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A voce alta-la forza della parola. Il documentario dedicato alle scuole

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La Cineteca di Milano ha mandato in onda, gratuitamente, il documentario A voce alta- La forza della parola, in contemporanea al Bergamo Film Meeting, per la sezione Kino club, dedicata alle scuole (regia è di Stéphane de Freitas e Ladj Ly). Distribuito  da Wanted Cinema.

Premi: Premio del Pubblico Torino Film Festival 2017

A voce alta la vicenda

Ogni anno all’Università di Saint-Denis, nella periferia nord di Parigi, si svolge Eloquentia, una gara di oratoria. Gli studenti, provenienti da diversi contesti sociali, si preparano ad affrontare la competizione con l’aiuto di consulenti professionisti che insegnano loro la raffinata arte del parlare in pubblico. I giovani imparano i sottili meccanismi della retorica, si raccontano rivelando agli altri, ma soprattutto a loro stessi, i propri talenti (dal sito ufficiale del Festival)

A voce alta: un momento di gruppo

Sei settimane da raccontare

Dura un mese e mezzo il corso di oratoria di Sanint-Denis, ma in quelle sei settimane non si impara solo a parlare bene in pubblico. La corrente di emotività che passa tra gli studenti con i loro professori è così forte da rendere l’esperienza unica, formativa, ma dire formativa ancora non basta.

Il documentario vuole testimoniare la ricchezza di questa avventura condivisa, raccontandocela in ordine cronologico, dalla fondazione del gruppo alle esercitazioni individuali, dalle gare eliminatorie fino alla proclamazione del vincitore: il migliore oratore dell’anno.

Gli studenti hanno diverse provenienze geografiche, ma vivono tutti alla periferia di Parigi,  che non è proprio un grande vantaggio dal punto di vista degli studi. Per questo, l’offerta di un percorso simile è ancora più significativa.

Dice uno di loro:

Se avessi avuto le parole giuste avrei potuto cambiare il corso della mia vita

E un altro:

Scrivere è fantastico, ma parlare è meglio. Parlare è fico.

Ti senti di poter conquistare il mondo

A voce alta La metodologia del corso

Il primo insegnante che si vede in scena invita i ragazzi a credere in loro stessi, parlare in modo libero, sincero e autentico e soprattutto ad essere convincenti. Qualunque sia il livello di partenza si può migliorare, alla condizione di metterci il cuore. Altra condizione: muoversi il culo, alzarsi e farlo.

Seguono, con altri docenti, gli esercizi di espressività corporea e fiducia, per acquisire sicurezza in se stessi e nel gruppo : dire il proprio nome accompagnandolo con un gesto, buttarsi a peso morto nel cerchio con la certezza di essere presi, respirare con il diaframma. Gli studenti ridono imbarazzati, all’inizio, ma poi si affidano. E capiscono, per esempio, che se non si dosa il respiro, manca l’aria e la voce esce alterata. O che anche il linguaggio non verbale ha la sua importanza. Ancora, il valore dello sguardo, e della sua direzione.

La tecnica del corso

In un secondo momento viene affrontata la tecnica. Un discorso convincente è costituito di cinque passaggi:

L’introduzione: deve attirare la benevolenza e la curiosità di chi ascolta

La narrazione: è il corpo del discorso, la storia

L’argomentazione: le ragioni da apportare a sostegno della propria tesi

La contestazione: dimostra per quali ragioni l’avversario ha torto

La perorazione: incornicia il discorso e aiuta ad evitare che si sgretoli

Interessante, no?

Clima del corso serio divertente e divertito

Sembrano divertirsi molto gli studenti, in queste sei settimane. Ma anche impegnarsi, sia individualmente che insieme. Sono lavori in gruppo, i loro,  più che di gruppo, nel senso che ciascuno ne guadagna in consapevolezza. Il gruppo serve da contenitore e amplificatore delle emozioni, che hanno un ruolo fondamentale nella crescita, di ognuno e di tutti insieme. Tante vite che si ritrovano  per un obiettivo individuale, ma conseguito con gli altri.

Belli i momenti in cui ciascuno di loro si racconta fuori dall’aula.  Il ragazzo che fa dieci chilometri a piedi per raggiungere la stazione dove prende il treno per Parigi e nel frattempo ripassa come un mantra il discorso che terrà durante la competizione. La ragazza siriana che vuole sia rispettata la sua scelta di portare il velo, per il resto, invece, molto progressista e femminista. Il ragazzo nero che parla del suo passato, di quando a sedici anni ha sperimentato la vita di barbone e l’emozione di entrare finalmente per la prima volta in un appartamento.

A voce alta: la competizione finale

Significativo, poi, l’argomento da dibattere nel momento finale della gara: Il meglio deve ancora venire. Su questo tema, due giovani, un lui e una lei, si sfidano. Chi diventerà il migliore oratore dell’anno?

In realtà il film è del 2017, e fa piuttosto male vedere la vicinanza fisica degli studenti. Chissà se hanno continuato online! Chissà quando altri e nuovi studenti potranno iniziare il corso di Eloquenza e viverne l’esperienza.

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