemini Man è uno di quei film che iniziano senza contesto e prima che tu te ne accorga sei nel bel mezzo dell’azione, vagando alla ricerca di un filo narrativo.

Le sequenze d’azione sono straordinariamente coreografate e qui ritrovi sicuramente la tecnica di capolavori come La tigre e il dragone. Avvincenti le scene tra il giovane e il vecchio Smith che si battono tra i tetti schivando proiettili con inseguimenti ad alta velocità tra auto e moto. Adrenalina al punto giusto dunque.

Personaggi poco approfonditi

Clive Owen interpreta Varris, il capo freddo e calcolatore di Brogan. Varris è la mente dietro il Progetto Gemini, un progetto per fabbricare i migliori assassini del mondo e per rendere invincibile il suo esercito. Un personaggio del tutto sottosviluppato quello di Brogan, incastrato in una dimensione di apatia che gli impedisce di rendere con completezza quello che dovrebbe essere l’antagonista di Will Smith.

L’aspetto anti-invecchiamento resta così l’unico vero protagonista. Notevole lo sforzo profuso per far sembrare reale il giovane Smith, sforzo che ha lasciato da parte ogni necessario approfondimento dei personaggi. Brogan, Varris e tutti gli altri restano in superficie. L’impressione finale è che ci si è concentrati totalmente sulla presentazione esterna dimenticando il  contenuto. Un vero peccato e un’occasione mancata di poter godere di una riflessione intelligente frutto della visione originale del grande artista Ang Lee.

Trailer