I Am All Girls: il trailer del thriller Netflix sul traffico di minorenni

I Am All Girls è diretto da Donovan Marsh, regista di Hunter Killer – Caccia negli abissi. Il film è tratto da una storia vera e si svolge dunque alla fine degli anni ’80, quando il Sudafrica era ancora dominato dal regime dell’Apartheid (che sarebbe crollato nel 1991). Dal 14 Maggio disponibile su Netflix.

I Am All Girls: La Trama

La storia segue le due detective che intraprendono un percorso dall’esito incerto: ottenere giustizia e abbattere una rete globale che traffica ragazzine a scopo sessuale.

La storia è ambientata nei giorni morenti dell’Apartheid (anni’80), in cui le ragazzine venivano vendute agli sceicchi iraniani, in cambio di petrolio, per aggirare le sanzioni. Una volta che queste ragazze erano state “consumate”, venivano rispedite in patria e vendute in bordelli di bassissimo rango.

Il tutto, nell’assurda convinzione che commerciare giovani donne invece di armi o droghe fosse più vantaggioso: le donne possono essere vendute molte più volte.

Chi ha prodotto il film thriller sudafricano

I Am All Girls è prodotto dalla sudafricana Nthibah Pictures. I produttori sono Simon Swart, Wayne Fitzjohn, Jozua Malherbe e Lucia Mayer-Marais. Il cast include anche Deon Lotz, Masasa Mbangeni, Matt Stern, Brendon Daniels e Lizz Meiring.

Il produttore Simon Swart ha dichiarato:

Donovan e il team creativo hanno realizzato qualcosa di profondamente commovente e ricco di atmosfera, con un forte messaggio sociale che avrà modo di sensibilizzare un pubblico più vasto e avere un maggiore impatto sociale attraverso Netflix.

Il regista Donovan Marsh ha invece dichiarato:

Tutti in questo film sono danneggiati nel profondo, nascondono una storia cruda che ribolle dietro gli occhi e sanguina attraverso i loro movimenti e le parole che sono soffocate dal passato. Questa storia deve risucchiare gli spettatori con il mistero, emozionare con lo studio del personaggio e scioccare con la violenza. È una combinazione di pubblicità e arte che lascia parlare le immagini, con i dialoghi che passano in secondo piano, mentre la musica, gli effetti sonori e l’umore prendono il sopravvento.