Il 9 maggio, in occasione della giornata dedicata alla memoria delle vittime del terrorismo, Rai3, alle ore 16.30, manderà in oda 1974 1979. Le nostre ferite. Il film documentario è diretto da Monica Repetto e prodotto da Deriva Film.
La trama
Luigi frequenta il collettivo universitario di Medicina di Roma e Francesco il liceo Augusto. Entrambi vengono feriti dai neofascisti nel 1974. Nunni e Anna, invece, sono femministe del collettivo casalinghe colpite dai mitra e dalle molotov dei NAR, mentre partecipavano a una trasmissione di Radio Città Futura. Vincenzo è un poliziotto del sud, l’unico sopravvissuto a un conflitto a fuoco con i brigatisti. Renzo è un bancario colpito nell’unico attacco compiuto da Prima Linea contro una scuola.
Gli anni ’70
1974 1979. Le nostre ferite è un film documentario realizzato nel 2020, uscito in piena pandemia. Ha ottenuto una Menzione d’onore al Toronto International Woman FilmFestival 2021 ed è stato tra i finalisti ai Nastri d’argento.
La regista ha voluto realizzare una galleria composta di personaggi che negli anni ‘70 sono stati feriti e sono sopravvissuti. Vittime di terrorismo e di violenza politica.
Gli anni ‘70 è un periodo storico molto sentito da Paola Repetto. A questo decennio ha dedicato anche Le forze delle idee, documentario realizzato nel 2010.
E 1974 1979. Le nostre ferite torna agli stessi temi, raccontando storie di persone, attraverso la loro esperienza diretta. Anni di piombo, quando la violenza e la rivoluzione formavano un binomio fissato nell’immaginario collettivo, oggi come allora.
Non solo piombo
Il documentario si pone il difficile compito di sfatare questa concezione. Gli anni ‘70 non sono stati solo emblema di violenza e scontri ideologici, ma hanno portato conquiste molto preziose per quanto riguarda i diritti civili.
Troviamo riferimenti diretti a Franco Basaglia e poi si intravedono le battaglieper il referendum sul divorzio, il diritto d’interruzione di gravidanza e il rinnovamento del sistema scolastico. Tutti temi ancora molto attuali.
“Volevo strappare le cose dal passaggio indistinto, che per noi in genere, è il passato degli altri. Ho cercato tra testimonianze, archivi, faldoni, perché mi interessava quella zona d’ombra in cui le narrazione si sono incagliate.”
In questa dichiarazione di Paola Repetto s’intuisce che in questo suo lavoro la memoria gioca un ruolo fondamentale. 1974 1979. Le nostre feriteè fondato sui ricordi dei personaggi. Individui, all’apparenza marginali, ma parte integrale di una massa d’energia contrapposte, che hanno caratterizzato quel decennio.