La curiosa storia della fine di un giovane maestro di musica, morto assiderato mentre suonava il violino e seppellito con il proprio strumento ad arco congelato fra le mani, è l’attacco a effetto di una lezione universitaria del professor Mondrian Killroy (John Hurt), più precisamente della sua lezione numero 21, da lui interamente dedicata alla spiegazione in aula del come e perché venne composta e rappresentata per la prima volta nel 1824 a Vienna la nona sinfonia di Ludwig van Beethoven.
Così Alessandro Baricco ha scelto di esordire alla regia cinematografica, concentrando l’attenzione su quello che è considerato uno dei capolavori della musica classica e affidandosi a un vecchio personaggio della sua fantasia di scrittore, il bizzarro accademico Killroy appunto, che già fra le pagine del romanzo “City” (Rizzoli, 1999) si lanciava in dissertazioni illuminanti quanto dissacranti sui capolavori dell’arte occidentale. Una curiosità: il professore “letterario” di Baricco si scagliava anche contro il cinema, responsabile secondo lui della diseducazione dello sguardo in fatto di scelta della distanza e della sequenza -…essendo il cinema uno sguardo costantemente obbligato, per così dire vicario, despota, tiranno…-. Se queste parole celano il pensiero dell’autore, probabilmente aiutano anche a capire l’intento registico di Lezione Ventuno, che sembra fare di tutto per offrire allo spettatore molteplici spunti di immaginazione e diverse fonti di informazione per un percorso meno obbligato e scontato possibile. Non c’è un narratore, ce ne sono dieci, cento, chiunque sembra chiamato a dare il proprio contributo alla storia. Ma in questo modo la sceneggiatura risulta frammentaria, a tratti sembra andare avanti a fatica, e l’effetto complessivo della moltitudine di personaggi che compaiono sullo schermo è spaesante.
Girato in lingua inglese fra le foreste ghiacciate del Trentino e Londra, il film vanta un cast internazionale, in cui spiccano il giovane australiano Noah Taylor e l’anziana scozzese Phyllida Law.
Lucilla Colonna