I Simpson sono una sitcom animata statunitense creata dal fumettista Matt Groening nel 1987 per la Fox Broadcasting Company. Da allora sono state prodotte 31 stagioni; la serie è stata confermata per una 32^, 33^ e 34^.
Attualmente, tutti gli episodi dei Simpson sono disponibili su Disney Plus.
In una delle tante Springfield sparse per l’America vive la famiglia Simpson, composta da Homer, il padre beone e fannullone ma incredibilmente con un posto di rilievo impiegato in una centrale elettrica; Marge, la madre casalinga dai mille lavori dedita alla famiglia e alla neonata Maggie; Lisa, sei anni di frustrazioni scolastiche per essere più intelligente della media; e Bart, il primogenito di otto anni che vive alla giornata fra monellerie e scherzi con i suoi amici.
Nel 1998, accanto a gente come Picasso, Eliot, Coco Chanel, Stravinsky, il piccolo Bart vene messo dalla rivista TIME fra i 100 personaggi più importanti del XX secolo e fra le 20 icone artistiche del Novecento:
basta forse questo a rendere l’idea su come questa serie animata, o meglio sit-com animata, abbia stravolto il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento, e abbia influito sulla cultura e sulla controcultura del nostro secolo.
Nata dal genio di Matt Groeningper mettere alla berlina vizi e meschinità del popolo americano addomesticato dalla TV e programmato da un sistema stringente, oggi I Simpson sono quanto di più politicamente scorretto e disfunzionale uno show possa offrire per stigmatizzare vizi e virtù dei nostri giorni, solo negli ultimi tempi intaccato tangenzialmente dalla deriva politically correct.
Le dimensioni del culto che ha preso piede anche in Italia, dopo un primo passaggio in seconda serata e sotto silenzio per evitare polemiche -alquanto futili- sulla diseducatività del telefilm, hanno scomodato sociologi e psicologi per spiegare l’inspiegabile fenomeno globale e certo complesso, messo in piedi per questa famiglia che dopo averti fatto ridere -o anche mentre lo fa- diventa maestra di cinismi piccolo borghesi, cattive maniere, cinismo e a volte drammatica quotidianità.
La famiglia di Marge e Homer è in fondo lo specchio della società occidentale a noi contemporanea, mentre trasmettono, esemplificano e umanizzano questioni psicologiche e dinamiche relazionali altamente complesse, mai routinarie;
nel vivere le loro passioni, gettano come un incantesimo sugli spettatori ed abitano la memoria collettiva in virtù di elementi che sembrano al di là o sono indipendenti da quelli su cui di solito si regge la loro stessa celebrità.
I Simpson sono un archetipo del XXI secolo, rappresentanti di un esistenzialismo e di una psicologia che amplifica la loro caratterizzazione, incarnando un modo di vivere del quale non possiamo disinteressarci perché in fondo è il nostro, mettendo in scena una metafora esplicativa della società e dell’uomo moderno, la cui sfera inconscia è mascherata e quindi messa al sicuro dall’impeccabile finzione animata, veicolata da un modello ben preciso di humour e sarcasmo che rendono quindi innocui i conflitti psicologici e sociologici globali ed eccezionalmente radicati nella sfera collettiva.
Niente è sfuggito alla penna dissacrante dei creativi dietro lo show: religione, politica, servilismo dei media, potere delle grandi industrie, la totale incompetenza delle forze dell’ordine, tutto colorato da un folle citazionismo pop.
Cosa che ha portato alla circostanza per cui molte situazioni generate all’interno dello stesso cartoon divenissero, paradossalmente ma non troppo, realtà dopo qualche anno (pensiamo a Trump presidente o all’assalto al Campidoglio).
Nati inizialmente come corti animati in coda al Tracey Ullman Show, il successo crescente ottenuto ha fatto sì che Groening creasse una serie dedicata totalmente a loro, debuttando in prima serata nel 1989.
Diventati lo show di punta della 20th Century Studios, nel 2000 hanno ottenuto una stella nella Walk of Fame di Hollywood. Ad oggi sono la più lunga sit-com mai trasmessa.
Un universo perfettamente coerente con sé stesso che ricalca il nostro, un mondo dove il solo personaggio che programmaticamente non fa ridere è un clown, e che nel corso dei suoi trenta e passa anni di vita (è diventato il telefilm con la vita televisiva più lunga in assoluto, e non accenna a fermarsi) ha racimolato decine e decine di premi, dando nuova dignità all’animazione sul piccolo schermo, insegnando che si possono dire cose importanti con mezzi apparentemente meno importanti, e alla cui porta hanno bussato numerosissimi personaggi importanti per farsi reinterpretare dalla matita colorata di giallo di Groening sancendo così il proprio ingresso nell’immaginario collettivo, oppure per doppiare i tantissimi personaggi: nella folla, gli U2, Paul McCartney, Leonard Nimoy (lo Spock di Star Trek), il presidente Bush, Liz Taylor, Meryl Streep, Jack Lemmon, Magic Jhonson, James Brown, Ed Sheeran, Bob Hope, Dustin Hoffman
I Simpson
Anno: 1989
Durata: 32 stagioni, 700 episodi
Distribuzione: disney Plus, fox
Genere: sit-com
Nazionalita: Stati Uniti
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