In uno degli anni in assoluto più difficili che il mondo del lavoro abbia mai attraversato, Miocinema dedica una giornata alla rassegna dal titolo Primo maggio. La proposta è quella di due documentari, inediti in Italia, dell’autore che più di tutti ha alzato la voce in difesa della dignità dei lavoratori: Ken Loach.
Per la prima volta in Italia arrivano su Miocinema McLiebel e The Flickering flame. Si tratta di due documentari che riflettono lo sguardo, profondo e umano, del più militante dei registi, sempre attento al lato oscuro del lavoro e rivolto a chi deve lottare ogni giorno per i propri diritti.
I due documentari per Primo maggio su Miocinema
Mclibel (di Franny Armstrong e Ken Loach)
McLibel ricostruisce il più lungo processo nella storia della Gran Bretagna: da una parte Helen Steel e Dave Morris, due attivisti ecologisti della sezione londinese di Greenpeace, dall’altra McDonald’s.
Portati davanti al banco del tribunale dal gigante del fast food, accusati di diffamazione, si rifiutano di porgere le proprie scuse. Anzi denunciano il disprezzo della multinazionale per la salvaguardia del pianeta, la pubblicità scorretta e aggressiva nei confronti dei minori, la dubbia qualità del cibo, i metodi crudeli di allevamento e macellazione degli animali e, non da ultimo, lo sfruttamento dei lavoratori.
Una battaglia legale durata oltre un decennio, arrivata a coinvolgere la Corte europea per i diritti umani, ripetutamente apparsa sulla stampa internazionale.
The Flickering Flame (di Ken Loach, 1997)
Settembre 1996. 500 lavoratori portuali di Liverpool licenziati iniziano una strenua lotta per la reintegrazione nei loro posti di lavoro. Si tratta di operai specializzati rimpiazzati da una forza lavoro precaria e non sostenuta dai sindacati, che garantisce minori problematiche per i datori di lavoro. Il film illustra le condizioni di lavoro dei portuali sin dagli anni ’60 e ripercorre le tappe delle varie modifiche dei diritti dei lavoratori e delle lotte messe in atto da un gruppo di uomini arrabbiati e disperati che, improvvisamente, si sono trovati senza la garanzia di un lavoro e senza mezzi per mantenere le proprie famiglie.
Le proposte di Primo maggio su Miocinema oltre ai documentari
Due giorni una notte (di Jean-Pierre e Luc Dardenne, 2014)
con Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili Groyne
Sandra, rimasta lontano dal lavoro a causa di una depressione, scopre al proprio ritorno che ai suoi colleghi è stato offerto un bonus in cambio del suo posto in azienda. In un solo fine settimana deve cercare di far cambiare idea a sedici persone, dando così il via ad una serie di incontri imbarazzanti, umilianti e spesso senza via d’uscita.
We want sex (di Nigel Cole, 2010)
con Sally Hawkins, Miranda Richardson, Bob Hoskins, Rosamund Pike
Dagenham, 1968. La fabbrica della Ford è il cuore industriale dell’Inghilterra e dà lavoro a 55.000 operai, tra cui 187 donne.
Lavorando in condizioni insostenibili e con salari sempre inferiori a quelli degli uomini, le donne della fabbrica decidono di intraprendere uno sciopero, il primo della storia indetto dal solo “sesso debole”, bloccando inevitabilmente l’intera catena produttiva e mandando in tilt un colosso dell’industria mondiale.
Qui per leggere la recensione
I lunedì al sole (di Fernando León de Aranoa, 2002)
con Javier Bardem, Luis Tosar, José Ángel Egido, Nieve de Medina
Santa, José, Lino, Amador. Amici, si ritrovano costantemente al bar Naval, bevono, parlano del niente. Questo è un film dove gli eroi sono appena stati licenziati, dove ogni giorno si assomiglia e le speranze naufragano davanti ai giornali di annunci di lavoro e nelle birre gelate ai banconi di un bar, nella rabbia mal sopita e… nei lunedì a prendere il sole.
Il grande capo (di Lars von Trier, 2006)
con Jens Albinus e Jean-Marc Barr
Il proprietario di un’azienda di informatica vuole vendere. C’è solo un problema: quando ha creato l’azienda ha inventato un finto capo dietro il quale nascondersi quando doveva prendere decisioni impopolari. I futuri compratori insistono nel voler negoziare con il capo in persona, così il proprietario decide di assumere un attore fallito per interpretare la parte. Improvvisamente l’attore scopre di essere la garanzia di un gioco che mette a dura prova il suo spessore morale.