Il 13 maggio 2021 nelle sale italiane esce il film documentario “Gunda” di Victor Kossakovsky. Il film è prodotto da Sant & Usant Production e Louverture Films, prdouttori esecutivi Joaquin Phoenix, Tone Grøttjord-Glenne.
Kossakovsky ha co-firmato anche sceneggiatura e montaggio con Ainara Vera, e fotografia con Egil Håskjold Larsen.
Il documentario è girato in bianco e nero e racconta la storia di un maialino (Gunda) che si prende cura dei suoi piccoli e vive con i suoi amici mucche e polli, in particolare nel film c’è la storia di un pollo con una sola zampa. Gli animali protagonisti vivono nel loro mondo fatto di fango e di caccia ai vermi e infastidito dalle mosche.
“è solo un atto di uccisione”
Il film ha chiaramente una connotazione animalista e almeno vegetariana: risulta quantomeno più impegnativo moralmente riuscire a mangiare un pezzo di carne a tavola. Poi si trasforma in una denuncia dell’ignoranza umana in tema di rispetto del mondo animale. Alla fine costringe lo spettatore a ripensare i suoi comportamenti quotidiani e il suo rapporto con la natura. “Crediamo (noi umani ndr) che tutto sia creato per noi […] ma non siamo gli unici qui […] io, ora, rispetto il mondo molto di più, il film mi ha cambiato”, commenta il regista. Continua sottolineando l’aspetto dell’uccisione dell’animale: “uccidere un uomo o un animale è lo stesso: solo un atto di uccisione”.
Il regista e i premi
Victor Kossakovsky è nato in Russia nel 1961 e ha iniziato la sua carriera al Leningrad Documentary Film Studio. Sulla scena internazionale è conosciuto per il suo “Belovy” (The Belovs) del 1992, vincendo il festival del documentario IDFA di Amsterdam.
Il suo ultimo documentario “Gunda”, ha partecipato al Festival di Berlino del 2020 e ha vinto il Cinema Eye Honors Award negli Stati Uniti, il Dublin International Film Festival, per la fotografia; il Russian Guild of Film Critics, il Sofia International Film Festival e lo Stockholm Film Festival, nel 2021, come miglior documentario.
In Italia ha partecipato al Torino Film Festival e ora giunge nelle sale.
Kossakovsky, prima che con “Gunda”, aveva raccontato la natura in un suo precedente film documentario del 2018, “Aquarela”. In quel caso le protagoniste erano l’acqua e la sua potenza. L’uomo era messo in relazione all’acqua attraverso la propria impotenza rispetto alla forza di questo elemento della natura, il più prezioso per la vita sulla Terra.
“Calmiamoci e smettiamo di uccidere gli animali”, ammonisce Kossakovsky, “altrimenti non faremo mai un passo in avanti”, sottolinea parlando ancora di “Gunda”.
Gunda è diventata la protagonista del film dopo una riflessione del regista sullo sguardo con il quale comunemente osserviamo il mondo animale. Esso è popolato certamente da gatti, cani e oltre le mura domestiche da elefanti e altri teneri animali. “Amiamo guardare film con questi animali, ma cosa ne è di maiali, polli e mucche?”.
Così Kossakovsky arriva a dare un delicato e non superficiale ritratto del mondo animale (anche grazie all’uso del bianco e nero), attraverso l’immagine di un maialino ponendo l’uomo di fronte a una delle sue più grandi responsabilità nei confronti del pianeta: lo sfruttamento degli animali.
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