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Suburra: in home video le prime due stagioni

Arrivano in dvd le prime due stagioni di Suburra, serie ispirata all’omonimo lungometraggio diretto da Stefano Sollima

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In collaborazione con Universal, CG Entertainment (www.cgentertainment.it) lancia in home video le prime due stagioni di Suburra, serie ispirata all’omonimo lungometraggio diretto da Stefano Sollima. Lungometraggio a sua volta tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini. Lungometraggio da cui, tra l’altro, provengono anche diversi degli attori, a cominciare da Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara, ovvero Aureliano Adami e Alberto”Spadino”Anacleti.

L’uno secondogenito di una famiglia criminale, l’altro fratello di Manfredi alias Adamo Dionisi, boss di un clan zingaro sinti, si uniscono a Gabriele detto Lele.

Interpretato da Eduardo Valdarnini, quest’ultimo finisce invischiato in affari più grandi di lui a causa di un debito con Samurai. Il Samurai che nell’opera sollimiana possedeva i connotati di Claudio Amendola, qui sostituito da un altrettanto valido Francesco Acquaroli. Il Samurai che, spalleggiato dal Boiardo di Alessandro Bernardini, è una potente figura del crimine impegnata a mantenere l’ordine tra i gruppi malavitosi romani. Una potente figura appartenuta all’estrema destra eversiva e ora addirittura in contatto coi mafiosi del sud. Tutti personaggi di cui, tra iniziazioni criminali, tradimenti e vendette, facciamo conoscenza già nei dieci episodi che costituiscono la prima stagione di Suburra.

Dieci episodi distribuiti su tre dvd racchiusi in un unico cofanetto, accompagnato nella sezione extra da un piccolo backstage. Dieci episodi che partono dal ricatto ai danni di un peccaminoso sacerdote per trasportarci progressivamente nel lato oscuro di Roma. Sotto la regia di Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi. La Roma in cui non c’è più niente di sacro, che si tratti di Chiesa, Stato o famiglia. La Roma che, purtroppo, in duemila anni non è mai cambiata, in mezzo a “patrizi e plebei, politici e criminali, mignotte e preti”. Gli stessi preti che, insieme a gang locali, imprenditori edili e onorevoli, curano tutt’altro che lecitamente i propri interessi. Grazie soprattutto alla traffichina Sara Monaschi incarnata da Claudia Gerini, revisore dei conti del Vaticano, la quale tradisce il marito col già menzionato Lele.

Il Lele di cui, tra l’altro, seguiamo il complicato rapporto con il padre poliziotto, ignaro delle sue attività da malvivente.

Man mano che ad essere assorbito dal vortice dell’illegalità è anche l’Amedeo Cinaglia di Filippo Nigro, onesto membro del consiglio comunale frustrato dall’insuccesso della sua carriera. In un coinvolgente percorso in fotogrammi destinato ad evolversi nell’inevitabile guerra tra bande nel delineare il cosiddetto “Mondo di mezzo”, dove gli interessi si incontrano. Tra contesse, cardinali e membri della Camera dei deputati che ritroviamo anche negli otto episodi della seconda stagione di Suburra.

Conservata in un cofanetto dispensatore di tre dischi e arricchito di altrettante brevi featurette quali contenuti speciali. Diretta da Piero Messina e dal citato Molaioli, una seconda stagione ancor più incalzante nell’inscenare la lotta per il raggiungimento del tanto ambito potere. Una seconda stagione che apre nei quindici giorni che intercorrono tra il primo e il secondo turno delle elezioni al sindaco della capitale. Recuperando dalla prima Stefano Fabrizi e Fiorenza Tessari, ma tirando in ballo anche il comico Fabrizio Nardi in un piccolo ruolo drammatico.

Mentre viene ribadito che le persone non sono mai quello che sembrano e che i momenti d’azione aumentano.

E, se prima avevamo Acido acida dei Prozac+, ora la colonna sonora suona Il cielo in una stanza di Mina. Ma, soprattutto, i titoli di coda non sono più accompagnati da 7 vizi capitale di Piotta e Muro del canto, bensì da Alti e bassi dei Brokenspeakers e Colle der fomento. In attesa di un’uscita su disco digitale anche della terza e ultima stagione, quindi, si viene catturati senza riuscire a staccare occhio dallo schermo. Grazie in particolar modo ad una scrittura dai risvolti mai prevedibili e sempre capace di generare la giusta attesa nei confronti della puntata successiva. In mezzo a business degli immigrati, giornalisti ex militanti fascisti e, ovviamente, tanto impressionante cinismo e spargimento di cadaveri. Con un cast in stato di grazia che, poi, non contribuisce altro che a rendere la serie di Suburra uno dei migliori prodotti italiani (se non il migliore) targati Netflix.

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