Il serial Biopic, ideato da Sharr White e diretto da Daniel Minahan, è tratto dal libro Simply Halston di Steven Gaines. Protagonista è Ewan McGregor e accanto a lui nel cast troviamo tra gli altri Krysta Rodriguez, Bill Pulmann,Rebecca Dayan e Gianfranco Rodriguez.
Chi è Halston
Per chi non lo sapesse, Halston è stato un nome importante della moda anni ’60-’70.
Semplice cappellaio agli esordi ( famoso il suo cappello a tamburello indossato da Jackie Kennedy ) divenne celebre dopo aver ricreato il look a Liza Minnelli.
La miniserie in cinque episodi ripercorre tutta la sua carriera , dagli inizi difficili, all’apice del successo fino all’abisso.
Uno dei punti cardini è proprio l’ amicizia con l’attrice e cantante, ( la brava Krysta Rodriguez) una delle poche relazioni durature della sua vita.
Non sarà una moda passeggera quella di Halston e la miniserie mostra tutta la parte adulta della vita e carriera dello stilista, con pochi flashback su un passato e un’infanzia che si desumono dolorosi. Un punto debole questo, della sceneggiatura, che avrebbe potuto scavare maggiormente e mostrare proprio le origini del disagio interiore dell’artista.
Il racconto mostra un Halston bambino confezionare cappelli per la madre, che subisce soffrendo le violenze del marito. Ma sono brevi momenti che lo spettatore non riesce in realtà ad incastrare perfettamente con il resto del racconto.
Halston un cast con nomi importanti
La miniserie si fa forza su un cast nutrito da grandi attori: primo fra tutti un convincente Ewan McGregor, una strepitosa Krysta Rodriguez, accanto a un credibile Bill Pullman (The Sinner),una sempre brava Kelly Bishop (Una mamma per amica) nei panni della vera PR Eleanor Lambert ed infine Vera Farmiga (l’esperta di essenze profumate Adele).
Nella recitazione di Ewan McGregor ( penalizzato nella versione italiana da un discutibile doppiaggio), si mostra tutta l’esperienza dell’attore ma anche una sorta di stanchezza espressiva che manca di emotività in alcuni momenti. L’evolversi degli eventi è raccontato rapidamente e spesso in modo superficiale non concedendo la possibilità di creare un reale coinvolgimento.
Moda, glamour e stile: uno spettacolo senz’anima
Io ho una visione. Io cambierò il volto della moda americana
Abiti colorati, scenografie e colori sgargianti. La miniserie è comunque una panoramica sul mondo della MODA, un mondo visto attraverso gli occhiali da sole di Halston, un mondo fatto di tessuti, essenze, tonalità sgargianti, un mondo descritto attraverso una manifesta sensorialità.
Questa ricerca di effetto visivo produce una freddezza patinata che non crea enfasi sentimentale. Le relazioni vengono mostrate in modo distaccato e poco empatico, la regia preferisce concentrarsi sulla personalità di Halston, genio dal carattere difficile e scostante, ma allo stesso tempo non andando oltre una stereotipata e ostentata descrizione dell’immagine dello stilista dannato.
Tutto il mondo della moda viene mostrato nella sua “cattiveria” di fondo, popolato da personaggi che vivono però solo in superficie e combattono una guerra cinica e spietata.
Ma una volta tolti gli abiti cosa rimane?
Abbiamo un nome, uno soltanto. Non abbiamo altro su questa Terra ed è tutto ciò che ci lasceremo dietro. E io non ho protetto il mio.
Il Tema di fondo è sicuramente questo. L’inconsistenza che si cela dietro l’apparente perfezione. Ma il tentativo della miniserie di indagare a dovere nella “palude” del mondo della moda non riesce in pieno.
Quell’infida coltre che tutto risucchia e copre, mostrata in titoli come Neon Demon , qui non si manifesta. Allo stesso tempo non riusciamo mai veramente ad entrare totalmente nella vita di Halston e restiamo sempre ai margini ad osservare un semplice prodotto “visivo”.
Halston viene raccontato ma di lui percepiamo in realtà ben poco, non solo attraverso il suo lavoro ma anche attraverso le sue relazioni. Il suo Io rimane freddamente in ombra, lasciando inespresso un universo che sarebbe stato invece interessante da mostrare.
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