Si vive una volta sola. Su Prime Video il nuovo film di Carlo Verdone
Si vive una volta sola è la nuova commedia scritta, diretta e interpretata da Carlo Verdone. Prodotta da Aurelio e Luigi De Laurentis è il racconto del viaggio di quattro amici speciali in Puglia.
Si vive una volta solaè il nuovo film scritto, diretto e interpretato da Carlo Verdone.
Il regista, a distanza di due anni da Benedetta Follia, torna con una nuova commedia corale. Protagonisti, accanto a Verdone, Max Tortora, Anna Foglietta e Rocco Papaleo.
Si vive una volta sola, prodotto da Aurelio e Luigi De Laurentis, è distribuito da Vision Distribution e FilmAuro. Dopo essere stato in sala per qualche giorno, è ora disponibile su Prime Video.
Si vive una volta sola : trama
Il Professor Umberto Gastaldi (Carlo Verdone) guida l’équipe medica composta della strumentista Lucia Santilli (Anna Foglietta), l’anestesista Amedeo Lasalandra (Rocco Papaleo) e l’assistente Corrado Pezzella (Max Tortora). Un team di eccellenti professionisti della medicina, ma anche un gruppo di maestri della beffa. I quattro sono insuperabili nel partorire scherzi spietati…specialmente se la vittima di turno è il loro amico Amedeo.
In attesa di conferma se operare o meno il Santo Padre, Amedeo si appresta a festeggiare il suo compleanno con una nuova fiamma. Peccato che il trio, composto di Lucia, Corrado e Umberto, gli abbia preparato un nuovo scherzo, l’ennesimo di cui Amedeo è vittima, uno scherzo che gli rovinerà la vita.
Tra carte di credito nascoste, finte interviste e numeri di telefono segnati in luoghi poco ortodossi, l’uomo, esausto dal comportamento degli amici, annuncia che partirà per una vacanza.
Nel frattempo però Umberto, responsabile del gruppo di medici, viene informato che Amedeo è gravemente malato e che gli restano pochi mesi di vita.
Sconvolto dalla notizia, Umberto informa gli altri che, disperati, decidono di partire con Amedeo per la Puglia; qui gli parleranno della sua malattia.
Si vive una volta sola: una commedia che ironizza su temi importanti
Si vive una volta sola, scritto da Carlo Verdone con Giovanni Veronesi e Pasquale Plastino, è una commedia che ha il merito di ironizzare su temi importanti. Presi dal dolore per la malattia dell’amico, Umberto, Lucia e Corrado lo accompagnano in Puglia dove Amedeo vuole godersi la vacanza. Nel tentativo di informarlo, ovviamente, accadranno le situazioni più ilari. Tutti vorrebbero parlare con Amedeo, ma nessuno riesce a farlo fino in fondo. Le giornate di vacanza diventano così momenti di gioia e serenità per Amedeo, ma un incubo per tutti gli altri. Tra incontri improbabili, situazioni paradossali e scenari mozzafiato, Si vive una volta solaracconta la reazione di tre persone dinanzi alla morte. Carlo Verdone, che ci ha abituati ad un cinema in cui dietro l’aspetto comico c’è sempre un messaggio drammatico, affronta questa volta la malattia e la perdita.
Per farlo, saggiamente, sceglie di raccontarle attraverso il viaggio di quattro medici, coloro che forse più di tutti hanno a che fare con la morte. Cercando di rendere felice Amedeo, il trio, composto da Lucia, Corrado e Umberto, prova ad affrontare l’idea della perdita, comprendendo quanto non si è mai preparati davvero ad affrontarla.
Il viaggio in una Puglia catturata dalla regia nei suoi scorci più incredibili si fa paradossale.
Mentre Amedeo trascina gli amici in giri in barca e discoteche, gli altri finiscono per subirne l’eccessivo entusiasmo, arricchendo la commedia di divertimento. Umberto, Corrado e Lucia si ritrovano così indirettamente protagonisti di episodi comici ma, nel messaggio finale, è l’amaro del futuro che prevale.
Così come i personaggi non riescono in realtà a divertirsi perché interiormente angosciati, allo stesso modo lo spettatore percepisce l’impotenza della situazione vissuta. E questo è uno dei pregi della scrittura del film. Verdone sottolinea in più momenti il labile confine tra vita e morte. Tre professionisti che ogni giorno affrontano la morte non accettano quella del loro amico e, paradossalmente, la loro condizione di medici termina davanti ai sentimenti personali. E, proprio nel senso di impotenza di cui soffre il trio, si mostra la tragedia della vita.
Una tragedia che è propria dell’esistenza umana e della sua imprevedibilità e che Verdone, Veronesi e Plastino descrivono attraverso personaggi che dovrebbero essere preparati ad affrontarla, ma che invece non la sanno gestire. Lucia, Corrado, Amedeo e Umberto riescono però infine a far fronte alla realtà, accettandone le sfumature e trovando pace.
Con Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Max Tortora, si è creata immediatamente l’alchimia giusta – Carlo Verdone
Supportati da un’ottima sceneggiatura, Tortora, Foglietta e Papaleo si lasciano dirigere da Verdone mettendosi in gioco. Il film corale raggiuge il suo scopo. Nessuno emerge, nessuno è messo in disparte. Il film è di tutti e con tutti. I quattro attori mostrano un’invidiabile feeling, complice la bravura del Verdone regista che, anche in passato, ha dimostrato intelligenza ed efficacia nel dirigere gruppi di attori e sfruttarne pregi e difetti.
Le parole di Verdone
«Si Vive Una Volta Sola rappresenta per me una piacevole novità. Nei miei ultimi film, infatti, le storie erano perlopiù incentrate su rapporti a due e quindi avevo voglia di tornare a un racconto con una dinamica più collettiva e corale, ad una vicenda in cui al centro ci fosse un gruppo di persone, con le loro fragilità e le loro contraddizioni. Lavorare con un gruppo di bravi attori mi aiuta senza dubbio a trovare la maniera più semplice e naturale di girare, di affrontare questo viaggio affascinante e sempre nuovo che è un film. Quando l’intesa è immediata non c’è infatti bisogno di lunghe spiegazioni e posso concentrarmi sugli aspetti essenziali del copione senza mai trascurare la triplice responsabilità di essere regista, sceneggiatore e attore. Dopo quarant’anni di carriera mi meraviglio ancora di quanta energia serva per fare un film e ogni primo giorno di set è sempre, da quarant’anni, un primo giorno di scuola. Ogni volta la stessa emozione. E diluire la fatica circondato da attori bravissimi, rende il lavoro più fluido e divertente, lo alleggerisce notevolmente. Con Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Max Tortora, si è creata immediatamente l’alchimia giusta e il contributo che hanno dato al film con il loro talento mi ha senz’altro permesso di svolgere il mio lavoro da regista in maniera più rilassata. Abbiamo vissuto insieme in Puglia per otto settimane in grande sintonia, con l’amicizia che lega i nostri quattro protagonisti. Un altro aspetto importante di questo film è il fatto di avere, per una volta, lasciato Roma.
Ho girato la quasi totalità dei miei film nella mia città, ne conosco ormai tutte le sfumature e il successo dei miei film è dovuto anche alla sua materna presenza.
Ma nello stesso tempo è un rapporto che ha bisogno di tanto in tanto di pause per essere rivitalizzato. Questo per evitare l’usura e la stanchezza, come succede con le cose che si amano di più. Girare in Puglia mi ha dato modo di respirare a pieni polmoni un’aria nuova: erano posti che non conoscevo e che ho trovato perfetti, con il loro fascino, la loro bellezza e intensità, per raccontare le vicende della nostra storia».
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